Chicago Board of Trade: storia e funzionamento

Il Chicago Board of Trade è la più antica borsa di futures e opzioni al mondo. Nata per sopperire ad un grave problema di oscillazione dei prezzi nel mercato dei cereali, il Chicago Board of Trade si è poi evoluto sino a permettere la contrattazione di Futures e opzioni non più inerenti il solo mercato agricolo. Scopriamo insieme la storia del Chicago Board of Trade e come funziona.

Chicago Board of Trade: storia e funzionamento

Direi di cominciare dal “cos’è?”. Il Chicago Board of Trade, solitamente chiamato CBOT per comodità, è il luogo più antico al mondo nel quale poter scambiare futures e opzioni, e ricopre tutt’oggi un elevato livello di importanza.

Il Chicago Board of Trade venne fondato nel 1848 e “chiuse” nel 2007. Non si trattò di una chiusura, venne invece inglobato nel CME dando vita al CME group.

Chicago Board of Trade: funzionamento

Il Chicago Board of Trade si occupa di scambiare contratti e opzioni relativi a prodotti agricoli e finanziari. I prodotti finanziari includono, ad esempio, futures, opzioni su futures Dow Jones e quote di emissione, mentre i prodotti agricoli includono prodotti quali mais, grano e soia.

Il trading nel Chicago Board of Trade avviene per protesta aperta. Ciò vuol dire che i commercianti nel pozzo annunciano esplicitamente quanti contratti vogliono acquistare e quale cifra desirano pagare, e quanti contratti vogliono vendere e quale cifra vogliono ricevere. Negli ultimi anni è stato però introdotto il commercio elettronico.

Chicago Board of Trade: storia

Il Chicago Board of Trade fu fondato nel 1848 per sopperire ad una mancanza del mercato dei cereali. A causa della mancanza di una borsa apposita, infatti, si assisteva ad una continua fluttuazione dei prezzi, sino ad arrivare al punto in cui d’inverno i cereali acquisivano costi elevatissimi ed in estate raggiungevano dei prezzi talmente bassi da portare alcuni agricoltori a bruciare il raccolto in eccesso poiché i costi di spedizione potevano essere più costosi della vendita dei cereali.

L’idea alla base del Chicago Board of Trade era quella di stabilire in anticipo il valore che i cereali avrebbero assunto, in modo da poter mettere d’accordo venditori e acquirenti.

Inizialmente non vi erano le Futures, il primo tipo di contratto ad essere utilizzato, infatti, fu quello forward. Esso però non garantiva il fatto che entrambe le controparti avrebbero rispettato l’accordo. Si passo quindi a dei contratti forward standardizzati per arrivare nel 1864 a contratti Futures.

Le Futures nacquero per coprire i rischi di fluttuazione dei prezzi, permettendo agli agricoltori di vendere in anticipo il proprio prodotto ad un determinato prezzo. Nasceva così il vincolo da parte del venditore di produrre quanto promesso e quello da parte dell’acquirente di pagare quanto dovuto.

Per tentare di stabilizzare i prezzi durante la Prima guerra mondiale, il governo USA vietò le futures per 3 anni. L’ordinanza non ebbe l’effetto desiderato e i prezzi si stabilizzarono alla fine del divieto, crollando.

Il governo americano tentò di regolarizzare le Futures tramite il Grain Futures Act del 1932 e il Commodity Exchange Act del 1936. In breve venne limitato il numero di contratti che un singolo poteva mantenere aperti, al fine di fermare gli speculatori che manipolavano il mercato tramite una pratica detta “cornering the market” (mettere all’angolo il mercato).

Il Chicago Board of Trade si occupò solamente dei cereali sino al 1968, quando iniziarono a nascere Futures su altri settori, quali l’argento e il legno compensato.

Nel 1973 cominciarono le contrattazioni sulle opzioni su azioni del Chicago Board Options Exchange.

Gli speculatori continuarono le loro manovre negli anni e nel 1989 l’FBI arrestò molti trader del floor accusandoli di attività illegali (il floor era un’arena dove i prezzi si scontravano ferocemente, spesso a danno del cliente).

Negli anni Novanta venne introdotto il trading elettronico, che costrinse vari mercati, incluso il Chicago Board of Trade, a diminuire drasticamente i costi di intermediazione, rendendoli più interessanti agli occhi degli investitori e, soprattutto, degli speculatori.

Nel 2007 il Chicago Board of Trade venne inglobato nel CME dando vita al CME group.

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