Per valutare la portata di un potenziale rischio Fisher Investments Italia invita ad adottare una prospettiva globale

Nell'esperienza di Fisher Investments Italia è comune vedere gli esperti finanziari indicare delle questioni locali come potenziali minacce per i mercati azionari globali. È accaduto spesso negli ultimi dieci anni con i timori per il debito greco, il fragile settore finanziario italiano, i potenziali inasprimenti fiscali negli Stati Uniti e molto altro; ma crediamo che esista un rimedio a tutto questo: adottare una prospettiva globale. Siamo convinti che analizzare i rischi specifici di un Paese in un’ottica più ampia possa aiutare gli investitori che operano sui mercati globali a valutare correttamente l’impatto di questi eventi.

Fisher Investments Italia invita ad adottare una prospettiva globale

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A nostro avviso, gli esempi illustrati hanno effettivamente avuto un impatto negativo nei Paesi interessati. La Grecia, ad esempio, ha avuto problemi legati al debito che hanno giustificato tre pacchetti di aiuti finanziari da parte dell’Unione Europea, della Banca Centrale Europea e del Fondo Monetario Internazionale dal 2010 al 2016, ma nonostante gli aiuti il Paese non è riuscito a pagare gli interessi e il capitale investito sul suo debito pubblico per tre volte, con conseguenti perdite per gli investitori obbligazionari. L’incertezza e la tensione hanno significato per il Paese una perdita di quasi un quarto del prodotto interno lordo (PIL – una misura della produzione economica nazionale elaborata dal governo) tra il 2009 e il minimo del 2016.[i] Anche altri Paesi hanno avuto le loro incertezze: a metà 2010 il sistema bancario italiano ha mostrato delle fragilità (anche se le nostre analisi dimostravano che si trattava di un allarmismo ingiustificato), la Brexit ha generato scompiglio e creato problemi in Europa, tanto che molti analisti che seguiamo temevano l’aumento dei dazi e altre barriere commerciali tra Regno Unito e Unione Europea fino anche all’avvio di una politica commerciale protezionistica. E che dire delle voci sull’attuale inasprimento fiscale negli Stati Uniti? Gli aumenti fiscali generano sempre malcontento e molti esperti finanziari che seguiamo avvertono che avranno un impatto negativo sui mercati; il che tuttavia non ci trova d’accordo.

Per analizzare le notizie, Fisher Investments Italia utilizza una prospettiva globale, confrontando le dimensioni e le tematiche dell’evento rispetto all’economia globale o ai mercati dei capitali. Pensaci bene: secondo i dati della Banca Mondiale, il PIL globale nel 2020 è stato di 84.700 miliardi di dollari (69.200 miliardi di euro).[ii] Con una tale portata di attività economica mondiale, per innescare una recessione occorrerebbe che si verificasse un evento in grado di spostare qualche migliaia di miliardo di dollari. In Fisher Investments Italia, questa prospettiva ci ha aiutato, ad esempio, a valutare con la giusta lente la situazione del debito greco. Nel 2009 il PIL della Grecia, prima che la crisi del debito colpisse il Paese, ammontava a 330 miliardi di dollari (269,7 miliardi di euro) pari allo 0,5% del PIL mondiale nello stesso anno.[iii] Pertanto, il crollo che è seguito non ha avuto un impatto significativo sulla crescita economica mondiale. È stato un ostacolo temporaneo che ha allarmato gli investitori durante il mercato Toro (un periodo prolungato di generalizzati rialzi del mercato azionario) del 2009-2020, ma non è stato sufficiente a far terminare il mercato rialzista, come invece hanno fatto le chiusure seguite alla pandemia, che avevano una portata economica di migliaia di miliardi.

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Pensiamo che lo stesso valga per la Brexit che ha suscitato una reale preoccupazione tra gli analisti che seguiamo riguardo a come sarebbe potuto proseguire il rapporto commerciale tra Unione Europea e Regno Unito prima della firma del Patto di libero scambio di fine 2020. Riteniamo che abbia anche influito su molte dinamiche locali, come il commercio tra l'Irlanda del Nord e la Gran Bretagna e sull'accesso delle società finanziarie britanniche verso l’Europa continentale e che ciò abbia senz’altro destato preoccupazione.

Sebbene si tratti di questioni reali, pensare globalmente può aiutare a inquadrarle nella giusta prospettiva. Questo approccio più ampio ci ha mostrato che si trattava perlopiù di questioni locali senza troppa rilevanza, che potevano sì rallentare o ostacolare il commercio ma senza tuttavia bloccarlo. Ad esempio, se la Gran Bretagna fosse uscita dall’UE senza un accordo di libero scambio, i dazi sarebbero entrati in vigore ma sarebbero stati ai tassi molto bassi dell’OMC, in media dell’1,5%.[iv] I tassi variano da settore a settore ma anche i più alti, come quelli del comparto automobilistico al 10%, non sono insormontabili secondo Fisher Investments Italia. Crediamo che i dazi avrebbero potuto rallentare il commercio di alcuni prodotti locali ma la probabilità che ciò potesse generare un ostacolo alla produzione mondiale della portata di migliaia di miliardi a nostro avviso era davvero bassa.

Oggi, molti commentatori finanziari americani che seguiamo avvertono che l’inasprimento fiscale del Partito Democratico del Presidente Joe Biden abbia la forza di scuotere i mercati, ma abbiamo molte ragioni per pensarla diversamente. Prima tra tutte, non è detto affatto che la misura fiscale passerà al Congresso e verrà convertita in legge. In secondo luogo, la nostra analisi degli inasprimenti fiscali del passato dimostrano che non costituiscono necessariamente un fattore sfavorevole per i mercati azionari, sono invece gli eventi inattesi a muovere maggiormente i mercati e non notizie quali l’aumento della tassazione, un tema sempre ampiamente dibattuto dai media, anche oggi. Le tasse non hanno un effetto sorpresa in grado di influire sui mercati. Oltre a questo però, bisogna ricordare l’approccio globale. Certamente l’America è una grande economia e ha rappresentato il 24,7% del PIL globale nel 2020[v], ma ciò significa anche che tre quarti della crescita economica mondiale è al di fuori degli Stati Uniti. In aggiunta a questo, l’inasprimento fiscale incide soltanto sui margini del reddito. Nello scenario attuale, il Partito Democratico di Joe Biden, sta proponendo di aumentare l’imposta sui redditi d’impresa dal 21% al 26,5%, e alzando l’imposta sulle plusvalenze e sui redditi più alti.[vi] L’aumento dell’aliquota sull’imposta sui redditi d'impresa porterebbe i tassi al di sotto del 35%, così come accadeva prima del 2017. L’impatto a livello globale appare minimo, troppo marginale per mettere davvero a rischio la crescita economica degli Stati Uniti e ancor meno quella globale.

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Quando i commentatori finanziari accendono i fari su un tema specifico di un Paese che considerano sfavorevole per le azioni globali, il nostro consiglio è per prima cosa quello di adottare una prospettiva più ampia che possa porre il problema nel giusto contesto per valutare se la portata della questione possa effettivamente avere un impatto rilevante sull’economia globale e sui mercati.

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Fisher Investments Italia è la denominazione commerciale utilizzata dalla succursale di Fisher Investments Ireland Limited operante in Italia (“Fisher Investments Italia”). Fisher Investments Italia è iscritta con il n° 182 nell'“Elenco delle Imprese di Investimento autorizzate in altri Stati UE con succursale in Italia”, tenuto dalla Commissione Nazionale per le Società e la Borsa (“Consob”), e al Registro delle Imprese di Parma (numero di iscrizione e codice fiscale: 97838750152; partita IVA: 02903080345; numero REA: PR-276048).

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Il presente documento contiene le opinioni generali di Fisher Investments Italia e Fisher Investments Europe e non deve essere considerato alla stregua di una consulenza personalizzata in materia di investimento o di natura fiscale, né tantomeno come un riflesso delle performance dei clienti. Non è possibile garantire che Fisher Investments Italia o Fisher Investments Europe manterrà queste opinioni, che potrebbero cambiare in qualsiasi momento in base a nuove informazioni, analisi o riconsiderazioni. Nulla nel presente deve essere inteso come una raccomandazione o una previsione delle condizioni di mercato. Al contrario, è da intendersi come l’illustrazione di una tesi. Le condizioni di mercato attuali e quelle future potrebbero presentare numerose differenze rispetto a quelle qui illustrate. Inoltre, non si forniscono garanzie in merito all'accuratezza delle ipotesi formulate negli esempi qui presenti. L’investimento nei mercati finanziari comporta il rischio di perdita e non è possibile garantire il rimborso totale o parziale del capitale investito. Le performance passate non sono una garanzia né un indicatore affidabile di performance future. Il valore degli investimenti e i relativi rendimenti sono soggetti alle fluttuazioni dei mercati finanziari mondiali e dei tassi di cambio internazionali.


[i] Fonte: FactSet, al 14/09/2021. PIL real della Grecia, variazione percentuale cumulativa tra il 2009 e il 2016.

[ii] Fonte:  World Bank, al 15/09/2021. PIL globale nominale 2020.

[iii] Fonte: World Bank, al 15/09/2021. PIL nominale greco e mondiale, 2009.

[iv] “No Deal: The WTO Option,” Swati Dhingra, UK in a Changing Europe, settembre 2017.

[v] Fonte: World Bank, al 15/09/2021. PIL USA nominale in percentuale del PIL mondiale, 2020.

[vi] Fonte: United States House of Representatives Ways and Means Committee, al 15/09/2021.

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