Alla scoperta della Price action: intervista con Giuseppe Ippolito sul trading probabilistico
Giuseppe Ippolito è un trader, analista e formatore di trading. La sua esperienza nasce nel 2004 come trader indipendente e nel 2017 si evolve come formatore quando crea l’omonima scuola di trading in cui insegna il metodo “Trading Oggettivo” basato sull’analisi delle prese di liquidità grazie alla price action. Particolarmente apprezzato dalla comunità di trading italiana per pubblicazione costante di tutte le sue operazioni giornaliere e relativi risultati fin dal 2018.
In occasione della sua prossima conferenza alla Rankia Markets Experience Milano (per sapere il programma completo e per iscriverti gratis, visita la pagina dell’evento), intitolata “Trading sugli indici: strategie per riconoscere e sfruttare le false rotture“, abbiamo colto l’opportunità per intervistarlo.
Giuseppe le tue analisi si basano sulla “Price action”, perchè ritieni che essa sia vantaggiosa?
Quello che ritengo profittevole è un trading di tipo “probabilistico” quindi basato su schemi ricorrenti che si verificano sul mercato costantemente. La Price action è basata nell’identificazione, attraverso la lettura nuda del grafico, di questi schemi ricorrenti, infatti riesce a scoprire chi nella continua battaglia fra compratori e venditori ha maggiori probabilità di successo in un dato momento. Pertanto la Price action non si basa su previsioni, bensì su eventi precisi che riconosciamo leggendo le candele sul grafico.
Come hai scoperto la strategia che illustrerai durante l’evento?
L’idea di questa strategie viene da Linda Bradford Raschke, una delle prime trader donne d’America ad avere successo, che fin dagli anni 90 identifica questo schema ricorrente nelle false rotture degli indici. Il mercato è molto cambiato da allora, ma la logica funziona ancora, io l’ho lavorato in questi ultimi anni cercando di semplificarlo, ottimizzarlo e renderlo ancora attuale.
Quali sono i pro e i contro di questa strategia?
I vantaggi di questa strategia sono principalmente questi: ha una logica semplice da attuare quindi non necessita di particolare esperienza per i trader, non necessita l’ausilio di indicatori (tranne che per l’ADX), è efficace perchè riesce ad avere un alto win-ratio e basso risk-Reward (1:4), non ha variabili discrezionali quindi potrebbe essere automatizzabile.
Gli svantaggi sono i lunghi tempi di attesa se vogliamo sfruttarla sui timeframe Daily dove ha la migliore performance. I tempi di attesa non sono un problema invece se lavoriamo sui timeframe bassi, dove però le performance si riducono.
Quali conoscenze deve avere un investitore per metterla in pratica?
Come dicevo prima servono le conoscenze di base quindi: l’utilizzo di frattalità sui timeframe, saper calcolare i punti del movimento del prezzo, saper usare l’indicatore ADX.
Come trader indipendente, pensi che speculare sugli indici sia più interessante che su altri asset come forex o materie prime?
Io personalmente uso gli indici in modo speculativo solo con questa strategia e poi anche come investimento a lungo termine con ETF. Per il resto sono un trader principalmente Forex, che anche se più ostico come mercato, se saputo “maneggiare” può dare migliori risultati, così come le mie performance dimostrano. Il trading sul Forex si basa principalmente nello scovare la liquidità, quindi se un trader riesce ad imparare e sfruttare le “prese di liquidità”, possiamo dire che ha fatto bingo!
Le “prese di liquidità” di cui parli, sono applicabili anche dai meno esperti?
Sinceramente non penso sia tra gli argomenti più semplici, serve un certo grado di approfondimento per essere padroneggiato. Ciò che cerco di fare nella mia missione di formatore è proprio quella di rendere questo argomento comprensibile da tutti e lo faccio anche gratuitamente, infatti ho realizzato un minicorso gratuito di 3 lezioni in cui spiego con la massima semplicità e con esempi concreti come sfruttare le “prese di liquidità”.
Per sapere il programma completo e per iscriverti gratis, visita la pagina dell’evento.