Fondi
I titoli ad alto dividendo sono spesso presenti nelle recensioni di Fisher Investments Italia e i commentatori che seguiamo li considerano superiori ai titoli normali, soprattutto per gli investitori che effettuano prelievi. A nostro avviso, però, questo ragionamento non tiene conto di un rischio fondamentale. Sebbene non abbiamo nulla contro i titoli a dividendo, le nostre ricerche dimostrano che gli investitori che limitano il proprio portafoglio ai titoli ad alto dividendo possono avere problemi di diversificazione.
I dividendi sono un modo in cui le società possono impiegare la loro liquidità, restituendone una parte direttamente agli azionisti. In base alle nostre ricerche, la maggior parte delle società che pagano dividendi effettua questo pagamento su base trimestrale, anche se alcune possono pagare mensilmente o addirittura semestralmente. Tuttavia, i dividendi non sono pagamenti extra. Piuttosto, il fatto che gli azionisti ricevano un dividendo in contanti significa che l'importo viene sottratto dal prezzo dell'azione. In altre parole, i dividendi sono un ritorno dell'investimento, piuttosto che un ritorno sull'investimento. Fisher Investments Italia ritiene che non si tratti di interessi obbligazionari.
È importante notare che i dividendi non sono garantiti. Anche se una società ha pagato regolarmente per anni, può ridurre o tagliare il dividendo in qualsiasi momento. Ad esempio, una società può tagliare il dividendo per reinvestire la liquidità in un progetto a lungo termine o per avere più liquidità a disposizione per affrontare un contesto economico difficile.
I titoli ad alto dividendo tendono inoltre a raggrupparsi in determinate aree del mercato. Le recensioni di Fisher Investments Italia sulla storia del mercato mostrano che queste aziende hanno tipicamente utili ciclici (che salgono e scendono con il ciclo economico), un debito più elevato e valutazioni più basse (come il rapporto prezzo/utili). In particolare, si affidano tipicamente all'aumento dei cicli economici per la crescita - non reinvestono il capitale - e privilegiano una struttura di capitale a basso contenuto di liquidità e ad alto debito.
La nostra ricerca rileva che le aziende con queste caratteristiche tendono a concentrarsi in settori orientati al valore, come il settore immobiliare, i servizi di pubblica utilità, l'energia, i beni di prima necessità e i titoli finanziari (1). La Figura 1 illustra questo aspetto, classificando i settori dell'indice MSCI World in base al rendimento da dividendi.
Figura 1: Settori azionari globali classificati in base al rendimento dei dividendi
In pratica, favorire un settore in base al suo rendimento da dividendi può portare a un portafoglio concentrato in aree relativamente piccole del mercato globale complessivo. Ad esempio, il settore dell'energia vanta il rendimento da dividendo più elevato, ma rappresenta solo il 3,9% della capitalizzazione di mercato dell'indice MSCI World (2). Al contempo, il settore tecnologico offre il rendimento da dividendo più basso, pur essendo di gran lunga il settore più grande per capitalizzazione di mercato (24,3%) (3). Concentrarsi sui titoli a dividendo può portare a perdere opportunità in ampie porzioni del mercato azionario globale.
Ebbene, si può utilizzare un benchmark, ovvero un indice o una combinazione di indici che fungono da modello per la costruzione del portafoglio, come l'indice MSCI World High Dividend. Questo indice globale evidenzia i titoli con caratteristiche di reddito da dividendo e di qualità superiori ai rendimenti da dividendo medi (4). Ma c'è comunque una distorsione rispetto al mercato globale complessivo da considerare. Le maggiori ponderazioni settoriali dell'indice includono i classici settori orientati al valore come i Beni di prima necessità (18,4%) e la Finanza (13,6%) (5). Allo stesso tempo, l'esposizione a settori orientati alla crescita come la Tecnologia (5,9%) e i Servizi di comunicazione (4,2%) è minima (6). Lo stesso vale anche per le ponderazioni dei portafogli per Paese/area geografica: l'indice MSCI World High Dividend ha una minore esposizione agli Stati Uniti e un'esposizione molto più elevata all'Europa e al Regno Unito (7).
Pertanto, a nostro avviso, gli investitori a caccia di dividendi elevati possono incorrere in alcuni rischi inaspettati. In primo luogo, riduce il loro set di opportunità, ovvero la loro capacità di trarre profitto da numerose aree del mercato. L'attenzione ai dividendi può far perdere di vista settori e regioni che potrebbero offrire rendimenti in grado di aiutare molti investitori di lungo periodo orientati alla crescita a raggiungere i propri obiettivi finanziari, secondo le recensioni di Fisher Investments Italia sulla storia del mercato.
Inoltre, riduce la loro capacità di gestire il rischio. Le recensioni di Fisher Investments Italia sulla storia del mercato mostrano che i titoli orientati alla crescita e quelli orientati al valore tendono ad alternare la leadership. Ciò significa che quando i titoli growth guidano il mercato, i titoli value tendono a rimanere indietro, e viceversa. Pertanto, un portafoglio con un'alta percentuale di dividendi, e quindi con un'alta percentuale di valore, potrebbe arrancare se altri settori del mercato dovessero essere in testa per un periodo prolungato.
Ora, in alcuni periodi può essere opportuno dare risalto ai titoli che pagano dividendi elevati nei portafogli. Non per il dividendo in sé, ma perché il settore, le dimensioni, la regione e/o altre caratteristiche specifiche dell'azienda possono far sì che la società sovraperformi. Ma concentrarsi in modo permanente su questa categoria ristretta comporta, secondo Fisher Investments Italia, degli svantaggi.
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NOTE
1. Le azioni delle aziende orientate al valore sono scambiate a prezzi relativamente bassi rispetto ai principali dati di bilancio sottostanti, come vendite e utili.
2. Fonte: FactSet, al 17/03/2025. La capitalizzazione di mercato è una misura delle dimensioni di una società, calcolata moltiplicando il prezzo delle sue azioni per il numero di azioni in circolazione.
3. Ibid.
4. Fonte: Indice MSCI, al 06/03/2025.
5. Ibid.
6. Ibid.
7 Ibid.