Fondi
In base alle pubblicazioni finanziarie recensite da Fisher Investments Italia, molti tendono a valutare l’importanza di una determinata nazione per i rendimenti globali in base alle sue dimensioni economiche. Sembra intuitivo, no? Una quota significativa dell’economia globale dovrebbe logicamente corrispondere a una quota significativa dei mercati globali. A nostro avviso, però, la realtà è più complessa e gli investitori possono trarre vantaggio da un approccio più diversificato alla ricerca di opportunità.
Per stilare una classifica delle nazioni in base alla loro influenza economica, utilizziamo il prodotto interno lordo (PIL), una misura dell’attività economica elaborata dai governi. Sebbene il PIL non sia l’unica misura della produzione, è ampiamente utilizzato nei commenti economici recensiti da Fisher Investments Italia. Secondo la Banca Mondiale, nel 2023 (ultimi dati disponibili) gli Stati Uniti avevano il PIL più elevato a livello globale, pari a 27.700 miliardi di dollari (1). Al secondo posto troviamo la Cina (17.800 miliardi di dollari), seguita da Germania (4.500 miliardi di dollari), Giappone (4.200 miliardi di dollari) e India (3.600 miliardi di dollari) (2). Nel suo complesso, l’Unione Europea (18.600 miliardi di dollari) si collocherebbe al secondo posto (3).
Ricordiamo che i dati riportati fanno riferimento al 2023. Diverse nazioni hanno già pubblicato i risultati del 2024, tuttavia, a fini di coerenza e per permettere un confronto globale, esaminiamo il più recente set di dati mondiali completo.
E, sebbene possa apparire controintuitivo, le dimensioni del PIL non riflettono in modo proporzionale la quota di ciascun Paese nei mercati azionari mondiali. Consideriamo l’indice MSCI All Country World (ACWI), che aggrega gli indici MSCI World e MSCI Mercati Emergenti. L’indice MSCI ACWI ha una capitalizzazione di mercato di 81.500 miliardi di dollari, di cui circa 52.000 miliardi (il 64%) riconducibili agli Stati Uniti. Si tratta di una quota nettamente maggiore rispetto alla quota del 26% del PIL globale prodotta dagli USA (4). In confronto, la Cina rappresenta circa il 17% del PIL globale, un valore superiore di quasi sei volte rispetto alla quota del 3% dell’indice MSCI ACWI attribuibile al gigante asiatico (5). Per illustrare ulteriormente questo scollamento, il PIL indiano (3.600 miliardi di dollari) eclissa quello della Svizzera (885 miliardi di dollari), ma il peso di quest’ultima nell’indice MSCI ACWI (2,2%) supera quello dell’India (1,9%) (6).
Come è possibile? Secondo la recensione di Fisher Investments Italia, ciò è dovuto al fatto che il mercato azionario non equivale all’economia. Le azioni sono quote di proprietà di società quotate in borsa e dei loro guadagni futuri. Il PIL è molto più ampio e rappresenta il flusso di tutte le attività economiche - beni e servizi acquistati e venduti, nonché investimenti pubblici e privati - e si ottiene sommando consumi privati, investimenti lordi (famiglie, imprese e governo), spesa pubblica ed esportazioni nette (esportazioni meno importazioni) di un Paese.
Si tratta di un modo per tracciare la produzione economica, ma a parere di Fisher Investments Italia è imperfetto (come lo sono del resto tutte le misure). Ad esempio, il PIL considera le importazioni come un dato negativo, nonostante esse rappresentino la domanda interna e non pregiudichino, a nostro avviso, l’economia. Molte aziende fanno affidamento sulle importazioni (ad esempio, di materie prime o componenti) per creare il loro prodotto finale e i modelli di business di alcuni rivenditori si basano sulla vendita di prodotti importati. Inoltre, alcuni Paesi meno sviluppati dal punto di vista economico possono avere un PIL elevato anche in ragione della popolazione più numerosa. Tuttavia, il numero di abitanti di un Paese non determina il numero di società quotate che vi hanno sede o le dimensioni e la portata globale di tali imprese.
Le azioni possono effettivamente riflettere alcuni dei parametri misurati dal PIL. Ad esempio, una contrazione del PIL può indicare una debolezza economica generalizzata, che potrebbe incidere negativamente sugli utili aziendali. Vi sono però altri fattori al di là del contesto economico in grado di influenzare la redditività delle aziende. Ad esempio, regolamenti e/o leggi (come nuovi obblighi in materia di conformità o modifiche fiscali) possono aumentare i costi per le aziende e condizionare le decisioni di investimento.
Riteniamo che per gli investitori sia utile integrare queste conoscenze nel loro processo decisionale. Ad esempio, le pubblicazioni finanziarie recensite da Fisher Investments Italia spesso esaltano le prospettive di investimento di un Paese anche grazie al suo sviluppo economico. Tuttavia, una nazione con un potenziale economico promettente non dispone necessariamente di un mercato azionario ampio o diversificato. Ad esempio, il Brasile è la più grande economia di un’area del mondo in via di sviluppo, ma l’80% del suo mercato azionario è rappresentato solamente da quattro settori (Finanza, Energia, Materiali e Utilities); il che a nostro avviso è segnale di opportunità limitate (7).
Lo scollamento tra le dimensioni economiche e di mercato dei Paesi serve a ricordare agli investitori che i problemi di un Paese con un’economia di grandi dimensioni non sempre incidono in misura rilevante sui rendimenti globali. È il caso della Cina, che in passato ha affrontato mercati ribassisti (cali del mercato azionario tipicamente dovuti al deterioramento dei fondamentali, di entità pari o superiore al 20%) mentre il resto del mondo registrava un mercato rialzista (lungo periodo di aumento generalizzato dei prezzi azionari).
Ad esempio, la nostra ricerca mostra che durante il mercato rialzista globale del 2009-2020, i listini cinesi hanno sperimentato due mercati ribassisti (8). Tuttavia, poiché la Cina rappresenta una quota talmente piccola del mercato globale – e poiché, in base alle recensioni di Fisher Investments Italia delle condizioni di mercato, i fattori che hanno influenzato il suo mercato erano di natura prevalentemente locale – la sua flessione non ha avuto ripercussioni sui mercati globali più ampi.
Quindi, sì, Fisher Investments Italia ritiene che il PIL sia importante. Valutare il contributo di ciascun Paese alla crescita mondiale in base alle sue dimensioni può aiutare gli investitori a comprendere meglio le condizioni globali, che a nostro avviso rivestono un ruolo significativo per gli utili aziendali. Tuttavia, nel valutare le opportunità del mercato azionario, non riteniamo che il PIL da solo possa bastare.
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NOTE
1. Fonte: Banca Mondiale, al 12/06/2025. In base al PIL in dollari nominali (non corretti per l’inflazione).
2. Ibid.
3. Ibid.
4. Fonte: Banca Mondiale e FactSet, al 16/06/2025. Sulla base della capitalizzazione di mercato e delle ponderazioni degli Stati che compongono l’indice MSCI ACWI al 16/06/2025. La capitalizzazione di mercato (prezzo delle azioni moltiplicato per la quantità di azioni in circolazione) è una misura del valore di mercato totale di un indice o di un'azione in circolazione.
5. Ibid.
6. Ibid.
7. Vedi nota iv. Ponderazioni dell’indice MSCI Brasile, al 16/06/2025.
8. Fonte: FactSet, al 17/06/2025. Rendimento degli indici MSCI World ed MSCI Cina con dividendi netti, in euro, dal 31/12/2008 al 31/12/2019.