Borsa
La banca Credit Suisse ha dovuto sospendere le contrattazioni in Borsa dopo che il valore delle sue azioni è crollato oltre il 20% in seguito all'annuncio della Saudi National Bank, il suo principale azionista (9,88% delle partecipazioni), che non fornirà più assistenza finanziaria per aiutare la banca svizzera a far fronte ai suoi conti. Questa scossa arriva a poco meno di una settimana dal crollo della banca californiana Silicon Valley Bank.
La notizia ha causato un effetto domino su tutto il settore bancario europeo, con Société Générale, Deutsche Bank e le italiane Monte dei Paschi e UniCredit che hanno dovuto sospendere le contrattazioni.
La società di consulenza PwC, una delle cosiddette Big Four, aveva già rilevato "debolezze materiali" nella comunicazione della situazione finanziaria della società. Non a caso, la banca ha ritardato di una settimana la pubblicazione della relazione annuale, nonostante l'ultimatum lanciato nella notte dell'8 marzo dalla SEC statunitense.
In meno di una settimana, il titolo ha perso quasi il 30% del suo valore, scendendo sotto i 2 franchi svizzeri, una fascia che segna il suo minimo storico, mentre il suo CDS (Credit Default Swap) a un anno è salito a 800 punti dai 250 di inizio mese, un livello già di per sé elevato.
La situazione è talmente grave che il Credit Suisse ha anche chiesto aiuto alla Banca Centrale Svizzera, sostenendo che la situazione della banca è comunque solida e globale ma che, visto il rifiuto dei capitali sauditi, ha bisogno di un sostegno alla solvibilità. Finora né la FIMNA né la Banca Centrale Svizzera hanno rilasciato una dichiarazione.
Questa l'entità del crollo delle azioni di queste banche oggi (mercoledì 15 marzo 2023, ndr):
Questo si è ovviamente riflesso sui principali indici europei:
Un CDS (Credit Default Swap) è uno strumento finanziario che funziona come un'assicurazione contro il rischio di insolvenza di un'entità, come una società o un paese. In altre parole, si tratta di un contratto tra due parti, in cui una di esse accetta di pagare un premio in cambio di protezione contro l'inadempienza dell'altra parte.
Questo strumento è ampiamente utilizzato nel mercato delle obbligazioni societarie per ridurre il rischio che un investitore perda il proprio denaro a causa del default della società che ha emesso le obbligazioni.
Tutte le principali banche europee hanno subito un forte calo oggi e sono tornate a scendere di nuovo dopo un brusco calo la scorsa settimana e lunedì, causato dal crollo della banca statunitense SVB.
Nel corso di una sola settimana, l'indice che traccia la performance delle maggiori banche europee, lo Stoxx 600 Banks, ha registrato una perdita del 13%. Si tratta delle più grandi perdite settimanali dal momento dell'invasione russa dell'Ucraina alla fine di febbraio 2022.
Stoxx Europe 600 Banks index 15 marzo 2023
È vero che Credit Suisse non stava proprio passando un bel momento: dall'inizio del 2022 il titolo bancario aveva perso un 70% del suo valore in Borsa. C'è da dire però che in questi ultimi giorni, i maggiori ribassi in borsa sono stati causati dal fallimento della banca californiana Silicon Valley Bank.
Anche se la Federal Reserve ha garantito dopo poche ore la copertura dei depositi della banca, sul mercato è iniziato a correre il panico generale: se questa banca ha avuto un problema derivante dal rialzo dei rendimenti dei titoli di Stato e da una crisi di liquidità dovuta alla fuga di depositi, quale sarà la prossima banca a fallire? Ed è così che da alcuni giorni si sta assistendo a una vera e propria crisi del settore bancario e dei mercati.
Ripercorriamo brevemente la storia della Silicon Valley Bank.
Da un paio d'anni a questa parte, il modo di fare profitti della SVB (banca che finanzia principalmente imprese del settore tecnologico) consisteva nell'investire il denaro depositato in titoli di Stato americani (il debito pubblico emesso dagli Stati Uniti).
Ma tutto è iniziato quando tante delle imprese che avevano i propri depositi in questa banca hanno iniziato a ritirarli e la SVB, per far fronte a questa necessità di liquidità, si è trovata costretta a vendere i titoli di Stato in cui aveva investito. Storicamente, per diversi anni, i tassi di interesse hanno permesso alle obbligazioni di essere un prodotto privo di rischi. Tuttavia, oggi, l'inflazione ha costretto all'aumento dei tassi di interesse. Conseguenza? Il valore delle obbligazioni è crollato pertanto la SVB, vendendole ora sul mercato, si è dovuta far carico di 2 miliardi di perdite circa in un solo giorno. Da qui il fallimento.
Inoltre, per coprire queste perdite, la banca californiana ha indetto un aumento di capitale nel tentativo di raccogliere il denaro, ma ha fallito miseramente.
Così, la combinazione del buco finanziario causato dall'incapacità di coprire adeguatamente i fondi dei depositanti, insieme alla diluizione dell'azionista, ha portato al fallimento della banca in appena due giorni.
Gli investitori continuano a diffidare delle banche. Sebbene i problemi del Credit Suisse siano diversi da quelli della Silicon Valley Bank, c'è timore per il verificarsi di fallimenti simili in Europa.
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