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I prodotti d'investimento (fondi d'investimento, titoli negoziati come azioni, titoli a reddito fisso, derivati, prodotti strutturati, ecc.) vengono classificati in due gruppi: prodotti complessi e non complessi. Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una sostanziale crescita di prodotti sempre più complicati, che si basano su meccanismi talvolta contorti, e il cui rendimento non è facilmente stimabile, almeno in confronto ai c.d. prodotti non complessi. Se si opera come investitore retail sui mercati finanziari, risulta perciò di fondamentale importanza capire quali sono i prodotti che possono essere considerati complessi, quali sono le loro caratteristiche principali, i vantaggi e gli svantaggi di questa forma di investimento. Queste informazioni possono costituire una base su cui costruire un bagaglio di conoscenze utili per orientarsi nel mondo degli investimenti e, in particolare, in quello dei prodotti più complicati.
I prodotti finanziari complessi possono essere definiti, molto semplicemente, come tutti quei prodotti difficili da valutare per l'investitore medio o retail, soprattutto sotto il profilo dei rendimenti, del loro valore e dei guadagni potenziali. Sono prodotti che tipicamente comprendono più features rispetto agli investimenti tradizionali, con un numero di scenari più elevato, capaci di influenzare ciascuno di essi l'outcome finale e spesso caratterizzati da descrizioni lunghe e verbose
Gli investimenti complessi spesso non vengono negoziati attivamente e, inoltre, sono estremamente illiquidi. Si tratta di una categoria molto ampia, che include strumenti finanziari anche molto diversi fra loro.
Nonostante il livello di alfabetizzazione finanziaria fra la popolazione generale resti ancora relativamente basso, ogni anno vengono venduti prodotti finanziari complessi, a singoli investitori e famiglie, quindi ad investitori che rientrano nella categoria degli investitori retail. Si stima, ad esempio, che le banche Europee abbiano venduto alle famiglie più di 2 mila miliardi di euro di prodotti finanziari altamente complessi. Solitamente si crea un'asimmetria informativa fra chi vende il prodotto e l'acquirente, in quanto stimare il rendimento non è semplice, ed occorre spesso adoperare formule assai complesse per capire i risvolti a medio-lungo termine del proprio investimento.
Tali profili di criticità a cui si associa, poi, il crescente ricorso agli strumenti finanziari complessi da parte degli italiani, hanno portato fra l'altro la Consob a intervenire, attraverso la "Comunicazione in materia di distribuzione di prodotti finanziari complessi ai clienti retail". Conformandosi alle direttive dell'ESMA, la Consob ha indicato, per gli intermediari finanziari, l'obbligo di effettuare una due diligence su tutti i prodotti complessi, volta ad accertare che effettivamente il prodotto sia sufficientemente informativo, soddisfi al meglio gli interessi del cliente e siano indicate le principali caratteristiche, prescrivendo poi un'attenzione rafforzata per quella gamma di prodotti indicati come strumenti finanziari complessi. Quindi, in sintesi: obblighi di controllo, obblighi di informazione, meccanismi di tutela (particolarmente forti per alcune particolari categorie di strumenti) per l'investitore retail.
Nella stessa comunicazione, vengono poi indicati alcuni esempi di strumenti complessi, come i derivati, i prodotti finanziari strutturati il cui pay-off non rende certa l'integrale restituzione al cliente del capitale investito a scadenza, e i c.d. prodotti finanziari credit-linked, vale a dire quelli che sono esposti ad un rischio di credito di soggetti terzi.
Se dovessimo individuare un modello generale, delle condizioni, la presenza delle quali è un forte indizio che non siamo in presenza di un prodotto complesso, allora potremmo dire che i prodotti non complessi sono quelli che soddisfano ciascuna delle quattro caratteristiche che seguono:
Le seguenti sono invece caratteristiche tipiche dei prodotti finanziari complessi:
Vediamo due particolari tipologie di prodotti finanziari complessi: i derivati e i prodotti a leva.I prodotti derivati solo quelli il cui valore dipende o deriva da un altro asset, chiamato sottostante. Questo può essere un'azione, un'obbligazione, una materia prima, un indice o qualsiasi altro bene negoziabile. Possono svolgere molteplici funzioni, fra cui hedging, speculazione o arbitraggio.
Esempi di contratti derivati sono i futures, le opzioni, gli swap, i warrant e i turbowarrant.
I futures si basano su un contratto che obbliga le parti a comprare o vendere un certo numero di beni o titoli in una certa data, e con un prezzo fissato in anticipo. Questi contratti sono scambiati in quello che si chiama mercato dei futures.
Un'opzione finanziaria è simile a un future, con la differenza che il contratto che viene stabilito dà all'acquirente il diritto, ma non l'obbligo, di comprare o vendere beni; anche a un prezzo predeterminato e a una data specifica. L'opzione finanziaria è anche simile ai warrant.
Questi due hanno anche delle somiglianze con i contratti di turbowarrant. Si differenziano dai warrant quando il prezzo dello strumento finanziario raggiunge il prezzo barriera (un certo prezzo). In quel momento, l'acquirente della turbativa perde il diritto di comprare o vendere il bene, e perde il suo valore.
Anche gli swap sono un prodotto derivato. Consistono in un contratto in cui le due parti si scambiano i benefici di due prodotti diversi, ciascuno di proprietà dell'altro. Gli swap possono essere riferiti ai tassi d'interesse.
Per una panoramica più completa sui prodotti derivati, ti rimandiamo alla guida sui derivati finanziari. Mentre, ti indirizziamo alla nostra guida sul trading sui futures e a quella sul trading con le opzioni per informazioni più specifiche su questi particolari strumenti finanziari. Inoltre, qui ti spieghiamo in dettaglio il concetto di swap trading.
I prodotti a leva, invece, sono strumenti finanziari che permettono all'investitore di esporre una posizione sul mercato superiore al capitale effettivamente investito. Alcuni esempi di prodotti a leva sono gli ETF a leva che mirano a replicare un multiplo del rendimento giornaliero di un indice di riferimento. Ad esempio, un ETF a leva 2x punta a raddoppiare il rendimento giornaliero di un determinato indice, gli investimenti a margine che consistono nel prendere in prestito denaro dal broker per acquistare più titoli di quelli che ci si potrebbe permettere di acquistare con il solo capitale disponibile e i CFD, contratti con cui si accorda, con il fornitore, di scambiare la differenza di prezzo del sottostante, che non viene posseduto direttamente, fra l'inizio e la fine del contratto. Infine, i prodotti forex a leva, che consentono di controllare una posizione di valuta molto più grande del loro deposito iniziale.
TI rimandiamo alla nostra guida sul trading con CFD e a quella sugli ETF a leva per maggiori informazioni sul tema.
L'IDEM è il mercato dei derivati italiani. Gestito da borsa Italiana, consente di negoziare molteplici strumenti finanziari, fra cui futures e opzioni, è garantito inoltre da Euronext Clearing.
Questa garantisce tutte le transazioni attraverso principalmente tre sistemi, che sono: sistema di margini, requisiti di ammissione e fondi e risorse finanziarie proprietarie.Comprende tre segmenti, che sono: Segmento IDEM Equity (futures e opzioni), Segmento IDEX sulle materie prime energetiche (futures sull'energia), Agrex (settore primario, agricoltura).
Sono presenti al suo interno ben 25 market maker, che contribuiscono al miglioramento della qualità del mercato e all'efficienza dello stesso, soprattutto sotto il profilo della determinazione dei prezzi.
La speculazione è un processo attraverso il quale ci si prende una serie di rischi finanziari con la speranza di ottenere dei ritorni economici maggiori rispetto a quelli che si ricollegano alle operazioni di investimento classiche, il più delle volte in una prospettiva di breve-medio periodo. Quindi, si tratta in sostanza dell'acquisto di beni che presentano un rischio sostanziale di perdere valore ma con una possibilità, più o meno alta, di acquisire un valore sostanziale, con ritorni economici alti, nel futuro prossimo. Quando si realizza il profitto, solitamente l'asset viene venduto. Un tipo esempio di speculazione è quella valutaria. Si parla di speculazione valutaria quando si acquistano o si vendono valute con l'obiettivo di trarre profitto dalle fluttuazioni nei loro tassi di cambio
Strumenti che tipicamente sono utilizzati anche con funzione di speculazione sono proprio quelli complessi e in modo particolare i futures, le opzioni, gli swap, i CFD. Altri strumenti speculativi sono le criptovalute e, attraverso strategie come il day trading, anche le azioni.
Per avere una panoramica più completa della tematica, ti rimandiamo inoltre alla nostra guida sulla differenza fra fare trading ed investire.
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