Società di investimento
L’espressione deficit di bilancio fa pensare a qualcosa di negativo. Del resto, quando un paese è in deficit significa che ha meno entrate fiscali di quanto spende e che deve ricorrere all’indebitamento per coprire la differenza, facendo aumentare il debito nazionale. In molti dei commenti recensiti da Fisher Investments Italia si afferma che i deficit sono una minaccia alla stabilità finanziaria. Chi ricorda l'esperienza della Grecia dei primi anni 2010 può confermarlo.
Eppure, le nostre ricerche suggeriscono che i disavanzi di bilancio non sono di per sé negativi, né gli avanzi positivi. Comprenderne il motivo può aiutare gli investitori a non credere a quello che riteniamo essere soltanto un mito.
Le recensioni analizzate da Fisher Investments Italia rivelano che molti commentatori considerano i deficit di bilancio come sviluppi indesiderati. Per alcuni, il deficit indica che le entrate di un paese non sono sufficienti a finanziare gli investimenti pubblici, i servizi, la sicurezza sociale o, eventualmente, a imprimere slancio ai settori o all’economia che ne avrebbero bisogno.
Viceversa, secondo questa logica, un avanzo di bilancio dovrebbe significare che l’economia è in grado di provvedere ai bisogni di una nazione senza che il governo debba ricorrere all’indebitamento. Inoltre, i paesi emettono debito (ad esempio, sotto forma di titoli di Stato) per finanziare la spesa ed è opinione comune che l’aumento del debito faccia aumentare i costi degli interessi nell’immediato, rendendo potenzialmente necessari inasprimenti fiscali e/o tagli alla spesa. Senza queste misure di austerità, un paese rischia di non essere in grado di pagare gli interessi e quindi di non adempiere ai propri obblighi. Secondo la nostra ricerca, storicamente il mancato rimborso dei debiti nei tempi previsti è stato all’origine delle principali crisi finanziarie ed economiche.
Tuttavia, la recensione dei deficit passati di Fisher Investments Italia mostra che questa opinione generale presenta notevoli lacune. Ad esempio, dall’esercizio fiscale 1970–1971, il Regno Unito ha evidenziato un avanzo di bilancio soltanto in cinque anni, l’ultima volta nel 2000–2001. Il paese è rimasto in deficit per quasi tutto il XXI° secolo, ma ciò non ha aggravato la sua situazione economica rispetto ad altre grandi economie sviluppate. Dal 1999, la crescita annua media del prodotto interno lordo (PIL, una misura della produzione economica annua di uno paese) del Regno Unito è stata dell’1,7%, inferiore al 2,2% degli Stati Uniti, ma superiore a quella di Francia (1,4%), Germania (1,2%) e Giappone (0,7%).
Anche gli Stati Uniti sono stati in disavanzo per gran parte del dopoguerra senza che ciò compromettesse i listini azionari nazionali. Da cosa lo vediamo? Dal 1950, il deficit di bilancio americano in percentuale del PIL si è attestato in media al 3,2%. Per citare alcuni esempi estremi, questo rapporto era molto più alto nel 2009 (9,8%) e nel 2020 (14,7%), due anni che hanno segnato l’inizio di mercati rialzisti. Di contro, le azioni hanno sofferto quando gli Stati Uniti hanno registrato il loro maggior avanzo rispetto al PIL (2,3% nel 2000).
Queste dinamiche potrebbero sembrare controintuitive. Tuttavia, in base alle analisi storiche di Fisher Investments Italia, la spesa pubblica tende ad aumentare dopo l’inizio delle difficoltà economiche. Secondo la nostra esperienza, le azioni, lungimiranti per natura, tendono a scontare e prevedere le condizioni economiche probabili, e quando i governi decidono di approvare e attuare programmi di stimolo fiscale sono già passate oltre.
A nostro avviso, comprendere che i deficit non sono intrinsecamente negativi per i mercati può aiutare gli investitori a non reagire quando questo falso mito prende piede sui giornali. Le recensioni delle pubblicazioni finanziarie di Fisher Investments Italia mostrano che i dibattiti sul deficit tendono ad accendersi in concomitanza con gli eventi politici (ad esempio durante le campagne elettorali). Allo stesso modo, comprendere che gli avanzi di bilancio non sono di per sé positivi per l’economia o i mercati costituisce un valido argomento di fronte ai politici che sostengono il contrario. In base alle nostre ricerche, la spesa pubblica non è superiore o addirittura più influente di quella del settore privato. Mantenere questa prospettiva può aiutare gli investitori a non lasciarsi distrarre dal rumore di fondo.
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Il presente documento contiene le opinioni generali di Fisher Investments Europe e non deve essere considerato alla stregua di una consulenza personalizzata in materia di investimento o di natura fiscale, né tantomeno come un riflesso delle performance dei clienti. Non è possibile garantire che Fisher Investments Europe manterrà queste opinioni, che potrebbero cambiare in qualsiasi momento in base a nuove informazioni, analisi o riconsiderazioni. Nulla nel presente deve essere inteso come una raccomandazione o una previsione delle condizioni di mercato. Al contrario, è da intendersi come l’illustrazione di una tesi. Le condizioni di mercato attuali e quelle future potrebbero presentare numerose differenze rispetto a quelle qui illustrate. Inoltre, non si forniscono garanzie in merito all’esattezza delle ipotesi formulate negli esempi qui presenti.
NOTE
1. “The Budget Deficit: A Short Guide,” Matthew Keep, UK Parliament, 09/04/2024.
2. Fonte: Banca Mondiale, al 14/10/2024. Sulla base della variazione annua netta della crescita del prodotto interno lordo, dal 1999 al 2023, di Regno Unito, Germania, Francia, Stati Uniti e Giappone.
3. Fonte: St. Louis Federal Reserve, al 16/10/2024.
4. Fonte: St. Louis Federal Reserve, al 16/10/2024.
5 Fonte: FactSet, al 16/10/2024. Sulla base dei rendimenti dell’indice S&P 500 (dividendi reinvestiti), dal 31/12/2008 al 31/12/2020. Valori espressi in dollari USA. Le fluttuazioni valutarie tra il dollaro e l’euro potrebbero provocare variazioni al rialzo o al ribasso del rendimento degli investimenti. Un mercato rialzista è un periodo prolungato di rialzi delle quotazioni azionarie..
6. Ibid. Sulla base dei rendimenti dell’indice S&P 500 (dividendi reinvestiti), dal 31/12/1999 al 31/12/2000. Valori espressi in dollari USA. Le fluttuazioni valutarie tra il dollaro e l’euro potrebbero provocare variazioni al rialzo o al ribasso del rendimento degli investimenti.
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