Fondi
Stando alla recensione dei commenti finanziari e politici condotta da Fisher Investments Italia, le variazioni delle aliquote fiscali ricevono grande attenzione per il loro presunto impatto sui mercati azionari; lo abbiamo osservato soprattutto di recente negli Stati Uniti e nel Regno Unito, dove le imminenti elezioni alimentano congetture di grandi cambiamenti sul fronte dell’imposizione fiscale. Tuttavia, abbiamo scoperto che le variazioni delle aliquote di imposta e i listini azionari non sono legati da un rapporto fisso.
Secondo Fisher Investments Italia, è opinione comune che i tagli alle imposte diano impulso ai mercati azionari, mentre gli aumenti delle imposte tendano a ostacolarli. Le riduzioni delle imposte sul reddito, in linea teorica, accrescono il reddito disponibile, stimolando la spesa e gli investimenti individuali e pertanto le economie e i listini. L’opposto accade, sempre secondo la teoria, con l'inasprimento fiscale, che dirotta una quota maggiore dei redditi individuali verso le casse dello Stato, frenando i consumi e gli investimenti.
Abbiamo osservato opinioni analoghe a proposito delle variazioni delle aliquote di imposta sui redditi di impresa: i tagli, a quanto si dice, gioverebbero alle aziende, lasciando a loro disposizione più fondi al netto delle imposte per il reinvestimento, la ricerca e altre opportunità di crescita, incrementando al contempo gli utili. Alcuni economisti seguiti da Fisher Investments Italia sostengono che le riduzioni di tali imposte siano vantaggiose anche per i lavoratori, poiché consentono alle imprese di aumentare le retribuzioni dei dipendenti; mentre i consumatori presumibilmente beneficiano del fatto che le aziende non alzano i prezzi per compensare i maggiori oneri fiscali. Al contempo, gli aumenti delle aliquote fiscali penalizzerebbero le aziende riducendo i fondi disponibili al netto delle imposte e incrementando gli oneri di conformità.
Non intendiamo negare l’impatto di un aumento delle imposte sugli individui e sulle imprese, e conveniamo sul fatto che una riduzione delle aliquote fiscali si traduca in una maggiore disponibilità di fondi al netto delle imposte (e viceversa). Tuttavia, abbiamo osservato un effetto limitato sui mercati azionari. In primo luogo, abbiamo notato che le variazioni delle aliquote fiscali sono oggetto di un lungo dibattito e che l’attuazione di queste modifiche spesso richiede mesi, se non perfino anni. Pertanto, a nostro avviso, non hanno quell’effetto sorpresa che, secondo Fisher Investments Italia, ha il maggior potere di muovere i listini.
Inoltre, gli individui e le imprese possono modificare i piani di spesa e di investimento prima che le variazioni delle aliquote fiscali entrino in vigore. Riteniamo che i mercati azionari riflettano questo aspetto, incorporando preventivamente (ossia “scontando”) tali modifiche nelle quotazioni azionarie. Nell’esperienza di Fisher Investments Italia, le variazioni delle aliquote fiscali vengono spesso mitigate rispetto alle proposte iniziali, quale risultato dei compromessi fatti per tenere conto dei tanti interessi e punti di vista diversi. Pertanto, spesso gli aumenti delle imposte sono meno pronunciati di quanto inizialmente previsto (e dunque motivo di sollievo) o i tagli sono più modesti di quanto ipotizzato inizialmente (e in teoria causa di delusione). Inoltre, indipendentemente dalle misure approvate, abbiamo scoperto che gli individui e le imprese possono compensare o evitare le variazioni delle imposte con espedienti perfettamente legali.
Questa nostra opinione è avvalorata dalle recensioni di Fisher Investments sulla storia del mercato. Consideriamo la lunga serie di dati storici degli Stati Uniti: dal 1927 l’indice statunitense S&P 500 ha registrato un rendimento (piatto) dello 0,0% in dollari USA nei 12 mesi successivi all’entrata in vigore di una riduzione dell’imposta sul reddito delle persone fisiche, e un rendimento medio del 16,8% dopo un aumento delle medesime aliquote di imposta. Questi dati contraddicono nettamente l’opinione comune. Analogamente, sempre dal 1927, i rendimenti dell’indice S&P 500 nell’anno successivo all’entrata in vigore di un taglio delle imposte sulle società si sono attestati in media al 3,2%, collocandosi invece su un livello medio dell’11,1% un anno dopo un aumento delle medesime imposte.
Non crediamo che questi dati dimostrino la validità della tesi opposta all’opinione comune (ovvero che i tagli alle imposte penalizzino i mercati azionari mentre gli aumenti li sostengano). La recensione di Fisher Investments Italia rivela piuttosto che i rendimenti dei mercati azionari sono influenzati da una serie di altri fattori, su cui ci soffermeremo in dettaglio. Tuttavia, riteniamo che questi dati aiutino a confutare la teoria comune (a nostro avviso, frutto di un equivoco).
Un’analoga smentita proviene dai dati sulle variazioni delle aliquote di imposta in Giappone e nel Regno Unito. In Giappone, il programma di riforme economiche del defunto ex primo ministro Shinzo Abe (Abenomics) ha ricevuto grande attenzione da parte degli analisti finanziari che seguiamo, anche per via del suo impegno nel ridurre le aliquote dell’imposta sulle società. Tuttavia, nonostante l'ex premier abbia portato tali aliquote al di sotto del 30% nel corso del suo mandato (2012-2020), in quel lasso di tempo la borsa giapponese ha registrato un rialzo (124,5%) inferiore al rendimento in yen (155,7%) dei mercati azionari mondiali.
Analogamente, i commentatori finanziari seguiti da Fisher Investments Italia erano del parere che l’aumento dell’imposta britannica sulle società – annunciato nell’ottobre 2022 dopo un repentino dietrofront dell’allora premier Liz Truss rispetto a un annuncio di senso contrario – avrebbe probabilmente penalizzato l’azionario del Regno Unito. Tuttavia, nei 12 mesi successivi all’annuncio dell’aumento dell’imposta, l’indice MSCI Regno Unito ha guadagnato il 16,0%, superando il rialzo del 12,3% in sterline registrato dai mercati azionari mondiali. Di contro, in precedenza i tagli all’imposta sulle società varati nel Regno Unito nel decennio precedente, che hanno portato l’aliquota dal 30% nel 2007 al 19% nel 2017, non hanno dato impulso alle azioni britanniche, che in quel periodo hanno reso appena il 72,4%; ovvero circa la metà del 140,5% guadagnato dai mercati mondiali in sterline.
Stando alle recensioni di Fisher Investments Italia, gli investitori farebbero bene a capire che le variazioni delle aliquote fiscali da sole non hanno grandi possibilità di dettare l’andamento dei cicli economici o di mercato. È vero, abbiamo constatato che il dibattito sulla politica fiscale può incidere sul sentiment e sulle aspettative degli investitori nel breve periodo, in particolare prima delle elezioni, come è accaduto di recente, quando i candidati cercano di richiamare attenzione e voti. Questa incertezza può comportare un ritardo negli investimenti, poiché gli individui e le imprese aspettano di sapere come cambierà l’imposizione fiscale. Tuttavia, abbiamo osservato che, non appena calano le voci e gli investitori si concentrano su altro, il contesto si fa più chiaro.
A nostro avviso, le imposte sono solo una piccola variabile che incide sui flussi di cassa degli investitori e delle imprese, insieme a una lunga serie di altri fattori, tra cui ricavi, investimenti di capitale, oneri finanziari e operazioni. Pertanto, crediamo che le imposte abbiano un impatto ciclico limitato, e che siano più una componente dello scenario economico che un motore dell’economia o dei mercati azionari. Anche se riteniamo importante monitorare i cambiamenti sul fronte fiscale, le recensioni di Fisher Investments Italia sulla storia del mercato rivelano che, a dispetto dell’opinione comune, le variazioni delle imposte non esercitano un’influenza rilevante – in positivo o in negativo – sui mercati azionari.
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Fisher Investments Italia è la denominazione commerciale utilizzata dalla succursale di Fisher Investments Ireland Limited operante in Italia (“Fisher Investments Italia”). Fisher Investments Ireland Limited, una società a responsabilità limitata costituita in Irlanda, è iscritta, insieme alla sua denominazione commerciale Fisher Investments Europe, al Companies Registration Office (“”Registro delle imprese””) irlandese con i numeri 623847 e 629724. Fisher Investments Europe è regolamentata dalla Banca Centrale d’Irlanda e ha sede legale presso: 2 George’s Dock, 1st Floor, Dublin 1, D01 H2T6 Irlanda Fisher Investments Europe affida una parte degli aspetti dell’attività giornaliera di consulenza di investimento e gestione di portafoglio e delle funzioni di trading alle proprie affiliate.
Il presente documento contiene le opinioni generali di Fisher Investments Europe e non deve essere considerato alla stregua di una consulenza personalizzata in materia di investimento o di natura fiscale, né tantomeno come un riflesso delle performance dei clienti. Non è possibile garantire che Fisher Investments Europe manterrà queste opinioni, che potrebbero cambiare in qualsiasi momento in base a nuove informazioni, analisi o riconsiderazioni. Nulla nel presente deve essere inteso come una raccomandazione o una previsione delle condizioni di mercato. Al contrario, è da intendersi come l’illustrazione di una tesi. Le condizioni di mercato attuali e quelle future potrebbero presentare numerose differenze rispetto a quelle qui illustrate. Inoltre, non si forniscono garanzie in merito all’esattezza delle ipotesi formulate negli esempi qui presenti.
NOTE
1. Fonte: Tax Policy Center e Global Financial Data, Inc., al 17/09/2020. Variazioni della politica fiscale e rendimenti dell’indice S&P 500 in dollari, dal 26/02/1924 al 31/12/2018. Valori espressi in dollari USA. Le fluttuazioni valutarie tra il dollaro e l’euro potrebbero provocare variazioni al rialzo o al ribasso del rendimento degli investimenti.
2. Ibidem.
3. Fonte: FactSet, al 13/03/2024. Rendimento totale dell’indice MSCI Japan e rendimento dell’indice MSCI World (dividendi netti inclusi), in yen, dal 26/12/2012 al 16/09/2020. Valori espressi in yen. Le fluttuazioni valutarie tra lo yen e l’euro potrebbero provocare variazioni al rialzo o al ribasso del rendimento degli investimenti.
4. Fonte: FactSet, al 13/03/2024. Rendimento totale dell’indice MSCI Regno Unito e rendimento dell’indice MSCI World (dividendi netti inclusi), in sterline, dal 12/10/2022 al 12/10/2023. Valori espressi in sterline. Le fluttuazioni valutarie tra la sterlina e l’euro potrebbero provocare variazioni al rialzo o al ribasso del rendimento degli investimenti.
5. Fonte: Tax Foundation Europe, al 14/03/2024. “There Is More Than Meets the Eye When Analyzing the UK’s Corporate Tax Cut”, Amir El-Sibaie, 25/10/2017.
6. Fonte: FactSet, al 14/03/2024. Rendimento totale dell’indice MSCI Regno Unito e rendimento dell’indice MSCI World (dividendi netti inclusi), in sterline, dal 31/12/2007 al 31/12/2017. Valori espressi in sterline. Le fluttuazioni valutarie tra la sterlina e l’euro potrebbero provocare variazioni al rialzo o al ribasso del rendimento degli investimenti.
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