Fisher Investments Italia sulla relazione tra utili e azioni

Il possesso di azioni dà diritto a una quota degli utili futuri delle società. Ciò premesso, spesso pensiamo che gli investitori si concentrino troppo sul significato delle ultime notizie sugli utili delle società per determinare l’andamento azionario. L’analisi di Fisher Investments Italia dei rendimenti storici del mercato e dei dati sugli utili dimostra che si tratta di un approccio proiettato al passato. Pensiamo che le azioni anticipino gli utili futuri. Pertanto, mentre le relazioni sugli utili possono confermare quanto già previsto dai titoli, per valutare la direzione del mercato azionario a nostro avviso è necessario considerare l’evoluzione degli utili nei successivi 3-30 mesi.

Gli utili sono i risultati finanziari delle aziende – tipicamente pubblicati con cadenza trimestrale o semestrale – e questi rapporti includono informazioni sul valore delle vendite, dei costi e dei profitti delle aziende. Gli utili sono riportati su base totale e per azione, coerentemente con il fatto che le azioni rappresentano una quota degli utili aziendali. Secondo l’esperienza di Fisher Investments Italia, gli analisti spesso osservano se le vendite e gli utili siano cresciuti, diminuiti o rimasti invariati rispetto al trimestre più recente o all’anno precedente, e come queste informazioni si siano rapportate alle aspettative. Il management rilascia anche le linee guida per il trimestre e l’anno successivo e spesso i dirigenti tengono una conferenza pubblica con gli investitori e gli analisti per discutere i risultati e rispondere alle domande. Questi dati e commenti forniscono agli investitori una panoramica sull’andamento dell’azienda e sulle previsioni della dirigenza per il prossimo futuro, aiutando a rivedere le proiezioni. 

L’importanza degli utili

Gli utili forniscono informazioni importanti per le azioni, ma in base all’analisi di Fisher Investments Italia dei commenti sugli utili tradizionali, non lo fanno nel modo in cui li descrivono i media. La nostra ricerca mostra che le azioni sono indicatori prospettici, che valutano i risultati probabili nei successivi 3-30 mesi. Poiché le azioni rappresentano una quota degli utili, l’aumento dei prezzi delle azioni può riflettere la crescita degli utili o delle vendite in questo lasso di tempo. Tuttavia, a nostro avviso è fondamentale ricordare che le azioni si muovono in previsione degli utili. Osservate i rendimenti dell’indice S&P 500 americano e la performance degli utili per azione dal 1999 – qui utilizzata per la sua lunga serie di dati storici sugli utili.

Figura 1: Indice S&P 500 (dividendi reinvestiti) e utili per azione (EPS) dal 1999

Fonte: FactSet, al 15/03/2023*

*Utili trimestrali per azione (EPS) dell’Indice S&P 500, tasso di crescita a/a e indice S&P 500 (dividendi reinvestiti), dal 31/12/1998 al 31/12/2022. Valori espressi in dollari USA. Le fluttuazioni valutarie tra il dollaro e l’euro potrebbero provocare variazioni al rialzo o al ribasso del rendimento degli investimenti. Asse y della crescita degli utili troncato per motivi di visibilità.

Secondo Fisher Investments Italia, come mostra il grafico, le azioni di solito cambiano direzione prima degli utili sia all’inizio che alla fine dei mercati ribassisti (tipicamente ampie flessioni del mercato superiori al 20% causate dal deterioramento dei fondamentali economici). Ma anche questo non coglie completamente la tendenza dei titoli a muoversi per primi, poiché gli utili vengono comunicati solo successivamente. Ad esempio, durante il mercato ribassista dell’ottobre 2007-marzo 2009, gli utili per azione hanno iniziato a diminuire anno su anno nel primo trimestre del 2008. Ma le aziende non hanno condiviso questi risultati fino alla stagione dei bilanci degli utili di quel trimestre, che ha attraversato i secondi tre mesi del 2008 (1). Successivamente, alla fine del mercato ribassista le azioni hanno iniziato a salire all’inizio di marzo 2009, ma gli utili hanno ripreso a crescere solo nel 2010. 

Fisher Investments Italia ritiene che ci sia una ragione logica per la quale le azioni si muovono per prime. I guadagni sono una funzione dell’attività economica in un dato momento, che i titoli valutano nel momento stesso in cui si verifica: non aspettano che i dati confermino ciò che è accaduto. Le relazioni sui guadagni sono una conferma tardiva degli sviluppi che le azioni hanno già scontato. Quando vengono pubblicati, riteniamo che le azioni siano già passate a scontare il futuro. Pertanto, a nostro avviso, l’analisi delle relazioni sugli utili è di utilità limitata per le previsioni, se non per valutare le tendenze e l’andamento rispetto alle previsioni precedenti.

Fattori che influenzano gli utili

Riteniamo invece più utile esaminare i fattori che influenzano gli utili nel prossimo futuro, ossia il contesto politico ed economico e la misura in cui i potenziali aspetti positivi e negativi sono presi in considerazione dal sentiment generale. A livello economico, Fisher Investments Italia esamina gli indicatori anticipatori come la componente dei nuovi ordini degli indici dei responsabili degli acquisti (PMI, indagini mensili che rilevano l’ampiezza dell’attività economica). Gli ordini di oggi sono la produzione di domani, pertanto, quando questa componente è espansiva implica un’attività economica futura. Un altro utile indicatore previsionale è la crescita dei prestiti globali, che segnala la disponibilità di credito. Secondo le nostre ricerche, un più facile accesso al credito implica un flusso di capitali verso le imprese e le famiglie, che possono quindi utilizzare queste somme per espandersi e investire. 

Sul fronte politico, Fisher Investments Italia valuta se è probabile che i governi approvino una legislazione che apporti grandi e improvvisi cambiamenti alla tassazione, alla regolamentazione, ai diritti di proprietà o ad altri fattori che potrebbero ridurre l’incentivo a investire. Prendiamo ad esempio le tasse sul settore energetico del Regno Unito, introdotte lo scorso maggio e aumentate a novembre. Allora, Offshore Energies UK aveva riferito: “il 95% delle [aziende energetiche] intervistate ha subito un “impatto negativo” dalla tassa e sta “cercando di investire altrove”” (2). I titoli energetici del Regno Unito sono saliti da allora, ma sono rimasti indietro rispetto alle loro omologhe globali per circa un semestre dopo l’introduzione della tassa (3). Oppure, guardate la legge americana del 2002 chiamata Sarbanes-Oxley, che mirava a combattere le frodi contabili delle aziende. Ha aumentato i costi di conformità per le imprese e, a nostro avviso, ha prolungato il mercato ribassista del 2000-2002 (4). 

Il semplice fatto che gli utili siano destinati a diminuire non significa che i titoli azionari faranno altrettanto, come mostra anche il grafico 1: la debolezza degli utili nel 2015 non ha innescato una profonda flessione del mercato azionario. Tuttavia, valutando se il mercato in generale e gli utili di un determinato settore o di una società possano risultare migliori o peggiori rispetto alle previsioni della maggior parte degli analisti, Fisher Investments Italia ritiene di poter contribuire all’elaborazione di previsioni di mercato e di valutare quali aree possano essere favorite in un determinato contesto.

NOTE

1. Fonte: FactSet, al 15/03/2023. Sulla base dell’indice S&P 500 (dividendi reinvestiti), in dollari, dal 09/10/2007 al 09/03/2009. Per mercato ribassista si intende un calo prolungato del mercato azionario dovuto al deterioramento dei fondamentali economici, di entità pari o superiore al 20%. Le fluttuazioni valutarie tra il dollaro e l’euro potrebbero provocare variazioni al rialzo o al ribasso del rendimento degli investimenti.

2. “UK Oil and Gas Sector Warns Windfall Taxes Are Deterring Investment,” Gill Plimmer, Financial Times, 26/02/2023. Accesso tramite The Marcet.

3. Fonte: FactSet, al 15/03/2023. Sulla base dei rendimenti del settore energetico dell’indice MSCI UK IMI e dell’indice MSCI World, con dividendi netti, in euro, dal 26/05/2022 al 14/03/2023. 

4.  Ibid. Sulla base dell’indice S&P 500 (dividendi reinvestiti), in dollari, dal 24/03/2000 al 09/10/2002. Le fluttuazioni valutarie tra il dollaro e l’euro potrebbero provocare variazioni al rialzo o al ribasso del rendimento degli investimenti.

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Il presente documento contiene le opinioni generali di Fisher Investments Europe e non deve essere considerato alla stregua di una consulenza personalizzata in materia di investimento o di natura fiscale, né tantomeno come un riflesso delle performance dei clienti. Non è possibile garantire che Fisher Investments Europe manterrà queste opinioni, che potrebbero cambiare in qualsiasi momento in base a nuove informazioni, analisi o riconsiderazioni. Nulla nel presente deve essere inteso come una raccomandazione o una previsione delle condizioni di mercato. Al contrario, è da intendersi come l’illustrazione di una tesi. Le condizioni di mercato attuali e quelle future potrebbero presentare numerose differenze rispetto a quelle qui illustrate. Inoltre, non si forniscono garanzie in merito all’esattezza delle ipotesi formulate negli esempi qui presenti.

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