Il geniale ideatore di questa formula fu John Larry Kelly Jr nel 1956. John Kelly vissuto dal 1923 al 1965, nonostante sia stato un pilota d’aerei da caccia durante la Seconda Guerra Mondiale, viene oggi ricordato principalmente per le sue fondamentali teorie riguardanti il gioco d’azzardo e la speculazione in ambito finanziario. Seguendo la teoria della probabilità, il criterio di Kelly detto anche formula di Kelly, viene utilizzato per comprendere quale sia la quantità ottima di capitale da investire in una scommessa o in un’operazione.
Confrontare condizioni e strumenti per applicare il criterio di Kelly:
La formula di Kelly e le sue basi
La formula di Kelly, utilizzata prima nel campo delle scommesse, poi nel campo degli investimenti, ci consente di determinare la posizione ipotetica ideale dell'operazione di investimento.
Se si vuole comprendere come funziona al meglio la formula di Kelly utile ai nostri investimenti, bisogna comprendere la differenza tra probabilità, quotazione e valore atteso.
Probabilità (W): grado di successo atteso di un setup/strategia. Nel trading può essere stimata come percentuale di trade vincenti sul totale (su un campione significativo).
Quotazione / Odds (R): rapporto vincita media / perdita media della strategia.
Valore atteso: risultato medio su una serie di eventi, tenendo conto di W e R.
Quando il valore atteso > 0, il mercato e la strategia di trading presentano un vantaggio statistico e il criterio di Kelly può essere usato per dimensionare la posizione.
La versione base del Kelly assume esiti binari (vittoria/perdita) indipendenti, cioè una distribuzione di Bernoulli. Nella pratica dei mercati gli esiti non sono perfettamente indipendenti, ma l’assunzione resta una semplificazione utile per stimare il position sizing.
Criterio di Kelly: calcolo
La cosa sorprendente è che la formula di Kelly farà meglio di moltissime, se non tutte, le strategie che non siano di lungo periodo. La formula di Kelly si basa quindi, sulla probabilità di vincita e sul rapporto media vincita su media perdita, con questa relazione si può sviluppare un sistema che stabilisce correttamente la quantità di denaro che va investito di modo da massimizzare la percentuale di crescita della nostra ricchezza controllando il rischio.
La formula esattamente è:
Kelly % = W-((1-W)/R)
in cui:
Il risultato che si ottiene è la cosiddetta percentuale di Kelly che va a rappresentare la grandezza percentuale della posizione che si assume rispetto alla totalità del portafoglio.
Se, ad esempio, eseguendo i calcoli la formula di Kelly ci dà come risultato 0.05 ciò significa che la cifra da impiegare nell’operazione sarà il 5% del portafoglio, massimizzando i risultati sul lungo periodo e minimizzando i rischi.
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Il criterio di Kelly nel trading
La formula di Kelly può essere combinata con altre tecniche di analisi tecnica per ottimizzare le decisioni di trading. Ad esempio, può essere usata insieme a indicatori come le medie mobili o il RSI (Relative Strength Index) per determinare non solo quando entrare o uscire da una posizione, ma anche quanto capitale allocare.
Mentre la formula di Kelly suggerisce la dimensione ottimale di una posizione basata sulle probabilità di successo, è fondamentale integrare questo approccio con una strategia di diversificazione per mitigare i rischi.
Critiche e limitazioni del criterio di Kelly
Il criterio di Kelly presuppone che le probabilità di vittoria e il rapporto vincita/perdita siano conosciuti e costanti, il che è raramente il caso nei mercati finanziari reali. Questa incertezza può portare a sovrastime o sottostime del capitale da investire.
La formula può portare a una concentrazione eccessiva del capitale in poche posizioni, aumentando il rischio di perdite significative in caso di eventi imprevisti o volatilità del mercato.
Per concludere facciamo un riepilogo dei vantaggi e svantaggi dell'uso del metodo di Kelly.
Vantaggi
- Ottimizzazione rischio-rendimento: suggerisce una dimensione coerente con il vantaggio statistico (W, R) per massimizzare la crescita composta nel lungo periodo.
- Decisioni data-driven: riduce l’arbitrarietà nel position sizing e l’impatto emotivo.
- Versatilità: applicabile a trading azionario, derivati, gestione portafoglio e perfino scommesse.
Svantaggi
- Presupposti idealizzati: W e R stabili sono rari; attenzione a campioni troppo piccoli.
- Rischio di sovraesposizione: soprattutto con Kelly pieno.
- Non sostituisce la diversificazione: va integrato in una strategia complessiva di risk management.
Conclusioni riguardo al metodo Kelly
Fra tutte le più famose tecniche di money management la formula di Kelly è una della più capaci nel far crescere un conto di trading. Dall’altro lato della medaglia, questa formula porta con sé anche una grande esposizione di capitale che in fasi negative di mercato può portare a grande perdite. Qui ti lasciamo altre strategie di money management che potrebbero interessarti.
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