Perché secondo Fisher Investments Italia i mercati emergenti richiedono un approccio d’investimento sfumato

Secondo Fisher Investments Italia, i mercati emergenti (nazioni solitamente a basso reddito che presentano un minor grado di sviluppo economico rispetto a Europa occidentale, Nord America, Giappone e Australia) possono fornire agli investitori preziose opportunità di diversificazione su scala globale. Molti commentatori che seguiamo, tuttavia, presentano i Paesi emergenti come mercati rischiosi caratterizzati da economie vivaci e in rapida crescita, destinati ad affermarsi come investimenti vincenti in futuro, se si è in grado di tollerare la volatilità. Abbiamo il sospetto che il nome c’entri qualcosa in questo. Si tratta, dopo tutto, di mercati “emergenti”, non “immergenti”. Tuttavia, la ricerca di Fisher Investments Italia suggerisce che non tutti i mercati emergenti presentano livelli comparabili di rischio e rendimento. È importante, a nostro avviso, che gli investitori comprendano questa variabilità nell’intraprendere un investimento nei mercati emergenti.

Fisher Investments Italia i mercati emergenti

Non esiste uno standard universale per definire i mercati emergenti, ma qui ci concentriamo sui criteri del fornitore di indici MSCI per via della sua rilevanza nel mondo degli investimenti. MSCI utilizza diversi criteri (“Sviluppo economico”, “Dimensioni e liquidità” e “Accessibilità del mercato”) per classificare i Paesi come sviluppati, emergenti, di frontiera o stand-alone (a sé stanti).[i] Il criterio dello sviluppo economico si basa sul reddito nazionale lordo (RNL) pro capite del Paese, un indicatore che misura il valore in dollari del reddito annuo di una nazione diviso per la sua popolazione. Per MSCI i mercati emergenti non hanno un requisito di sviluppo economico, a differenza dei mercati sviluppati, che devono avere un RNL pro capite superiore del 25% alla “soglia dei Paesi ad alto reddito” della Banca Mondiale (pari attualmente a 12.536 USD) per tre anni consecutivi.[ii]

MSCI si concentra invece sullo sviluppo del sistema finanziario e del mercato, richiedendo che i mercati emergenti abbiano almeno tre componenti che soddisfino determinate soglie di capitalizzazione di mercato (una misura delle dimensioni di un’impresa, calcolata moltiplicando le azioni in circolazione per il loro prezzo corrente), dimensioni dei titoli e liquidità (la facilità con cui un titolo può essere convertito in denaro contante). Infine, MSCI valuta l’accessibilità del mercato di un Paese, compresa la sua apertura agli investimenti esteri, la facilità dei flussi di capitali e la stabilità delle istituzioni nazionali. Ad esempio, il Regno Unito (un mercato sviluppato) è una democrazia parlamentare con un’eccellente reputazione per quanto riguarda la tutela dei diritti di proprietà, a differenza di un mercato emergente come la Turchia, dove, secondo la ricerca di Fisher Investments Italia, le istituzioni sono più vulnerabili all’interferenza politica.

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I mercati emergenti sono dunque accomunati da alcune caratteristiche, ma possono variare notevolmente tra loro. Ad esempio, la Corea del Sud ha i requisiti di sviluppo economico e di dimensioni e liquidità di un mercato sviluppato, ma è designata da MSCI come mercato emergente per motivi legati all’accessibilità del mercato. Le borse coreane proibiscono la vendita allo scoperto (la cessione di titoli presi in prestito con lo scopo di trarre profitto dal calo del loro prezzo) e il Paese non ha un mercato valutario offshore (la valuta non può essere negoziata a livello internazionale).[iii] Un altro mercato emergente, Taiwan, è il principale produttore mondiale di semiconduttori e, come la Corea del Sud, soddisfa i requisiti di sviluppo economico e di dimensioni e liquidità propri dei mercati sviluppati.[iv] Tuttavia, MSCI include Taiwan nei mercati emergenti poiché la sua valuta non è liberamente convertibile (non può essere facilmente scambiata con una valuta estera) e le sue borse valori non sono completamente modernizzate (anche a causa di una “notevole quantità di scartoffie”).[v]

All’estremo opposto dello spettro troviamo il Perù. Il Paese è uno dei maggiori produttori mondiali di rame e, a nostro avviso, ha beneficiato di diverse riforme di libero mercato negli anni ’80.Ciononostante, ha ancora un impatto economico minimo a livello globale (rappresenta solo lo 0,18% del PIL mondiale) e un’accessibilità del mercato ancora più limitata di Corea e Taiwan.[vi] L’indice MSCI Perù contiene solo tre titoli azionari, con una capitalizzazione di mercato complessiva di 16,5 miliardi di dollari.[vii] Il Perù ha persino evitato la riclassificazione come mercato di frontiera nel 2016 a causa della scarsa liquidità dei suoi componenti, uno dei quali è stato quasi riclassificato come non peruviano.[viii]

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Dal nostro punto di vista, un Paese classificato come mercato emergente non è destinato necessariamente a un’ascesa economica inarrestabile, anche se le sue prospettive possono sembrare promettenti. Senza dubbio, Israele costituisce una storia di successo in questo senso. Nel maggio 2010 MSCI ha promosso il Paese da mercato emergente a mercato sviluppato.[ix] Israele ha un RNL pro capite di 42.600 dollari (più del triplo della soglia dei Paesi ad alto reddito stabilita dalla Banca Mondiale) e un florido settore tecnologico. [x] La Grecia, dal canto suo, è andata nella direzione opposta: dopo averla spostata dalla categoria dei mercati emergenti a quella dei mercati sviluppati nel maggio 2001, MSCI l’ha poi riclassificata come mercato emergente nel novembre 2013, durante la crisi del debito, poiché il Paese non è riuscito a soddisfare i criteri di dimensione e i requisiti relativi al prestito titoli.[xi]

Anche se un mercato emergente sembra destinato a un futuro brillante, nulla è certo. Consideriamo la Russia, un ex mercato emergente. Venti anni fa i commentatori che seguiamo proclamavano la Russia una delle economie in più rapida espansione insieme a Brasile, India e Cina (collettivamente soprannominati i “BRIC”); alcuni prevedevano addirittura che sarebbe diventata un’economia globale dominante entro il 2050, in grado di rivaleggiare persino con gli Stati Uniti.[xii] La realtà si è dimostrata ben diversa: l’economia russa è rimasta dipendente dalle esportazioni di materie prime, il suo governo ha mantenuto un approccio autoritario e militarmente avventuroso, e MSCI ha riclassificato il Paese come stand-alone dopo l’invasione dell’Ucraina decisa dal presidente Vladimir Putin. [xiii] Secondo Fisher Investments Italia, questo serve da monito per gli investitori: le proiezioni a distanza sono null’altro che mere proiezioni, e i mercati emergenti potrebbero non rivelarsi all’altezza delle previsioni.

È vero, investire comporta sempre un compromesso tra rischio e rendimento, ma crediamo che gli investitori abbiano tutto da guadagnare dal riconoscere che il potenziale di rialzo dei mercati emergenti può essere accompagnato anche da un potenziale di ribasso.

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Il presente documento contiene le opinioni generali di Fisher Investments Italia e Fisher Investments Europe e non deve essere considerato alla stregua di una consulenza personalizzata in materia di investimento o di natura fiscale, né tantomeno come un riflesso delle performance dei clienti. Non è possibile garantire che Fisher Investments Italia o Fisher Investments Europe manterrà queste opinioni, che potrebbero cambiare in qualsiasi momento in base a nuove informazioni, analisi o riconsiderazioni. Nulla nel presente deve essere inteso come una raccomandazione o una previsione delle condizioni di mercato. Al contrario, è da intendersi come l’illustrazione di una tesi. Le condizioni di mercato attuali e quelle future potrebbero presentare numerose differenze rispetto a quelle qui illustrate. Inoltre, non si forniscono garanzie in merito all’accuratezza delle ipotesi formulate negli esempi qui presenti. L’investimento nei mercati finanziari comporta il rischio di perdita e non è possibile garantire il rimborso totale o parziale del capitale investito. Le performance passate non sono una garanzia né un indicatore affidabile di performance future. Il valore degli investimenti e i relativi rendimenti sono soggetti alle fluttuazioni dei mercati finanziari mondiali e dei tassi di cambio internazionali.

L’investimento nei mercati azionari comporta un rischio di perdita e non è possibile garantire il rimborso totale o parziale del capitale investito. Le performance passate non sono una garanzia di performance future. Le fluttuazioni valutarie potrebbero provocare variazioni al rialzo o al ribasso del valore dei rendimenti. Il presente documento contiene le opinioni generali di Fisher Investments Italia e non deve essere considerato come una consulenza personalizzata in materia di investimento o di natura fiscale, né come una rappresentazione della sua performance o di quella dei suoi clienti. Non si forniscono garanzie che Fisher Investments Italia manterrà queste opinioni, che possono cambiare in qualsiasi momento in base a nuove informazioni, analisi o riconsiderazioni. Inoltre, non si forniscono garanzie in merito all’accuratezza delle previsioni qui formulate. Non tutte le previsioni passate o future sono state o saranno altrettanto accurate quanto quelle qui contenute.


[i] “MSCI Market Classification Framework,” MSCI, giugno 2021.

[ii] Fonte: Banca Mondiale, al 16/03/2022, e Ibid.

[iii] Fonte: Banca Mondiale, al 16/03/2022. Indice della Corea (USD) e RNL pro capite della Corea del Sud, 1962-2022. Valori espressi in dollari USA. Le fluttuazioni valutarie tra il dollaro e l’euro potrebbero provocare variazioni al rialzo o al ribasso del rendimento degli investimenti; e “MSCI Global Market Accessibility Review”, MSCI, giugno 2021.

[iv] “2 Charts Show How Much the World Depends on Taiwan for Semiconductors,” Yen Nee Lee, CNBC, 15/03/2021; vedi nota i.

[v] “MSCI Global Market Accessibility Review”, MSCI, giugno 2021.

[vi] Fonte: Banca Mondiale, al 16/03/2022. Sulla base del PIL peruviano a fine 2020, in dollari USA. Le fluttuazioni valutarie tra il dollaro e l’euro potrebbero provocare variazioni al rialzo o al ribasso del rendimento degli investimenti.

[vii] Fonte: FactSet, al 16/03/2022. Sulla base dei componenti dell’indice MSCI Peru. Valori espressi in dollari USA. Le fluttuazioni valutarie tra il dollaro e l’euro potrebbero provocare variazioni al rialzo o al ribasso del rendimento degli investimenti.

[viii] “MSCI Keeps Peru as ‘Emerging Market’,” Colin Post, Peru Reports, 17/06/2016.

[ix] “Update 1 – MSCI Ups Israel to Developed Mkt; Mulls Korea, Taiwan”, Walter Brandimarte, Reuters, 15/06/2009.

[x] Fonte: Banca Mondiale, al 16/03/2022, e “Tech Sector Leads Israeli Exports, Projected to Reach Record High of $140b in 2021”, Ricky Ben-David, The Times of Israel, 27/12/2021.

[xi] “MSCI Downgrades Greece Index to Emerging Market Status,” Nyree Stewart, FT Adviser, 12/06/2013.

[xii] “Whatever Happened to the Brics Economies?,” Andrews Walker, BBC, 27/11/2014.

[xiii] Fonte: Banca Mondiale, al 16/03/2022. PIL russo (dollari correnti), 1990-2020 [la Russia rappresentava il 2,3% del PIL globale nel 1990, contro l’1,8% nel 2020. Valori espressi in dollari USA. Le fluttuazioni valutarie tra il dollaro e l’euro potrebbero provocare variazioni al rialzo o al ribasso del rendimento degli investimenti]; e “MSCI Removes Russian Securities From Emerging Markets Indexes After Deeming Them ‘Uninvestable’”, Nasdaq, 03/03/2022.

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