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Gli investimenti in criptovalute devono essere dichiarati nel quadro RW, anche se non sono state realizzate plusvalenze o prelevamenti. Per dichiarare le tasse sulle criptovalute in Italia e la tassazione sul bitcoin, è necessario seguire le seguenti indicazioni:
È importante conservare una traccia dettagliata di tutte le operazioni per facilitare la compilazione della dichiarazione dei redditi.
A partire dall'anno fiscale 2023 (prima dichiarazione nel 2024), in Italia sono state introdotte diverse nuove regole fiscali per le criptovalute:
Leggi anche quando si presenta il 730?
Prima di addentrarci nelle novità introdotte dalla legge Finanziaria del 2024, dove si disciplina la fiscalità delle cripto-attività, vediamo che cosa si intende con questi termini.
A partire dall'anno fiscale 2023 (prima dichiarazione nel 2024), i guadagni superiori a €2.000 derivanti da transazioni con criptovalute saranno tassati al 26% in Italia. Le perdite possono essere dedotte dai guadagni, ma solo se superano €2.000. Non ci sono più le soglie di €51.545,69 o il requisito del periodo di detenzione di 7 giorni per far scattare la tassazione.
Un'imposta di bollo del 2% sarà applicata sul valore totale delle criptovalute detenute. È stato introdotto un programma di dichiarazione volontaria che consente ai contribuenti di segnalare le criptovalute precedentemente non dichiarate senza sanzioni.
Nel 2024, i guadagni in conto capitale derivanti da transazioni con criptovalute che superano €2.000 per periodo d'imposta saranno soggetti a tassazione in Italia. La base imponibile è determinata dalla differenza tra il valore di vendita e il costo di acquisto. Per gli scambi, è rilevante il valore normale al momento dello scambio.
I contribuenti devono documentare accuratamente il costo o il valore di acquisto delle loro criptovalute per evitare discrepanze fiscali. Senza documentazione, il costo si presume pari a zero. I contribuenti possono rivalutare il valore di acquisto delle loro criptovalute al 1° gennaio 2023, pagando un'imposta sostitutiva del 14%.
Per calcolare la plusvalenza è necessario confrontare il controvalore in euro della moneta virtuale ceduta (accredita sul wallet della piattaforma il giorno della cessione) con il costo di acquisto della stessa.
Per ora, si intende che sia da applicare la disposizione di cui all’art. 67 comma 1-bis TUIR, secondo la quale si considerano cedute per prime le criptovalute acquisite in data più recente (Metodo LIFO: Last In First Out).
Non c’è nessun obbligo di dichiarare le minusvalenze ai fini fiscali (sempre nel quadro RT), però tenete in considerazione che a volte può essere conveniente: tali minusvalenze, infatti, possono essere utilizzate nell’esercizio in corso e nei quattro successivi per la compensazione con altre plusvalenze realizzate, superata la soglia di 2.000 euro
Per quanto riguarda gli ETF, o meglio, ETN, che investono in valuta virtuale, essi si considerano a tutti gli effetti fondi negoziati in borsa, pertanto la normativa applicabile è quella che si applica agli ETF. Leggi anche: come sono tassati gli ETF.
Il possesso di criptovalute al di fuori del sistema bancario italiano è considerato un'attività finanziaria estera e deve essere segnalato nel quadro RW ai fini del monitoraggio fiscale. Per il quadro RW, si applicano i seguenti punti chiave:
La dichiarazione dei redditi italiana per il 2024 (Modello 730) include un nuovo "Quadro W" dedicato alla dichiarazione di criptovalute e altre cripto-attività. Il Quadro W deve essere compilato anche se le cripto-attività non sono più detenute alla fine del periodo d'imposta. L'"Imposta sul valore delle cripto-attività" (2‰) sostituisce la precedente imposta di bollo e deve essere pagata dal contribuente se non è stata trattenuta da un intermediario italiano. La dichiarazione del Quadro W viene utilizzata sia per il monitoraggio fiscale che per il pagamento dell'imposta del 2‰ sulle cripto-attività.
A partire dall'anno fiscale 2023, in Italia è stata introdotta un'imposta di bollo del 2‰ (0,2%) sul valore totale delle criptovalute detenute al 31 dicembre. Questa imposta sostituisce la precedente imposta di bollo e deve essere pagata annualmente entro il 1° aprile dell'anno successivo.
Per gli utenti di alcune piattaforme, l'imposta di bollo sarà calcolata automaticamente e addebitata dal portafoglio Euro a partire dal 21 febbraio 2024 per l'anno fiscale 2023. È importante assicurarsi di avere un saldo sufficiente in euro per coprire l'imposta, altrimenti l'importo verrà detratto dalla prima transazione disponibile.
Se c'è una cosa che rende Bit2Me uno dei migliori exchange per acquistare criptovalute, sono le seguenti 3 caratteristiche:
L'imposta di bollo può essere pagata attraverso diverse modalità:
In caso di mancato pagamento dell'imposta di bollo, sarà applicata una sanzione amministrativa pari al 30% dell'imposta dovuta, con un minimo di 200 euro.
La dichiarazione dei redditi 2024 in Italia include un nuovo "Quadro W" dedicato alla dichiarazione di criptovalute e altre cripto-attività, sostituendo la necessità di compilare il Quadro RW separatamente. Ecco i principali campi da compilare nel Quadro W per le criptovalute:
La dichiarazione del Quadro W si completa compilando il rigo W8, che include l'importo di eventuali eccedenze versate tramite il modello F24 utilizzando il codice tributo 1717 per il 2023.
Il valore in euro delle criptovalute detenute alla fine dell'anno fiscale dovrebbe basarsi sul tasso di cambio della piattaforma dove sono state acquistate. Le criptovalute non sono soggette all'imposta IVAFE (imposta sul valore delle attività finanziarie estere) per i residenti italiani.
Nel caso in cui non siano state dichiarate le criptovalute negli anni precedenti, il governo italiano ha introdotto un programma di dichiarazione volontaria per regolarizzare la situazione. Ecco i punti chiave:
Il programma di dichiarazione volontaria consente ai contribuenti di regolarizzare la propria posizione fiscale riguardo alle criptovalute detenute prima del 2022. È importante agire tempestivamente per evitare sanzioni più severe.
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