Le migliori strategie sul Forex

La prima cosa da sapere quando si fa trading sul forex è che nessuno, nemmeno i maghi e i veggenti, sono in grado di stabilire con certezza cosa potrà succedere nel futuro. Questo vale sia nel prevedere dove si fermerà la pallina della roulette o su quale faccia cadrà la monetina o la direzione che prenderà una determinata valuta nei confronti dell’altra. In questo articolo vediamo come costruire le migliori strategie Forex.

strategie forex vincenti

Se ci si affidasse solo al caso avremmo il 50% di probabilità per l’una o l’altra delle possibilità ma, stante così le cose, la probabilità di perdere tutto in poco tempo sono elevatissime. Pertanto questa strada non è praticabile dagli operatori intelligenti.

Altra regola generale da non dimenticare mai è che la sicurezza di un investimento è inversamente proporzionale al rischio, mentre quest’ultimo è direttamente proporzionale al profitto atteso.

Trading operativo sul Forex: le strategie vincenti per guadagnare sul mercato dei cambi

 Le strategie di trading sul forex migliori sono quelle che partono dall’assunto per cui la tendenza dei prezzi è vostra amica pertanto bisognerà fare trading seguendo la direzione del mercato. 

Per identificare la direzione del mercato l’approccio più consigliabile è quello dell’analisi tecnica. Questo perché i grafici dei prezzi raccontano molte cose e contengono importanti livelli dove i traders possono entrare o uscire dal mercato incrementando le probabilità di successo.

Strategie Forex: analisi dei grafici

Lo studio dei grafici di trading è lo strumento principale per ogni analista tecnico. Possono essere raffigurati con varie modalità. Le più comuni sono:

  1. le linee
  2. le candele giapponesi
  3. le barre

Le rappresentazioni grafiche preferite dai traders del forex sono le candele giapponesi (o candlesticks) e  le barre. Naturalmente molto dipende dal Time frame che si sceglie in quanto ogni candela o barra sta ad indicare un determinato lasso di tempo, o time frame, necessario per formarla completamente.

 Pertanto queste figure possono determinare cosa è successo ai prezzi durante un minuto di contrattazioni o un’ora, una giornata, fino anche mesi.

Per il day trading il time frame da preferirsi è convenzionalmente quello dei 5 minuti, poi quelli da 1 minuto e 15 minuti come secondari (da consultare frequentemente e confrontare con quello dei 5 minuti).

Potrebbe interessarti: strategie Forex scalping.

Strategie Forex: broker

Per iniziare a operare occorre stipulare con contratto con un forex broker che fornisce l’accesso tramite la sua piattaforma. Qui vi diamo una top 3 dei migliori broker forex con alcune caratteristiche.

BROKERCOPPIE DI VALUTEPIATTAFORMACOMMISSIONI
Activtrades47ActivTrader
MT4-MT5
0Scopri di più →
Pepperstone61MT4 – MT5
cTrader – Tradingview
Dipende dal
conto
Scopri di più →

Leggi anche:

Strategie Forex intraday: gli indicatori

Nel day trading del Forex bisogna integrare all’analisi dei pattern grafici quella degli indicatori, di cui i software grafici sono abbondantemente provvisti.

Nel day trading sul Forex gli indicatori semplici da interpretare, che vengono usati più frequentemente sono:

  • Le Bande di Bollinger
  • Il MACD (Moving Average Convergence Divergence)
  • I Pivot Point
  • Le resistenze e i supporti
  • L’indicatore RSI (Relative Strength Index)

Le bande di Bollinger

Le Bande di Bollinger sono costituite da una “linea centrale”, che è una semplice media mobile o EMA  e due deviazioni standard: una al di sopra della linea centrale e una al di sotto. Queste sono chiamate banda superiore e banda inferiore di Bollinger.

In un trend rialzista (up trend) si vedrà che la banda superiore di Bollinger è rivolta verso l’alto e tocca o attraversa la parte superiore delle barre dei prezzi. Se l’angolazione dell’EMA è superiore ai 45° verso l’alto, significa che il trend è ben impostato e robusto, rappresentando dunque un forte segnale di acquisto. 

Inversamente in un trend ribassista la banda inferiore di Bollinger è rivolta verso il basso e tocca o attraversa la parte inferiore delle barre dei prezzi. Analogamente, ma inversamente, nel down trend se l’angolazione dell’EMA supera i 45° verso il basso significa che il trend è ben impostato e stabile, rappresentando dunque un forte segnale di vendita. Il trend sarà finito non appena le bande di Bollinger si discostano dalle barre, si appiattiscono o cambiano direzione.

Leggi anche: Bande di Bollinger: strategia

Moving Average Convergence Divergence (MACD)

Un altro indicatore di trend utilissimo  da usare in coppia con le Bande di Bollinger è il Moving Average Convergence Divergence (MACD), ovvero convergenza e divergenza delle medie mobili.

Il MACD è un istogramma a barre verticali: questo indicatore mostra la relazione esistente tra due medie mobili dei prezzi e si basa su un calcolo piuttosto semplice, che viene eseguito sottraendo la media mobile esponenziale (EMA) a più lungo termine da una a più breve termine.

Le linee verticali evidenziano l’incrocio delle EMA che corrisponde allo zero della signal line. L’EMA a 9 bar del MACD, chiamato “signal line”, è una linea orizzontale ed ha il valore dello zero. Da essa originano delle barre verticali che evidenziano graficamente la divergenza o la convergenza delle EMA a lungo e a breve termine. Quando le barre si allungano la divergenza aumenta, mentre si accorciano quando le linee delle EMA convergono.

Le barre si sviluppano al di sopra della signal line quando tra gli operatori stanno prevalendo i compratori, mentre se sono al di sotto significa che stanno prevalendo i venditori. Quando le linee delle EMA a lungo e a breve termine sono sopra la signal line, la linea rossa che rappresenta l’EMA a breve si alzerà se le tendenze a breve stanno guadagnando forza e la divergenza con la linea blu aumenterà, mentre diminuirà fino ad intersecarla dall’alto se esse stanno perdendo forza. Quando invece sono sotto, l’EMA a breve intersecherà dal basso quella a più lungo termine.

Un affidabile segnale di acquisto è generato quando la linea rossa incrocia la linea blu da sotto e quindi le barre dell’istogramma sono a zero. Un affidabile segnale di vendita è generato quando la linea rossa incrocia la linea blu da sopra e le barre dell’istogramma sono a zero.

Pivot point e pivot level

Molte strategie di trading sul forex utilizzano il pivot point che è il livello di prezzo che risulta da un semplice calcolo matematico e rappresenta un importante livello di riferimento. La sua importanza è data dal fatto che esso, raffigurato nei grafici da una semplice linea retta orizzontale, fornisce ai traders un’immediata valutazione dei movimenti dei prezzi attuali rispetto alla media di quelli del giorno precedente, e quindi se questi sono allineati ai prezzi della precedente giornata oppure se sono superiori o inferiori ad essi.

Il calcolo si esegue prendendo alcuni livelli dei prezzi raggiunti nella sessione precedente che sono: il valore massimo, il valore minimo, il valore di chiusura. La somma di questi valori viene poi divisa per tre. Il risultato di questa semplice formula costituisce il livello del Pivot Point del giorno. Si potrebbe fare questo calcolo manualmente, ma in realtà non è necessario in quanto quasi tutti i software grafici attuali lo eseguono automaticamente.

Supporti e resistenze

I migliori traders sul Forex conoscono l’importanza dei livelli di supporto e di resistenza. Quando i prezzi raggiungono questi livelli, si ha l’impressione che ci sia un ostacolo invisibile o una sorta di livello di prezzo che si oppone al proseguimento del movimento. 

In un trend rialzista la resistenza è un livello di prezzo che attrae gli ordini di vendita e quindi potenzialmente tende ad impedire ad esso di continuare una volta raggiunto e costituisce una specie di tetto dove i prezzi potrebbero ritracciare.

In un trend ribassista il supporto è un livello di prezzo che attira gli ordini di acquisto e quindi potenzialmente tende ad impedire ad esso di continuare una volta raggiunto e costituisce una sorta di pavimento dove i prezzi potrebbero rimbalzare.

Indice di Forza Relativa o RSI (Relative Strength Index)

Trattasi di un indicatore di seconda scelta che evidenzia la forza del prezzo comparando i movimenti rialzisti o ribassisti dei prezzi di chiusura durante una certa quantità di periodi. Il parametro da stabilire è quello di 14 periodi, come consigliato dallo stesso J. W. Wilder, ideatore di questo oscillatore.

Presentando una banda d’escursione costante, da 0 a 100, è possibile individuare zone fisse in cui l’oscillatore si trova in una situazione di estremo; saranno quindi considerate zone di ipercomprato quando l’oscillatore segnerà valori superiori a 70, mentre saremo in ipervenduto qualora segnasse valori inferiori al 30. 

Un mercato forte può generare segnali di ipercomprato o ipervenduto e questo potrebbe portare a uscire da un trend ancora potenzialmente valido; infatti a volte le fasi di ipercomprato durante un mercato rialzista possono durare a lungo, come quelle di ipervenduto durante un mercato ribassista.

Nel caso per esempio di un mercato orso che venga a generare una situazione di ipervenduto, con l’oscillatore quindi ben al di sotto della linea del 30, potrebbe essere interessante prendere posizioni rialziste una volta che il valore si sia riportato a tale livello. Viceversa accadrebbe nel caso di un consistente movimento bullish che si evidenzia con l’indicatore al di sopra della linea del 70. In tal caso potrebbe essere interessante prendere posizioni ribassiste quando questo si avvicina nuovamente alla linea del 70.

Potrebbe interessarti: indicatore RSI.

Conclusioni

Padroneggiare le principali strategie per fare trading sul Forex è un prerequisito per avere successo sui mercati. Al contempo bisogna comprendere che si agisce all’interno di un contesto aleatorio in cui le perdite  fanno parte integrante del business.

E’ bene avere delle aspettative realistiche e soprattutto un “piano b” da utilizzare qualora i prezzi non si muovano nella direzione auspicata. In questa logica l’utilizzo dello stop loss consente, anche se il mercato va contro, di subire delle perdite già calcolate ex ante e che quindi possono essere sopportate senza eccessivi problemi.

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