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La demografia non è una minaccia per i mercati, secondo Fisher Investments Italia

Figure di anziani in legno su sfondo sfocato.

Il calo demografico è negativo per l'economia e di conseguenza per i mercati, mentre l'aumento demografico è un fattore positivo? In base alle pubblicazioni finanziarie che seguiamo, molti esperti la pensano così. Ma le analisi dei dati e della storia di Fisher Investments Italia suggeriscono il contrario. Vediamo perché.

Come influisce la demografia sui mercati?

Secondo la nostra ricerca, i dati demografici non sono un fattore determinante per i mercati e a nostro avviso non dovrebbero essere considerati nelle prospettive economiche o di mercato degli investitori. 

In particolare, la preoccupazione è che i Paesi che evidenziano un invecchiamento della popolazione e bassi tassi di natalità rischino una stagnazione economica a lungo termine, se non addirittura un declino vero e proprio. Allo stesso modo, le nazioni con popolazioni più giovani sono presumibilmente predisposte a una rapida crescita. La logica alla base di questa analisi è che il capitale umano determini, da solo, la produzione economica. In altre parole, senza giovani che sostituiscano i lavoratori che vanno in pensione, l'Europa, la Cina e il Giappone crolleranno, mentre le nazioni asiatiche, mediorientali e africane, più giovani, faranno un balzo in avanti, stando alle pubblicazioni finanziarie analizzate da Fisher Investments Italia. 

Il caso degli USA

Ma la nostra ricerca ha rilevato che questa tesi non ha fondamento. Consideriamo gli Stati Uniti, che riteniamo esemplificativi essendo la più grande economia e il maggiore mercato azionario del mondo (1). Il tasso di fertilità generale (che si riferisce al numero totale di nati vivi per 1000 donne di età compresa tra i 15 e i 44 anni) è in calo dal 1970 (2). Se negli ultimi 50 anni il tasso di fertilità totale è stato pari o vicino al tasso di sostituzione di 2,1 figli, dal 2007 il dato è in calo (3). Inoltre, dal 1970 il numero di residenti statunitensi di età pari o superiore a 65 anni è quasi raddoppiato, passando dal 9,8% al 17,3%, a causa del calo delle nascite e dell'invecchiamento della popolazione (4).

Tuttavia, questi presunti peggioramenti demografici non hanno impedito un periodo complessivamente forte e prospero per l'economia o le azioni americane: il prodotto interno lordo (PIL) degli Stati Uniti è più che quadruplicato dal 1970 e le azioni statunitensi hanno registrato un rendimento annualizzato del 9,5% (5). Certamente, in questi oltre 50 anni si sono verificate recessioni (contrazioni economiche prolungate) e mercati ribassisti (cali prolungati, determinati dai fondamentali, superiori al 20% nei mercati azionari) (6), perché secondo la nostra ricerca è questa la natura del ciclo economico e di mercato. Tuttavia, Fisher Investment Italia ha analizzato oltre 50 anni di dati che dimostrano come il peggioramento demografico non abbia causato alcun declino economico. 

Il caso dell'Europa

Lo stesso accade in altri Paesi. In Europa, gli esperti hanno attribuito la responsabilità della crescita lenta, soprattutto in Italia, alla demografia. Ma si consideri che il coefficiente di dipendenza dagli anziani (OADR, che misura il numero di persone di almeno 65 anni per ogni 100 persone in età lavorativa) dell'Italia è stato del tutto simile a quello della Germania (7). Nel 2005, l'OADR dell'Italia era pari a 32,0, mentre quello della Germania era pari a 31,1, entrambi superiori alla media OCSE di 23,4 (8). A partire dal 2023, l'OADR della Germania è stato di fatto superiore a quello dell'Italia, 41,4 contro 40,9 (9). Eppure, in questo lasso di tempo, la crescita annuale del PIL tedesco è stata in media dell'1,2%, ben superiore allo 0,2% dell'Italia (10). Se simili dati demografici non hanno ostacolato l'economia tedesca, perché dovrebbero essere particolarmente problematici per l'Italia? Non lo sono, secondo la recensione di Fisher Investments Italia. In base alla nostra ricerca, altri fattori hanno un impatto sulla crescita (ad esempio, settore economico e composizione dell'industria di un Paese, normative, ecc.) più che l’età della popolazione.

Inoltre, anche se la popolazione dovesse ridursi, ciò non accadrebbe da un giorno all'altro. La storia ci insegna che i cambiamenti di popolazione avvengono in periodi estremamente lunghi, nel corso di anni o addirittura decenni. Si tratta di un ritmo troppo lento per alterare in modo sostanziale i fattori che incidono sugli utili aziendali, che a nostro avviso sono quelli che contano di più per le azioni. In base alle analisi storiche di Fisher Investments Italia, le azioni non si proiettano oltre i successivi 30 mesi circa. A nostro avviso, tutto ciò che avviene successivamente non si può ancora sapere.

In quell'arco di tempo il mondo avrà probabilmente un aspetto molto diverso. Con il cambiamento delle popolazioni, cambiano anche le società e le economie. L'umanità si adatta. In Fisher Investments Italia riteniamo che i progressi tecnologici e sanitari degli ultimi 50 anni abbiano contribuito ad allungare la vita (ad esempio, molti lavori moderni sono meno faticosi dal punto di vista fisico e consentono di lavorare più a lungo) (11). Anche le conoscenze mediche continuano a migliorare, fornendo alle persone maggiori informazioni su come adottare comportamenti che possono allungare la durata della vita. 

Inoltre, il capitale umano non è l'unico fattore di crescita, secondo l'analisi di Fisher Investments Italia. Infatti, anche il capitale, la tecnologia e la produttività contribuiscono alla produzione economica. Cosa succede se un'impresa intraprendente, sostenuta da un prestito bancario, investe in una tecnologia che aumenta la produttività del lavoro - e quindi richiede meno personale? Nonostante una forza lavoro più ristretta e più anziana, il risultato potrebbe essere un aumento dei profitti, ovvero quello che a nostro avviso interessa davvero alle azioni. Non stiamo sostenendo che i dati demografici non abbiano effetti significativi sulla società, ma dal punto di vista degli investimenti non cambiano in modo così significativo nel breve periodo da giustificare decisioni di portafoglio. 

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 Fisher Investments Italia è la denominazione commerciale utilizzata dalla succursale di Fisher Investments Ireland Limited operante in Italia (“Fisher Investments Italia”). Fisher Investments Ireland Limited, una società a responsabilità limitata costituita in Irlanda, è iscritta, insieme alla sua denominazione commerciale Fisher Investments Europe, al Companies Registration Office (“”Registro delle imprese””) irlandese con i numeri 623847 e 629724. Fisher Investments Europe è regolamentata dalla Banca Centrale d’Irlanda e ha sede legale presso: 2 George’s Dock, 1st Floor, Dublin 1, D01 H2T6 Irlanda Fisher Investments Europe affida una parte degli aspetti dell’attività giornaliera di consulenza di investimento e gestione di portafoglio e delle funzioni di trading alle proprie affiliate.

Il presente documento contiene le opinioni generali di Fisher Investments Europe e non deve essere considerato alla stregua di una consulenza personalizzata in materia di investimento o di natura fiscale, né tantomeno come un riflesso delle performance dei clienti. Non è possibile garantire che Fisher Investments Europe manterrà queste opinioni, che potrebbero cambiare in qualsiasi momento in base a nuove informazioni, analisi o riconsiderazioni. Nulla nel presente deve essere inteso come una raccomandazione o una previsione delle condizioni di mercato. Al contrario, è da intendersi come l’illustrazione di una tesi. Le condizioni di mercato attuali e quelle future potrebbero presentare numerose differenze rispetto a quelle qui illustrate. Inoltre, non si forniscono garanzie in merito all’esattezza delle ipotesi formulate negli esempi qui presenti.

NOTE

1. Fonte: Banca Mondiale e FactSet, al 12/07/2024. Dichiarazione basata sul PIL USA 2023 in USD costante 2015 e sull'indice MSCI World.

2. Fonte: National Center for Health Statistics, al 30/04/2024.

3. Ibid. Il tasso di fertilità totale si riferisce al numero stimato di figli che una donna partorirà nel corso della sua vita, mentre il tasso di sostituzione è il numero di nascite che permetterebbe a una generazione di essere sostituita.

4. Fonte: OCSE, al 11/09/2023.

5. Fonte: Bureau of Economic Analysis, all'11/07/2024, e FactSet, al 17/01/2024. Dichiarazione basata sulla variazione del prodotto interno lordo corretto per l'inflazione, dal 1970 al 2023 e sui rendimenti dell'indice MSCI USA con dividendi netti, in USD, Presentato in dollari USA. Le fluttuazioni valutarie tra il dollaro e la sterlina potrebbero provocare variazioni al rialzo o al ribasso del rendimento degli investimenti. Il rendimento annualizzato si riferisce al tasso di crescita annuo composto che consentirebbe di ottenere il rendimento cumulato in un determinato periodo.

6. Fonte: National Bureau of Economic Research e FactSet, al 15/07/2024.

7. Fonte: OCSE, al 11/07/2024. Dichiarazione basata sull'indice di dipendenza degli anziani per Italia e Germania, dal 2005 al 2023.

8. Ibid.

9. Ibid.

10. Fonte: Eurostat, all'11/07/2024.

11. Fonte: OCSE, al 15/07/2024. 

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