Borsa
Prima di iniziare ad investire o a fare trading è importante conoscere gli aspetti fiscali derivanti dalle operazioni nei mercati finanziari. In questo articolo spiegherò come sono tassati i guadagni del mercato azionario in Italia.
Il concetto di capital gain assume un ruolo cruciale, specialmente quando si tratta della tassazione del capital gain e della sua rilevanza nella dichiarazione dei redditi. In questo articolo, esploreremo in dettaglio come queste plusvalenze vengono tassate e quali implicazioni hanno per gli investitori.
Capiremo:
Abbiamo parlato di plusvalenza. In sostanza, la plusvalenza, nota anche come capital gain, rappresenta il profitto realizzato dalla vendita di un asset finanziario. Questo guadagno si verifica quando un asset viene venduto a un prezzo maggiore rispetto a quello di acquisto, generando una differenza positiva tra il costo di acquisto e il prezzo di vendita dell'asset. In questo articolo vedremo le plusvalenze realizzate per azioni e dividendi (italiani ed esteri).
Le azioni sono parti uguali in cui è diviso il capitale sociale di una società per azioni. Cioè, siccome queste parti sono di proprietà di una persona; questa persona è chiamata azionista; e può, quindi, rappresentare la percentuale della società che gli appartiene.
Nel caso dei pagamento dividendi, sono una parte dei profitti che una società o un'impresa paga ai suoi azionisti; in altre parole, è il ritorno del capitale investito dai proprietari della società.
Le azioni generano redditi di capitale per la componente dividendi mentre generano redditi diversi per la componente prezzo. La tassazione in entrambi i casi, sia per azioni che per dividendi, è pari al 26%, l’aliquota ordinaria a cui vengono tassati i redditi finanziari.
Abbiamo appena parlato però di redditi di capitale e redditi diversi, qual è la differenza?
In altre parole il capital gain generato dalla vendita delle azioni va bene per recuperare le minusvalenze mentre non funziona per i dividendi.
Come abbiamo visto, il capital gain o plusvalenza è la differenza positiva tra il prezzo di vendita o di rimborso di uno strumento finanziario e il suo prezzo di acquisto o di sottoscrizione.
Si genera quindi una plusvalenza quando si vende l’azione ad un prezzo maggiore di quello di acquisto.
Se acquisti un'azione al prezzo di 1.000€ e la vendi al prezzo di 2.000€, hai generato un capital gain di 1.000€, su questa plusvalenza devi pagarci il 26% ossia 260€.
La tassazione dei titoli azionari esteri possono essere applicate ulteriori ritenute alla fonte che possono comportare tassazioni molto elevate.
Le azioni estere spesso prevedono una doppia imposizione sui dividendi, si pagherà il 26% a cui si deve aggiungere un'altra aliquota in base al paese di quotazione dell’azione.
Prima si pagherà l’imposta estera e poi quella italiana sui dividendi. Bisogna stare molto attenti nel comprare azioni estere soprattutto se si vuole costruire un portafoglio di investimento a rendita periodica quindi formato da azioni ad alto dividendo, in quanto parte di questi proventi verranno tassati due volte.
In tabella puoi vedere l'aliquota estera e la ritenuta totale data dall’imposta italiana e da quella estera per ciascun paese.
PAESE | ALIQUOTA ESTERA | RITENUTE TOTALE | |||
FRANCIA | 30% | 48,20% | |||
GERMANIA | 26,37% | 45,52% | |||
SPAGNA | 19% | 40,06% | |||
SVEZIA | 15% | 37,10% | |||
NORVEGIA | 15% | 37,10% | |||
SVIZZERA | 35% | 51,90% | |||
USA | 15% | 37,10% | |||
REGNO UNITO | 0% | 26% | |||
IRLANDA | 20% | 40,80% | |||
GIAPPONE | 15% | 37,10% | |||
TURCHIA | 15% | 37,10% |
Facciamo un esempio per capire meglio.
L’investitore compra un'azione francese che ha un dividendo lordo del 3%, quanto sarà il dividendo netto?
Si può calcolare in due modi:
In pratica metà del proprio rendimento da dividendo viene eroso dalla doppia tassazione.
Come puoi notare in tabella meglio evitare azioni da dividendi di paesi che hanno una tassazione superiore al 40%, il paese più interessante è sicuramente il Regno Unito che ha un’aliquota pari allo 0%.
È molto frequente investire in azioni di grandi aziende degli Stati Uniti. Come potete vedere nella tabella precedente, la tassazione sulle azioni americane è di un'aliquota del 15%, per un totale di 37,10% di aliquota totale.
Si, esiste un modo per evitare la doppia tassazione.
Come si può leggere dal sito dell’Agenzia delle Entrate (ADE):
“L'Italia ha stipulato con numerosi Paesi esteri, comunitari e non, convenzioni bilaterali per evitare le doppie imposizioni sul reddito e sul patrimonio. Le stesse stabiliscono come deve essere ripartito il potere impositivo fra i due Stati contraenti, regolamentando il trattamento fiscale delle singole categorie di reddito. Tali accordi prevedono, a seconda delle tipologie interessate, la possibilità che entrambi gli Stati prelevino un'imposta sullo stesso reddito (tassazione concorrente) oppure talvolta la tassazione esclusiva da parte di uno Stato”.
Quello che interessa a noi, è capire come i residenti in Italia possono ottenere la convenzione bilaterale.
I soggetti residenti in Italia possono ottenere il rimborso dell’imposta estera o una riduzione delle imposte dello stato estero attraverso la compilazione di un apposito modulo messo a disposizione dell’autorità fiscale estera o dall’Agenzia dell’Entrate italiana, se il paese estero non abbia predisposto alcun modello.
Tale modello può anche essere messo a disposizione dal broker o dalla banca stessa per agevolare gli stessi investitori o trader.
Il modello in egual modo contiene un’attestazione di residenza ai fini tributari in Italia che il contribuente dovrà farsi firmare e timbrare da parte di qualsiasi direzione provinciale dell’ADE.
Sulle azioni italiane oltre all’aliquota del 26% sono presenti altri due tipi di imposte, l’imposta di bollo e la Tobin Tax.
Tutte le azioni rientrano nel calcolo del montante ai fini dell’applicazione dell’imposta di bollo pari al 0,20%.
L’imposta di bollo è un’imposizione di carattere patrimoniale indipendente dall’entità del reddito e degli strumenti detenuti.
La terza imposta invece che interessa le azioni italiane è “Italian financial transaction tax“, meglio nota come “Tobin tax”.
L’imposta sulle transazioni finanziarie è rivolta alle azioni italiane, e anche ai prodotti derivati che hanno come sottostanti azioni o indici italiani, con le seguenti caratteristiche:
Da sapere che l’applicazione sui derivati è differente rispetto alle azioni. Per saperne di più leggi: come compilare il modello 730.
I regimi di tassazione presenti in Italia sono tre: regime dichiarativo, regime fiscale e risparmio gestito.
Il regime dichiarativo prevede che è l’investitore stesso a dichiarare i propri adempimenti fiscali, chi lo sceglie dovrà portare plusvalenze e minusvalenze realizzate nella sua dichiarazione dei redditi.
Con questo regime l’investitore posticipa il pagamento delle imposte ottenendo un beneficio fiscale, in quanto la tassazione viene applicata una sola volta all’anno quando appunto sarà il momento di fare la dichiarazione dei redditi.
Il vantaggio è che non viene conteggiata la valenza cronologica di plusvalenze e di minusvalenze.
Con questo regime si è generalmente soggetti all’utilizzo di un commercialista che compirà per conto nostro, dopo averli portato tutti i documenti necessari, la dichiarazione, comportando di fatto un costo aggiuntivo per la sua parcella.
Il regime del risparmio amministrato prevede che il broker o la banca funga da sostituto d’imposta quindi che sia direttamente lei a versare per noi le imposte non appena vengano realizzate.
Con questo tipo di regime è possibile sfruttare i redditi diversi per compensare le minusvalenze solo su plusvalenze realizzate successivamente, ti faccio un esempio.
La minusvalenza di 100 può essere compensata solo con la plusvalenza realizzata al giorno 3 quindi potrai recuperare solo 50.
Il vantaggio di questo regime è che gli adempimenti fiscali non sono svolti autonomamente ma vengono delegati, togliendo di fatto il carico fiscale dalla nostra competenza e ulteriori costi.
Se preferisci optare per il regime amministrato con l'imposta sostitutiva, in questo articolo troverai una selezione dei broker sostituto d'imposta, come:
Sostituto d'imposta | Maggiori info. | ||||
1 | ActivTrades | Scopri di più → | |||
2 | Fineco | Scopri di più → |
Il regime del risparmio gestito prevede che l’investitore delega ad un intermediario finanziario, come una banca o una SIM, l’attività di gestione del proprio capitale e gli adempimenti fiscali.
Con questo regime si compensano le componenti positive con quelle negative l’ultimo giorno di ogni anno.
Da una parte è vantaggioso perché ti permette di compensare le minusvalenze anche sui redditi di capitale ma dall’altra andrai a pagare le imposte anche sui guadagni non realizzati.
Non esiste quindi un regime fiscale migliore di un altro per quanto riguarda la componente azionaria, tutto dipende dal profilo dell’investitore, se predilige l'efficienza fiscale oppure la semplicità sugli adempimenti fiscali.
È responsabilità di tutti dichiarare i profitti ottenuti dai propri guadagni, i broker che possono operare in regime amministrato lo faranno per te. In caso contrario, saremmo noi a doverlo dichiarare. È molto importante tenere conto della tassazione nella riscossione dei dividendi in caso di investimento in società non residenti. Per evitare sanzioni possiamo scegliere di investire in fondi di investimento o ETF in modo da non subire trattenute diseguali sui dividendi o essere penalizzati.
Se ti interessa investire in ETF o fondi, leggi di più sulla tassazione degli ETF e sulle tasse sui fondi di investimento. Se invece vuoi maggiori informazioni sulla dichiarazione dei redditi puoi leggere questo ultimo articolo.
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