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Previsioni oro tra 10 anni: scenari possibili e cosa aspettarsi

Previsioni oro 10 anni

Le previsioni dell'oro tra 10 anni assumono oggi un peso crescente per chi cerca stabilità e protezione in un contesto economico segnato da incertezza, inflazione e tensioni geopolitiche. L’interesse verso il metallo giallo resta elevato, sia da parte degli investitori privati che delle banche centrali, che continuano ad accumularlo come riserva strategica.

L’oro è storicamente considerato un bene rifugio: la sua natura limitata, a differenza delle valute che possono essere stampate, lo rende particolarmente prezioso nei periodi di crisi. Nel momento in cui devi creare un portafoglio, contribuisce a diversificare e a contenere il rischio complessivo, specialmente quando gli altri asset si dimostrano più volatili.

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A fine 2024, l’oro ha superato l’euro nelle riserve ufficiali, rappresentando il 20% del totale detenuto dalle banche centrali, contro il 16% dell’euro e il 46% del dollaro. Un dato che rafforza il suo ruolo centrale nei sistemi finanziari internazionali.

Siamo in un contesto ancora inflazionistico e, dopo l’ultima riunione FED, i banchieri centrali paiono meno focalizzati sull’azzerare ‘gli ultimi punti’ di inflazione: in questo scenario, a guadagnare valore reale sono soprattutto gli asset reali (oro compreso), più che il fiat.

Dove sta andando l’oro? Uno sguardo ai prossimi 10 anni

L’oro arriva da un rally impressionante: oltre +100% negli ultimi 2 anni, sostenuto da dinamiche macroeconomiche e geopolitiche. In un contesto di inflazione elevata, instabilità globale e politiche monetarie espansive, il metallo giallo ha rafforzato il suo ruolo di bene rifugio, e le previsioni sul prezzo dell’oro tra 10 anni appaiono sempre più ottimistiche.

L’oro puro, storicamente utilizzato come copertura contro l’inflazione, ha conservato e accresciuto il suo potere d’acquisto: un tempo 32 once bastavano per una Fiat 500, oggi valgono un SUV. Le prospettive future, rafforzate anche dall’interesse crescente delle banche centrali, delineano un possibile scenario in cui l’oro superi i 5.000-6.000 dollari l’oncia nei prossimi 5 anni. Alcune previsioni più audaci parlano addirittura di valori in area 7.000 dollari.

Dal conflitto tra Russia e Ucraina alla strategia di de-dollarizzazione promossa dai paesi BRICS, gli acquisti record di oltre 1.000 tonnellate annue da parte delle banche centrali (contro le 400-500 medie del decennio precedente) hanno spinto la quotazione oro sempre più in alto. Osservando il grafico oro degli ultimi 5 e 10 anni, si nota una crescita costante, alimentata da fattori che potrebbero perdurare nel tempo.

Sondaggio su percezione delle riserve d'oro delle banche centrali negli ultimi 12 mesi

In un contesto simile, comprare lingotti d’oro o comprare oro fisico resta una scelta difensiva strategica. Tuttavia, è fondamentale considerare anche elementi come la tassazione dell’oro e il valore del dollaro, con cui l’oro mantiene una relazione inversa. Secondo le previsioni quotazioni oro per i prossimi mesi, il metallo giallo potrebbe continuare a beneficiare dell’incertezza globale, confermandosi un pilastro nei portafogli di lungo periodo.

Conviene investire in oro?

In molti si chiedono se oggi conviene comprare oro rispetto ad altre asset class. La risposta dipende dall’orizzonte temporale, dal profilo di rischio e dagli obiettivi dell’investitore.

Certamente, al netto delle opportunità quotidiane, in ottica speculativa, che si palesano quotidianamente sul mercato del gold, investire in oro risulta conveniente, soprattutto per quel che riguarda il concetto di diversificazione del portafoglio e protezione contro contraccolpi finanziari ed inflazione. Il valore dell’oro, quindi, tende a mantenersi stabile o ad aumentare nel tempo e, storicamente, l’oro ha protetto gli investitori durante i periodi di crisi. Pensiamo a quanto sta accadendo negli ultimi mesi e pensiamo a quanto è accaduto nel 2008 quando durante il crollo del mercato azionario il gold ha protetto coloro i quali hanno inserito una quota di metallo in portafoglio.

Oro puro: quanto vale oggi e cosa ne influenzerà il prezzo

Il prezzo dell’oro puro oggi si attesta intorno ai 111 euro al grammo. Da inizio anno l’oro è salito di circa +35%, arrivando a sfiorare i 3.900 USD/oz (nonostante fisiologici ritracciamenti).

Parliamo dell’oro a 24 carati, ovvero il metallo nella sua forma più raffinata, con una purezza pari o superiore al 99,9%. Questo valore rappresenta un riferimento globale per chi desidera investire in oro fisico, come lingotti o monete, ed è aggiornato quotidianamente in base all’andamento dei mercati internazionali.

Oro puro: quanto vale oggi

La quotazione ufficiale dell’oro, infatti, viene determinata due volte al giorno dalla London Bullion Market Association (LBMA), alle 10:30 e alle 15:00 GMT. Questo sistema, adottato dal 2015 in sostituzione del tradizionale London Gold Fix, garantisce maggiore trasparenza nella definizione del prezzo, espresso in dollari USA. La LBMA, fondata dalla Banca d’Inghilterra nel 1987, stabilisce anche gli standard internazionali di raffinazione del metallo.

Ma cosa influenza davvero l’andamento dell’oro nel tempo? Oltre all’inflazione, conta il tasso reale: prendendo il Treasury USA a 10 anni e sottraendo il breakeven (o osservando direttamente i TIPS), oggi il tasso reale è intorno a +1,75%; eppure l’oro continua a salire con forza. Interpretazione: il mercato starebbe ‘scoprendo il bluff’ delle banche centrali, un’apparente immagine di forza delle valute che non cambia la dipendenza dal debito e dall'esportazione di inflazione.

Secondo le previsioni quotazioni oro per i prossimi mesi, il metallo giallo potrebbe continuare a rafforzarsi, spinto da: il contesto inflazionistico persistente, la minore determinazione delle banche centrali nel ridurre gli ultimi punti di inflazione e la ricerca di protezione in asset reali. Consultare un grafico oro aggiornato, come il grafico degli ultimi 5 anni, può aiutare gli investitori a valutare meglio il momento giusto per acquistare metalli preziosi e diversificare il proprio portafoglio.

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Tassi reali e il bluff delle banche centrali

Più che semplice copertura dall’inflazione, l’oro viene spesso considerato una protezione contro i tassi di interesse reali negativi. In teoria, quando il tasso reale è sottozero l’oro tende a salire (proteggendo dal deprezzamento della valuta); quando è positivo, la pressione rialzista dovrebbe attenuarsi.

Operativamente, il tasso reale a 10 anni si ottiene sottraendo al Treasury USA a 10 anni l’aspettativa d’inflazione implicita di pari scadenza (breakeven). In formula: tasso reale ≈ Treasury 10Y (nominale) - breakeven 10Y. Alternativamente, si possono osservare direttamente i rendimenti dei TIPS.

Eppure, pur con un tasso reale attorno a +1,75%, nell’ultimo anno l’oro ha accelerato come raramente accaduto. La lettura proposta è che il mercato stia “scoprendo il bluff” delle banche centrali: un’apparente forza delle valute che non cancella la dipendenza strutturale dal debito e la tendenza a esportare inflazione. Considerando che il 70-75% delle riserve in valuta globali è denominato in dollari o euro, lo scenario di crescita trainata dal debito con episodi inflazionistici ricorrenti resta plausibile e mantiene elevato l’interesse verso asset reali come l’oro.

In questo quadro, “tutte le strade portano all’oro”. Alcuni analisti includono anche Bitcoin vs l'oro tra gli asset favoriti del decennio, ma con profilo di volatilità e rischio diverso.

Oro tra 5 e 10 anni: quanto può valere?

Secondo un recente sondaggio effettuato dal World Gold Council, le banche centrali di tutto il mondo prevedono di aumentare la quota di oro nelle proprie riserve nei prossimi cinque anni. Tale aspetto può senza dubbio influire positivamente sui prezzi del metallo giallo per gli anni a venire. Bisogna anche continuare a monitorare il valore del dollaro, i dati relativi all’inflazione, le decisioni della Fed sui tassi di interesse e chiaramente anche la geopolitica.

La performance dell’oro in tempi di crisi, la diversificazione del portafoglio e la copertura dall’inflazione sono alcuni dei temi chiave che spingeranno l’oro ancora verso l’alto. E poi anche l’aumento della domanda per quel che riguarda gli ETF legati all’oro che attirano sempre di più nuovi investimenti. Se si dovesse continuare ad incrociare un percorso irto di ostacoli per quel che riguarda buona parte degli elementi citati appare chiaro che l’oro può superare brillantemente l’area dei 3500 dollari l’oncia ed avvicinarsi nei prossimi anni verso area 4500/5000 dollari l’oncia. Ci sono addirittura stime che ipotizzano prezzi verso i 7000 dollari l’oncia.

Quanto si sono rivalutate le società minerarie nel 2025?

Nell’ultimo anno molte società aurifere hanno segnato performance > +100% (in meno di dodici mesi).

Il mercato tende prima a prezzare l’oro e, con un lag, i risultati si riflettono sui conti delle minerarie, amplificando i movimenti dei prezzi delle azioni.

Come si è mosso il prezzo dell’oro nell’ultimo decennio?

Facciamo prima un percorso storico sul gold, menzionando alcune delle date imprescindibili.

Nel 1900 gli Stati Uniti fissarono il prezzo dell’oro a 20,67 dollari l’oncia attraverso il Gold Standard Act, poi nel 1934 il gold Reserve Act aumenta il prezzo a 35 dollari l’oncia, a seguito poi degli accordi di Bretton Woods il dollaro viene ancorato all’oro. Negli anni settanta con Nixon viene annunciata la convertibilità diretta del gold ponendo fine al sistema determinato da Bretton Woods.

Perché questa scelta? L’abbandono del gold standard da parte degli Stati Uniti ostacolava la possibilità per il governo di aumentare la spesa pubblica - in particolare per finanziare la guerra del Vietnam - e di gestire un crescente disavanzo nella bilancia dei pagamenti. Da quel momento, i prezzi dell’oro hanno iniziato a fluttuare liberamente.

Negli anni Settanta, la quotazione oro è passata da 35 dollari a oltre 800 dollari l’oncia nel 1980, per poi subire una brusca correzione: tra il 1990 e il 2000 il prezzo è sceso progressivamente, toccando minimi intorno ai 300 e successivamente ai 280 dollari. Da lì è iniziata una nuova fase rialzista, culminata nel 2011 con il raggiungimento dei 1.900 dollari l’oncia.

Nell’ultimo decennio, il metallo giallo ha continuato a mostrare una tendenza positiva: dai circa 1.200 dollari del 2014 ha toccato gli attuali 3.900 dollari l’oncia. Nel 2020, in piena pandemia, il prezzo oro è aumentato del 24%, chiudendo l’anno in area 1.890 dollari. Anche il 2023 è stato un anno favorevole, con una performance del +27% e una quotazione che ha sfiorato i 2.800 dollari l’oncia. Il movimento recente è coerente con +35% YTD e >+100% su 2 anni.

Andamento dell'oro nella sua storia
Andamento dell'oro nella sua storia

Le qualità intrinseche dell’oro restano decisive: si stima che nella storia siano state estratte circa 201.000 tonnellate, con un stock-to-flow di circa 67 anni e risorse estraibili residue nell’ordine di 50.000 tonnellate. Offerta quindi rigida nel tempo.

Grafico aggiornato dell’oro negli ultimi 10 anni

Analizzando il grafico oro degli ultimi 10 anni, si osserva una prima fase di stabilità, con i prezzi oscillanti all'interno di un trading range compreso tra i 1.100 e i 1.380 dollari l’oncia. Questa fase laterale è durata fino al 2019, anno in cui l’oro ha iniziato a superare stabilmente la soglia di resistenza, aprendo la strada a un nuovo trend rialzista.

Andamento dell'oro nella sua storia
Andamento dell'oro nella sua storia

Nel 2014, il mercato è stato fortemente condizionato dal rafforzamento del dollaro USA, un fattore che ha contribuito a mantenere bassa la quotazione oro. In un contesto simile, l’oro tende a perdere attrattiva come bene rifugio, poiché il biglietto verde più forte rende meno conveniente l’acquisto del metallo prezioso in valuta locale per gli investitori internazionali.

A ciò si aggiungeva l’aspettativa di un aumento dei tassi d’interesse da parte della Federal Reserve. Storicamente, un rialzo dei tassi penalizza l’oro, che non genera interessi e viene quindi considerato meno competitivo rispetto ad altri asset obbligazionari.

I momenti chiave che hanno influenzato l’andamento

Proprio a partire dal 2019 iniziano i primi movimenti verso l’alto, con un aumento della domanda del bene rifugio alimentata certamente dalle incertezze economiche e dalle tensioni commerciali tra Cina e Stati Uniti. 

L’anno successivo è stato lo scoppio della pandemia, senza dimenticare l’interessante stimolo monetario, ad influire fortemente anche sul mercato dell’oro. Basti pensare che ad inizio 2020 valeva 1500 dollari l’oncia, toccando i livelli più alti nel mese di agosto 2020 in area 2000 dollari l’oncia per concludere l’anno a 1890. 

Nel 2023 si parte dai 1900 dollari l’oncia sino a chiudere l’anno in area 2060 dollari. In questo caso sono state le incertezze geopolitiche, l’inflazione, acquisti da parte delle banche centrali a guidare la crescita dei prezzi. 

Lo scorso anno le quotazioni del gold continuano a seguire un certo rally. Difatti, nel 2024 i prezzi partono dai 2030 dollari l’oncia e chiudono i dodici mesi in area 2700 dollari l’oncia.

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Come investire in oro oggi?

Il mercato offre una molteplicità di modi differenti per investire in oro, a seconda del tipo di investitore e della propensione al rischio:

  • Si può acquistare oro fisico, attraverso monete e lingotti, anche se dinanzi a tale scelta non si devono trascurare i costi di conservazione. Esistono poi le azioni del settore riguardante le aziende minerarie. In tal caso non si acquista direttamente il metallo fisico ma si investe in materie prime focalizzando l’attenzione sulle società che estraggono o lavorano oro. 
  • Altra possibilità è quella relativa agli ETF con replica fisica sull’oro che rappresentano degli strumenti che replicano l’andamento del prezzo del metallo. In questo caso si abbassano i costi di gestione. 
  • Le opzioni o i futures sull'oro, invece, sono due alternative per gli investitori più esperti. I futures sull'oro sono contratti standardizzati che danno il diritto, ma non l'obbligo, di acquistare o vendere un bene a un determinato prezzo per un determinato periodo di tempo. 
  • Oltre ai futures, investire in CFD sulle materie prime resta una delle alternative preferite dai trader di questo asset. Ricordate che questo tipo di attività replica il sottostante e vi consente di utilizzare la leva finanziaria. 

Ti lascio di seguito alcuni dei migliori broker, da scegliere in base a quale asset dell'oro sie indeciso ad investire:

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Azioni aurifere

Le azioni delle società aurifere tendono ad amplificare i movimenti del prezzo dell’oro (effetto leva operativo): quando l’oro sale, i margini possono espandersi e i titoli reagiscono in modo più marcato; quando l’oro scende, la correzione può essere più violenta.

Oltre al prezzo del metallo, sui fondamentali incidono costi di estrazione (AISC), qualità dei giacimenti, rischio Paese/giurisdizione, cambi (molte spese sono in valute locali), politica di hedging e solidità del bilancio. Le società royalty/streaming mostrano in genere flussi più stabili rispetto ai produttori puri.

Come usarle in portafoglio:

  • Beta sull’oro: pensare alle minerarie come a una leva sul metallo; utile per strategie tattiche, da pesare con prudenza.
  • Diversificazione interna: combinare produttori large cap (maggiore resilienza) con mid/small cap (più crescita, più rischio), e valutare l’esposizione a royalty/streaming.
  • Controllare i costi: AISC, capex e debito guidano la sensibilità ai cicli.
  • Valutare l’alternativa ETF azionari a tema (es. panieri di minerarie) per ridurre il rischio specifico di singolo emittente.
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