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L’opinione di Fisher Investments Italia sulle bolle del mercato azionario

Le bolle di mercato sono caratterizzate da domanda irrazionale e offerta fuori controllo. Fisher Investments Italia spiega come identificarle e affrontarle per proteggere i propri investimenti.
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I mercati azionari di solito crescono e talvolta salgono a tal punto da discostarsi troppo dalla realtà formando una bolla, che tuttavia, stando alle nostre ricerche, si rivela piuttosto rara (1). Nel recensire le bolle azionarie, Fisher Investments Italia osserva alcune caratteristiche ricorrenti. In questo articolo spiegheremo perché accadono, come individuarle e cosa possono fare gli investitori per affrontarle.

Le bolle: domanda e offerta fuori controllo

Le recensioni di Fisher Investments Italia sulla storia del mercato mostrano che le bolle sono caratterizzate principalmente da due elementi: una domanda irrazionale e un'offerta azionaria fuori controllo. La prima si verifica quando il sentiment degli investitori sale fino a raggiungere livelli di euforia. In questo contesto abbiamo osservato che l'esuberanza nel detenere azioni può accecare molti investitori tanto da non far vedere loro quanto deteriorati siano i fondamentali della società a cui sono interessati. Come ha detto il celebre investitore Sir John Templeton, i mercati rialzisti (periodi prolungati di crescita generale delle quotazioni azionarie): “I mercati rialzisti nascono dal pessimismo, crescono nello scetticismo, maturano nell’ottimismo e muoiono di euforia” (2).

Tuttavia, non crediamo che una domanda insaziabile possa da sola generare una bolla di mercato. Piuttosto, Fisher Investments Italia ritiene che una bolla richieda anche ciò che il giornalista scozzese Charles Mackay descrisse nel 1841 come "la follia delle masse", la quale spinge le società a emettere azioni in eccesso per alimentare la domanda irrazionale (3). Nell'era moderna, riteniamo che quando le aspettative sugli utili diventano così elevate, la realtà potrebbe non tenere il passo. Questo di solito spinge gli investitori a pensare che i driver tradizionali e le metriche non funzionino più, che i modi convenzionali di valutare le società siano obsoleti e i nuovi metodi spazzeranno via i vecchi. Nel frattempo, prima che la realtà appaia chiara (il che può richiedere molto tempo) la mania del mercato favorisce l'emissione esplosiva di azioni che le masse vogliono acquistare in cerca di una (apparente) occasione di investimento. Quando questo si rivela illusorio e le aziende non possono soddisfare le aspettative scoppia la bolla, seguita, secondo le nostre ricerche, dai mercati ribassisti (cali oltre il 20% dovuto al deterioramento dei fondamentali economici).

La bolla del 2000, detta delle “dot-com” ne è un esempio lampante, secondo Fisher Investments Italia. Alla fine degli anni Novanta, la cosiddetta new economy ha portato molti a pensare che internet e l'e-commerce avrebbero interrotto il ciclo economico creando una crescita pressoché infinita (4). I commentatori finanziari che seguiamo ritenevano che i “click”, ovvero il traffico sui siti web, potessero contare più dei profitti della società e che le società in grado di generarli non potessero far altro che crescere. Ma la nostra ricerca ha evidenziato che le società senza un modello di business che potesse far ottenere loro un'adeguata crescita degli utili non erano affidabili. Abbiamo osservato molte dot-com bruciare cassa e accumulare ingenti perdite. Sebbene alcune dot-com siano state in grado di adottare modelli di business sostenibili e sopravvivere, e una manciata di esse abbiano ottenuto un grande successo, la maggior parte di esse si sono rivelate deludenti (5).

Come identificare una bolla

E allora, come possono gli investitori identificare una bolla? Un segnale rivelatore, stando alle analisi della stampa finanziaria condotte da Fisher Investments Italia è la diffusa e schiacciante convinzione che i titoli si muovano solo verso l'alto, che non possano fare altro che generare ricchezza.  In base alle nostre osservazioni, i titoli delle principali testate giornalistiche riportano queste opinioni in copertina, pubblicizzando opportunità che sembrano imperdibili. Non soltanto si diffonde l'avidità o la paura di perdere l'occasione - ma vengono anche ignorati, se non addirittura ridicolizzati, coloro che la pensano diversamente.

La nostra analisi delle bolle mostra anche che il margin debt - il prestito di denaro dalle agenzie di intermediazione per acquistare azioni - tende ad aumentare in modo smodato, il che suggerisce che alcuni investitori potrebbero trascurare il rischio di perdita alla ricerca di rendimenti più elevati. Spesso si assiste a questo fenomeno in concomitanza con la frenesia delle offerte pubbliche iniziali (IPO), in particolare da parte di società di bassa qualità con modelli di business sospetti (con scarse prospettive di vendita e di guadagno). Secondo la nostra esperienza, i banchieri d'investimento reagiscono all'aumento della domanda di titoli caldi spingendo le nuove imprese a raccogliere capitali quotandosi. Questa impennata dell'offerta di titoli, dovuta all'emissione di IPO di bassa qualità con aspettative altissime da parte degli investitori, può indicare la formazione di una bolla.

Un altro potenziale indicatore di una bolla è l'impennata delle valutazioni. Fisher Investments Italia di solito non ritiene che le valutazioni (come il rapporto prezzo/utili) siano molto utili per determinare l'andamento dei titoli, perché i mercati guardano al futuro e le valutazioni utilizzano i prezzi passati, che non sono predittivi. A nostro avviso, queste metriche riflettono già le prospettive sui fondamentali delle società. Tuttavia, i grandi e improvvisi movimenti al rialzo delle valutazioni possono suggerire la formazione di un contesto di euforia.

Conclusioni

Sapendo cosa cercare, pensiamo che gli investitori possano orientarsi meglio nelle discussioni sulle bolle quando vengono riportate sui media. In particolare, però, l'analisi dei dati di Fisher Investments Italia ha dimostrato che esiste anche un segnale controindicativo di bolla di cui gli investitori dovrebbero essere consapevoli: l’abbondare di titoli di giornale che mettono in guardia dalle bolle, suggerisce che il sentiment non sia euforico, e ciò fa sì che l'attenzione negativa tenda a sgonfiarsi da sola. Torniamo alla descrizione di Templeton del ciclo del sentiment dei mercati rialzisti: lo scetticismo prevalente implica che gli investitori non sono irrazionalmente esuberanti nel possedere azioni, un ingrediente chiave della bolla.

La nostra esperienza ci insegna che valutare il sentiment rispetto alla realtà è più un'arte che una scienza, che richiede disciplina e attenzione continua. Ma Fisher Investments Italia ritiene che sia utile per capire se si stia formando una bolla o meno.

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 Fisher Investments Italia è la denominazione commerciale utilizzata dalla succursale di Fisher Investments Ireland Limited operante in Italia (“Fisher Investments Italia”). Fisher Investments Ireland Limited, una società a responsabilità limitata costituita in Irlanda, è iscritta, insieme alla sua denominazione commerciale Fisher Investments Europe, al Companies Registration Office (“”Registro delle imprese””) irlandese con i numeri 623847 e 629724. Fisher Investments Europe è regolamentata dalla Banca Centrale d’Irlanda e ha sede legale presso: 2 George’s Dock, 1st Floor, Dublin 1, D01 H2T6 Irlanda Fisher Investments Europe affida una parte degli aspetti dell’attività giornaliera di consulenza di investimento e gestione di portafoglio e delle funzioni di trading alle proprie affiliate.
Il presente documento contiene le opinioni generali di Fisher Investments Europe e non deve essere considerato alla stregua di una consulenza personalizzata in materia di investimento o di natura fiscale, né tantomeno come un riflesso delle performance dei clienti. Non è possibile garantire che Fisher Investments Europe manterrà queste opinioni, che potrebbero cambiare in qualsiasi momento in base a nuove informazioni, analisi o riconsiderazioni. Nulla nel presente deve essere inteso come una raccomandazione o una previsione delle condizioni di mercato. Al contrario, è da intendersi come l’illustrazione di una tesi. Le condizioni di mercato attuali e quelle future potrebbero presentare numerose differenze rispetto a quelle qui illustrate. Inoltre, non si forniscono garanzie in merito all’esattezza delle ipotesi formulate negli esempi qui presenti.

NOTE

1. Fonte: FactSet, al 11/06/2024. Sulla base del valore dell’indice MSCI World, dal 31/12/1969 al 10/06/2024.

2. “Bull Markets Are Born on Pessimism, Grow on Skepticism, Mature on Optimism, and Die on Euphoria”, Barry Popik, The Big Apple, 15/12/2010.

3. “Memoirs of Extraordinary Popular Delusions and the Madness of Crowds,” Charles Mackay, Richard Bentley (Publisher), 1841.

4. “What Is an Economic Bubble and How Does It Work, With Examples,” Will Kenton, Investopedia, 3/4/2022.

5. “Lessons of Survival, From the Dot-Com Attic,” Leslie Berlin, The New York Times, 21/11/2008. Dall’archivio online.

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