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Minare criptovalute: come funziona, quanto si guadagna e se conviene

Il mining di criptovalute è il processo di convalida delle transazioni blockchain usando potenza di calcolo, ottenendo criptovalute come ricompensa. Scopri come funziona e le risorse necessarie.
Microchip dorato su circuito stampato tecnologico avanzato.

Minare criptovalute significa partecipare attivamente al funzionamento della rete blockchain mettendo a disposizione potenza di calcolo in cambio di una ricompensa in monete digitali. Anche se se ne parla da anni, il mining resta per molti un concetto poco chiaro. Come nascono le criptovalute? Chi le “crea”? E, soprattutto, conviene ancora minare criptovalute nel 2025?

In questa guida analizziamo in modo semplice e completo come funziona il mining di criptovalute, quali sono le risorse necessarie, quanto si può guadagnare e se oggi è davvero un’attività ancora redditizia o è meglio orientarsi verso alternative come lo staking o il trading di criptovalute.

Cosa significa minare criptovalute?

Esistono due modi per acquisire criptovalute:

  • Acquistarle
  • Estrarle

Il mining di criptovalute (o “estrazione”) è il processo attraverso il quale vengono create nuove monete digitali e convalidate le transazioni all’interno di una blockchain. Ogni volta che un utente effettua un’operazione, i cosiddetti minatori mettono a disposizione la potenza di calcolo dei propri dispositivi per risolvere complessi problemi matematici e registrare in modo sicuro la transazione sulla rete.

Come ricompensa per questo lavoro di convalida, i minatori ricevono una determinata quantità della criptovaluta che stanno minando, ad esempio Bitcoin (BTC) o Litecoin (LTC). È un meccanismo fondamentale per mantenere decentralizzata e sicura la blockchain, poiché non esiste un’autorità centrale che gestisce il sistema.

Significato mining crypto

In sintesi, minare criptovalute significa contribuire al funzionamento della rete, verificando transazioni e creando nuovi blocchi, ottenendo in cambio una ricompensa in token.

Tuttavia, si tratta di un’attività che richiede attrezzature potenti, energia elettrica e competenze tecniche, motivo per cui non è sempre accessibile a tutti.

Come funziona il mining di criptovalute

Per capire come funziona il mining di criptovalute, bisogna partire dal principio: ogni transazione effettuata sulla rete blockchain deve essere verificata e registrata. Questo compito è affidato ai minatori, che utilizzano la potenza dei propri computer (CPU, GPU o ASIC) per risolvere complessi calcoli crittografici.

Il processo si basa sul meccanismo di Proof of Work (PoW), ovvero una “prova di lavoro” computazionale che serve a garantire che le transazioni siano valide e non duplicabili. Quando un minatore riesce a risolvere il problema matematico, il suo nodo aggiunge un nuovo blocco alla blockchain, ricevendo in cambio una ricompensa in criptovaluta.

Esempio pratico: nel caso del mining Bitcoin, ogni volta che un minatore valida un blocco (circa ogni 10 minuti), ottiene una ricompensa in BTC, oltre alle commissioni sulle transazioni incluse nel blocco stesso. Questo sistema mantiene la rete sicura e incoraggia la partecipazione dei minatori.

Tuttavia, più utenti partecipano al mining, maggiore diventa la difficoltà di calcolo e quindi il fabbisogno energetico. È per questo che oggi il mining è un’attività dominata da grandi pool o aziende specializzate, capaci di sostenere costi elevati di elettricità e hardware dedicato.

Come minare criptovalute? 

Minare criptovalute non significa più soltanto avere un computer acceso che lavora in autonomia: il settore si è evoluto e oggi esistono modalità molto diverse per partecipare al processo di estrazione, con livelli di investimento e complessità differenti. Le due principali alternative sono il cloud mining e il mining tramite hardware personale.

Cloud mining

Il cloud mining è la soluzione più accessibile per chi vuole minare criptovalute senza possedere direttamente l’hardware. In pratica, l’utente noleggia potenza di calcolo da un’azienda specializzata che gestisce tutto il processo di estrazione nei propri data center. L’investitore paga un canone periodico o un contratto di durata definita, ricevendo in cambio una quota proporzionale delle criptovalute estratte.

Questa formula elimina la necessità di acquistare macchinari costosi, occuparsi della manutenzione o sostenere i costi energetici, ma richiede attenzione nella scelta del provider: il settore del cloud mining è ancora poco regolamentato e non mancano truffe o contratti poco trasparenti. Per questo motivo è importante affidarsi solo a società con recensioni verificabili e un modello di business chiaro.

Se preferisci investire in criptovalute in modo regolamentato e senza rischiare con contratti di mining complessi, puoi farlo tramite piattaforme affidabili come eToro, che consentono di acquistare e detenere crypto in modo semplice e sicuro. Con un'offerta più limitata, anche il broker DEGIRO consente oggi di acquistare criptovalute.

Mining con hardware proprio: costi e difficoltà

Il mining con il proprio hardware rimane la forma più tradizionale e diretta di estrazione, ma anche la più impegnativa.
Per partecipare in autonomia servono:

  • Macchina di mining dedicata (rig o per esempio USB Bitcoin miner ASIC), capace di generare un alto hash rate;
  • Connessione Internet stabile;
  • Fonte di energia a basso costo;
  • Software di mining aggiornato per la moneta scelta.

Il vantaggio è l’indipendenza totale: tutte le ricompense derivanti dal mining vengono inviate direttamente al wallet personale del minatore. Tuttavia, i costi iniziali possono essere significativi (anche migliaia di euro), e la redditività dipende molto dal prezzo dell’energia e dal valore di mercato delle criptovalute estratte.

Oggi, il mining “casalingo” risulta profittevole solo in Paesi dove il costo dell’elettricità è molto basso. In Italia, per esempio, la maggior parte dei minatori amatoriali preferisce unirsi a mining pool internazionali, condividendo la potenza di calcolo e dividendo i profitti in base al contributo fornito.

Conviene minare criptovalute?

La convenienza del mining dipende da fattori economici, tecnici e ambientali. Attualmente, ogni giorno vengono estratti circa 900 nuovi bitcoin. Ogni nuovo blocco viene estratto ogni 10 minuti circa. È chiaro che più potente è l'hardware utilizzato, più veloce sarà il mining. 

Tuttavia, il mining di criptovalute ha un grosso limite: l'elevato consumo di energia, per cui è necessario disporre almeno di un buon computer e della capacità di utilizzare energia a basso costo per rendere redditizio il mining.

Vantaggi del mining di criptovalute

  • Possibilità di ottenere criptovalute senza comprarle direttamente
  • Contribuisce alla sicurezza e decentralizzazione della rete blockchain
  • Partecipazione diretta al funzionamento delle blockchain
  • Opportunità di diversificare rispetto al semplice investimento
  • Possibilità di unirsi a mining pool per condividere risorse

Svantaggi del mining di criptovalute

  • Elevato consumo energetico e costi di elettricità molto alti
  • Hardware costoso e soggetto a rapida obsolescenza
  • Competizione crescente con grandi mining farm
  • Profitti incerti e ritorno sull’investimento lento
  • Impatto ambientale sempre più discusso e criticato

Alternative al mining di criptovalute

Con la crescente difficoltà e i costi energetici elevati, molti investitori preferiscono oggi alternative al mining di criptovalute, che permettono di ottenere rendimenti in modo più semplice e sostenibile. Ecco le tre principali opzioni disponibili:

  • Staking crypto: consiste nel bloccare una certa quantità di criptovalute (come Ethereum, Cardano o Solana) su una rete Proof of Stake per contribuire alla sua sicurezza e ricevere in cambio ricompense periodiche. È una forma di “rendita passiva” simile agli interessi di un conto deposito, ma legata al valore del token.
  • Yield farming: si basa sull’utilizzo della finanza decentralizzata (DeFi). Gli utenti depositano le proprie crypto in protocolli che offrono liquidità ad altri investitori, ottenendo in cambio token premio o interessi. Offre rendimenti potenzialmente elevati, ma anche rischi maggiori, legati alla volatilità e alla stabilità dei protocolli.
  • Trading automatizzato: grazie a bot o strategie di copy trading, è possibile sfruttare la volatilità del mercato crypto senza impegnarsi nel mining o nella gestione manuale delle operazioni. È una soluzione sempre più popolare tra chi cerca un approccio più dinamico ma con un controllo del rischio più chiaro.

Se preferisci investire in criptovalute in modo regolamentato e trasparente, puoi farlo anche attraverso piattaforme come Scalable Capital o Trade Republic, che permettono di investire in ETN su Bitcoin e prodotti finanziari che replicano l’andamento delle crypto, offrendo così un modo semplice e trasparente per partecipare a questo mercato.

È ancora possibile minare altre criptovalute?

Dopo il passaggio di Ethereum alla Proof of Stake, avvenuto con il “Merge”, molte blockchain hanno abbandonato i sistemi di estrazione tradizionali. Tuttavia, nel 2025 esistono ancora alcune criptovalute minabili tramite la Proof of Work, anche se con potenzialità economiche inferiori rispetto al passato.

Tra le più note troviamo Litecoin (LTC), Monero (XMR) e Dogecoin (DOGE), che mantengono un modello di mining accessibile tramite GPU o ASIC specifici. Questi progetti, pur meno redditizi del Bitcoin, vengono spesso scelti da piccoli minatori per diversificare o per partecipare attivamente a reti meno competitive.

Tuttavia, anche per le altcoin vale la stessa regola: i margini di profitto dipendono dal costo dell’energia, dalla difficoltà di rete e dal valore di mercato della moneta estratta. Scegli broker regolamentati per investire in crypto in maniera più semplice ma senza rinunciare alla diversificazione.

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