ETFs

Negli ultimi anni, gli ETF fattoriali hanno guadagnato sempre più spazio nei portafogli degli investitori consapevoli. Si tratta di strumenti che replicano indici costruiti non solo in base alla capitalizzazione di mercato, ma secondo specifici fattori di rischio - come Value, Momentum e Quality - che la ricerca accademica ha dimostrato essere premianti nel lungo periodo.
Ma come scegliere tra le diverse tipologie di ETF fattoriali? Quando conviene privilegiare un approccio Value, quando invece puntare sul Momentum o su Quality?
In questo articolo analizziamo in modo tecnico ma chiaro le differenze tra i principali stili d’investimento fattoriali, con l’obiettivo di aiutarti a capire quali ETF possono essere più adatti al tuo profilo e al tuo portafoglio.
Naturalmente, ogni scelta va calibrata sulla propria situazione personale e sui propri obiettivi finanziari. Per questo è sempre consigliabile affidarsi a consulenti finanziari indipendenti, esperti e certificati, come i professionisti di Futura SCF, per evitare errori e costruire un portafoglio davvero efficiente, diversificato e coerente con le proprie esigenze.
Gli ETF Momentum selezionano le azioni che hanno mostrato le migliori performance relative negli ultimi mesi (in genere 6 o 12), nella convinzione che i titoli vincenti tendano a continuare a sovraperformare nel breve-medio periodo.
Questo fattore sfrutta un comportamento molto documentato nei mercati: la tendenza dei prezzi a muoversi in trend, alimentata sia da dinamiche comportamentali (come l’inerzia degli investitori) sia da fattori tecnici legati ai flussi di capitale.
Ad esempio, un ETF che replica l’indice MSCI World Momentum ha riportato, negli ultimi 10 anni, un tasso di crescita annuo composto lordo del +12,15%, contro il +10,23% dell’indice MSCI World tradizionale.

Il rischio tipico della strategia Momentum è legato al fenomeno dei cosiddetti "momentum crash": storicamente si sono verificati episodi in cui i titoli selezionati sulla base del momentum hanno subito correzioni improvvise e significative, spesso in concomitanza con un'inversione dei trend di mercato.
Di per sé, il Momentum è una strategia dinamica che ruota frequentemente il portafoglio: di conseguenza, la composizione non sarà sempre dominata da titoli growth o value, ma varierà in base ai trend prevalenti, accentuando però il rischio di correzioni nei momenti di cambio di fase dei mercati.
Gli ETF Momentum sono adatti a investitori con un orizzonte temporale medio-lungo e una buona tolleranza alla volatilità, che vogliono sfruttare i trend di mercato in atto. Sono più indicati nelle fasi di espansione economica o di forte crescita settoriale, quando i titoli leader continuano a trainare gli indici.
In ottica di portafoglio, possono essere una componente tattica per aumentare il rendimento atteso, ma vanno sempre bilanciati con altri fattori più difensivi.
Gli ETF Value selezionano titoli che appaiono “sottovalutati” rispetto ai fondamentali, come utili, flussi di cassa o patrimonio netto. In altre parole, puntano su aziende che il mercato potrebbe aver trascurato o penalizzato e che quindi offrono potenziale di rivalutazione.
Il fattore Value è tra i più studiati nella finanza accademica: secondo la ricerca di Fama e French, storicamente ha generato un premio medio annuo intorno al 3-4% rispetto al mercato, anche se con ampie variazioni a seconda dei cicli economici.
Negli anni 2010-2020, dominati da tassi bassi e crescita tecnologica, il fattore Value ha vissuto un periodo di forte sottoperformance, come mostrato in seguito.

Tuttavia, con il ritorno dell’inflazione e dei tassi più elevati, gli ETF Value sono tornati competitivi, grazie alla maggiore resilienza di settori come banche, energia e industria.
Gli ETF Value sono particolarmente indicati in fasi di mercato laterali o di rallentamento, quando la selezione di titoli solidi e sottovalutati tende a premiare nel tempo.
Si adattano bene a investitori più prudenti e orientati al valore reale delle aziende, interessati a ottenere rendimenti costanti e a contenere i rischi di eccessive sopravvalutazioni.
Gli ETF Quality privilegiano società con bilanci solidi, bassa leva finanziaria, alta redditività e stabilità degli utili. L’obiettivo è individuare le aziende con fondamentali di qualità superiore, capaci di mantenere margini elevati anche nelle fasi economiche più difficili.
Negli ultimi dieci anni, il fattore Quality ha offerto un rapporto rischio/rendimento tra i più efficienti. Considerando ad esempio un ETF che replica l’indice MSCI World Quality, si osserva una volatilità più contenuta rispetto al mercato globale, senza rinunciare a un rendimento in linea con quello di un tradizionale indice World.

Questa strategia tende a concentrarsi su grandi aziende difensive, come colossi del settore healthcare, tecnologico o dei beni di consumo.
Gli ETF Quality sono ideali per investitori che cercano stabilità e protezione nei momenti di incertezza, senza rinunciare a buone prospettive di crescita. Si rivelano utili come componente “core” di portafoglio, grazie alla loro capacità di offrire un equilibrio tra rendimento e rischio contenuto.
Gli ETF multifattoriali combinano più fattori - ad esempio Value + Momentum + Quality - per ridurre la ciclicità dei singoli stili e ottenere una performance più stabile nel tempo.
Diversi studi mostrano che la combinazione di fattori decorrelati può migliorare l’efficienza complessiva del portafoglio, riducendo la volatilità e aumentando la resilienza nei diversi scenari di mercato.
L’immagine seguente illustra l’andamento del JP Morgan Global Equity Multi-Factor confrontato con quello di un indice World tradizionale (performance aggiornate al 2023).

Un ETF multifattoriale può quindi rappresentare una soluzione “all-in-one” per chi desidera sfruttare i vantaggi dell’investimento fattoriale senza dover scegliere manualmente i singoli stili.
Per riassumere, Momentum, Value e Quality rappresentano tre approcci distinti ma complementari per interpretare i mercati. La scelta del giusto mix dipende dal profilo di rischio, dagli obiettivi e dall’orizzonte temporale dell’investitore.
Tuttavia, come per ogni strategia avanzata, il rischio di interpretare male i dati o costruire portafogli sbilanciati è elevato. Per questo è sempre consigliabile affidarsi a un consulente finanziario indipendente, che possa valutare in modo oggettivo gli ETF disponibili, analizzarne i costi, la replica, la liquidità e la coerenza con la pianificazione finanziaria complessiva.
Perché il vero valore non sta solo nella scelta del fattore giusto, ma nella consapevolezza con cui si costruisce la propria strategia d’investimento.