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Tassazione dei fondi comuni di investimento

I fondi comuni di investimento raccolgono denaro dei risparmiatori per investirlo diversificando il rischio. Scopri come sono tassati e le differenze tra fondi aperti e chiusi.
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I fondi comuni di investimento (istituiti in Italia con la  istituiti con la legge 23 marzo 1983, n. 77) rientrano tra gli organismi di investimento collettivo del risparmio (OICR); essi raccolgono denaro di risparmiatori che ne affidano la gestione a società di gestione del risparmio (SGR), con personalità giuridica e capitale distinte da quelli del fondo, allo scopo d'investire i capitali sul mercato mobiliare col criterio primario della diversificazione dell'investimento, riducendo quindi il rischio rispetto ad es. ad un investimento diretto in azioni di una singola società in un singolo settore. Vediamo in questo articolo come sono tassati i fondi comuni di investimento.

L'imposizione fiscale sui rendimenti dei fondi di investimento mobiliare o entità di investimento collettivo del risparmio (OICR) per i cittadini residenti in Italia fluttua in base alla posizione geografica del fondo e alla sua aderenza alle direttive europee pertinenti. Le società di investimento a capitale variabile (SICAV) e le società di investimento a capitale fisso (SICAF) sono considerate analoghe ai fondi. I rendimenti da fondi includono non solo le distribuzioni dell'amministrazione, ma anche la differenza tra il valore di rimborso, di vendita o di liquidazione delle quote o azioni e il costo medio ponderato di sottoscrizione o acquisto (senza detrazioni per costi).

Quali tipologie di fondi comuni di investimento esistono?

Assogestioni, l'entità che rappresenta le Società di Gestione del Risparmio, ha sviluppato una classificazione particolareggiata con la finalità di evidenziare chiaramente le principali peculiarità del fondo e i fattori fondamentali che influenzano il suo livello di rischio.

Il metodo di categorizzazione dei fondi italiani, applicato a partire dal 1º luglio 2003, stabilisce 42 categorie e cinque macro categorie. Ogni macro categoria si distingue per una percentuale di investimento azionario minima e massima prestabilita. In aggiunta, sono state stabilite le regole sottostanti:

  • i fondi di liquidità e i fondi obbligazionari sono preclusi dall’investire in azioni (ad eccezione dei fondi obbligazionari misti, che possono allocare tra lo 0% e il 20% del portafoglio in azioni);
  • i fondi bilanciati allocano in azioni una quota che varia dal 10% al 90% del portafoglio;
  • i fondi azionari destinano almeno il 70% del loro portafoglio in azioni;
  • i fondi flessibili non sono sottoposti a restrizioni per quanto riguarda l'asset allocation in azioni, ossia possono optare per investire tra lo 0% e il 100% in azioni.

Fondi comuni di investimento aperti e chiusi

Il fondo comune possono essere di due tipi: aperti o chiusi. Questi due tipi di fondi hanno caratteristiche e operatività differenti. Per l'investitore, le differenze principali sono le seguenti:

  • Fondi comuni aperti: sono quelli che consentono di sottoscrivere quote, o chiederne il rimborso, in qualsiasi momento. Questo fondi, come vedremo più avanti, si dividono in armonizzati e non armonizzati.
  • Fondi comuni chiusi: sono quelli che consentono di sottoscrivere quote solo nel periodo di offerta, che si svolge prima di iniziare l'operatività vera e propria, e le rimborsano di norma solo alla scadenza del fondo.

Come sono tassati i fondi comuni di investimento?

Riguardo al sistema fiscale applicato ai partecipanti privati detentori di quote di un fondo di investimento non immobiliare (escludendo il contesto imprenditoriale), è essenziale dapprima effettuare una distinzione tra:

  • Soggetto percettore privato: ci si riferisce al sistema fiscale applicato sui redditi da capitale (articolo 44, comma 1, lettera g del TUIR);
  • Soggetto percettore impresa: in questa situazione, i rendimenti ottenuti dalla partecipazione al fondo sono identificati come redditi d'impresa e sono soggetti a tassazione in conformità con le norme del TUIR relative a questa tipologia di reddito.

Riguardo ai redditi ottenuti partecipando a OICR costituiti in Italia (fondi di diritto italiano), che non siano OICR immobiliari, e ai fondi storici lussemburghesi, la ritenuta fiscale viene applicata (art. 26-quinquies, comma 4, del DPR n. 600/73) nei modi seguenti:

  • In qualità di acconto, per coloro che possiedono quote o azioni mentre conducono un'attività d'impresa commerciale, e
  • A titolo di imposta, per tutti gli altri soggetti, inclusi quelli che sono esenti o esclusi dall'imposta sul reddito delle società.

Quanto si paga di tasse sui fondi?

Il regime fiscale per gli OICR UE/SEE non conformi è stato sincronizzato con quello dei fondi conformi nel 2014 (art. 11, comma 1, lett. c D.Lgs. n. 44/2014). A seguito di tale modifica, il protocollo fiscale per i rendimenti dei fondi, sia conformi che non, viene sottoposto a una detrazione fiscale a titolo di tassa (art. 10-ter, commi 1 e 2, L. n. 77/1983) o a un’imposta sostitutiva del 26% (art. 10-ter, comma 5, L. n. 77/1983).

Dal reddito del fondo bisogna escludere i guadagni derivanti dai titoli di stato italiani e da quelli contenuti nella white list (art. 10-ter, commi 2 e 5, L. n. 77/1983), che conservano l'aliquota fiscale del 12.5%.

Per ogni altra varietà di fondi di investimento mobiliare, i proventi correlati contribuiscono alla generazione del reddito totale e sono sottoposti a Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche (IRPEF) progressiva (art. 10-ter, comma 6, L. n. 77/1983).

TIPOLOGIA DEI FONDI COMUNITASSAZIONE
Proventi da fondi armonizzati o con gestore UE26%
Componente relativa a titoli di stato italiani e white list12,5%
Altri fondiAliquota marginale IRPEF

Fondi comuni detenuti presso un intermediario italiano

La tassazione dei fondi comuni di investimento dipende dall'intermediario che li gestisce. Se l'intermediario è italiano, come una Società di Gestione del Risparmio (SGR) o una banca, la tassazione è gestita direttamente dall'intermediario attraverso il regime del risparmio amministrato o del risparmio gestito. In questo caso, l'investitore riceve la quota del fondo disinvestita al netto della tassazione e non deve fare alcuna dichiarazione nella propria dichiarazione dei redditi.

Fondi comuni detenuti presso un intermediario straniero

Se invece l'intermediario è estero, l'investitore deve effettuare la tassazione sui proventi percepiti e includere l'importo nella propria dichiarazione dei redditi. Inoltre, ci sono differenze tra i fondi armonizzati UE e i fondi non armonizzati UE, poiché hanno diverse modalità di tassazione.

  • Fondi armonizzati UE: fondi in linea con le Direttive europee n. 611/85 e 220/88, integrate nel sistema giuridico nazionale tramite il Decreto Legislativo n. 83/92. Sono tassati al momento della distribuzione dei proventi.
  • Fondi non armonizzati UE: fondi che eludendo tali restrizioni e godono di una più ampia autonomia nella gestione delle risorse. In questa categoria rientrano i fondi speculativi, i fondi di fondi e, in particolare, gli Hedge Funds, i quali necessitano di un capitale iniziale più elevato rispetto agli altri. Tutti questi fondi devono essere dichiarati nella dichiarazione dei redditi.

Esempio di tassazione dei fondi comuni

Ecco un esempio di come funziona la tassazione dei fondi comuni in Italia:

  • Per gli investitori privati che detengono quote di fondi comuni non immobiliari, la tassazione si applica principalmente sul reddito da capitale. Questo significa che i proventi derivanti dalla partecipazione a questi fondi sono soggetti a una ritenuta alla fonte del 26% o del 12,5% per alcune specifiche componenti di reddito. La base imponibile per il calcolo dell'imposta si determina sottraendo al valore patrimoniale netto del fondo all'inizio dell'anno e ai proventi derivanti da altri investimenti soggetti a imposta sostitutiva, il valore patrimoniale netto alla fine dell'anno. È possibile compensare le perdite subite con le plusvalenze generate da altri fondi gestiti dalla stessa società di gestione, facilitando così una sorta di compensazione fiscale.
  • Per i fondi di investimento esteri non appartenenti all'Unione Europea o allo Spazio Economico Europeo, il trattamento fiscale differisce e può richiedere la dichiarazione dei proventi e delle imposte pagate nella dichiarazione dei redditi personale dell'investitore, applicando l'aliquota marginale dell'imposta sul reddito personale.

Tassazione dei fondi comuni di investimento per le società

Per le società e gli enti di cui all’art. 73 del TUIR le norme di riferimento per il trattamento fiscale delle relative componenti valutative dei fondi comuni di investimento sono:

  • L’art. 101 del TUIR, per i titoli iscritti nelle immobilizzazioni finanziarie;
  • L’art. 94 del TUIR per i titoli collocati nell’attivo circolante.

Le quote di partecipazione a fondi di investimento possono essere considerate titoli aventi natura partecipativa, appartenenti alla categoria dei “titoli in serie o di massa“. 

Per i titoli annoverati tra le immobilizzazioni finanziarie, l’art. 101, comma 2 del TUIR fa riferimento alle norme dell’art. 94 del TUIR, attinenti alle obbligazioni registrate nell’attivo circolante. Il valore ai fini fiscali è stabilito seguendo uno dei criteri sottostanti:

  • Costo individuale;
  • Mediante LIFO, FIFO o costo medio ponderato.

Per i titoli quotati nei mercati organizzati e annotate nell'attivo circolante, il valore minimo accettato fiscalmente deve essere calcolato sulla base dei prezzi osservati:

  • Nell'ultima giornata dell'esercizio, o, come alternativa,
  • Sulla base della media semplice dei prezzi osservati nell’ultimo mese.

Un criterio simile è definito dall’art. 101 del T.U.I.R. per le obbligazioni annoverate tra le immobilizzazioni finanziarie, il cui valore minimo è definito sulla base della media semplice dei prezzi osservati nell'ultimo semestre (coerentemente con la valutazione civile delle stesse, secondo la quale la svalutazione deve essere realizzata quando c'è una perdita persistente).

Dove indicare le plusvalenze dei fondi comuni d'investimento in dichiarazione dei redditi

Per coloro che non si avvalgono del regime amministrato o del risparmio gestito l'ammontare delle plusvalenze realizzate derivanti dalla vendita di quote del fondo comune di investimento andrà indicato nel QUADRO RT – PLUSVALENZE DI NATURA FINANZIARIA della dichiarazione dei redditi.

Questo quadro deve essere compilato per indicare i redditi derivanti dalle cessioni di partecipazioni non qualificate, obbligazioni e altri strumenti che generano plusvalenze di cui all’art. 67, comma 1, lett. da c)-bis a c)-quinquies del TUIR.

Leggi anche: quando va fatta la denuncia dei redditi.

Novità previste dalla finanziaria per la tassazione dei fondi

La Legge Finanziaria 2023 ha implementato nuove regole riguardanti la fiscalità degli OICR relative alla regolarizzazione delle quote, stabilendo in particolare la facoltà di ritenere realizzati i redditi di capitale (come da art. 44 del TUIR) e quelli diversi di tipo finanziario (ai sensi dell'art. 67 del TUIR) provenienti dalla vendita o rimborso di quote o azioni di enti di investimento collettivo del risparmio (OICR). Questo comporta l’applicazione di un’imposta sostitutiva, con un tasso del 14%, calcolata sulla differenza tra il valore delle quote o azioni individuato dai prospetti periodici al 31 dicembre 2022 e il costo o valore di acquisto o sottoscrizione.

L'impatto della regolarizzazione tratta i redditi da capitale e i redditi differenti come se fossero "concretizzati", con la conseguente eventualità che, nell'ipotesi di generazione di plusvalenze, la fiscalità complessiva sull'OICR determinerà un beneficio del 12% in termini percentuali rispetto alla tassazione standard, la quale contempla l'impiego dell'aliquota del 26%.

Va tuttavia considerato che in alcuni casi l’affrancamento non è conveniente, per esempio nel caso di fondi o ETF che investono in titoli di stato ed equiparati, italiani ed esteri e che sono soggetti al momento (in base all’art. 26-quinques del DPR n. 600/1973 e dell’art. 10-ter della L. n. 77/1983) ad un aliquota pari al 12,5% dunque inferiore al 14%.

La tassazione è un argomento complesso che ogni investitore dovrebbe considerare attentamente. Non solo quella dei fondi ma anche degli altri assets. Le tasse sugli ETF, ad esempio, possono variare a seconda della struttura del fondo e del tipo di reddito generato e la tassazione delle azioni in Italia è generalmente del 26%, e questa stessa aliquota si applica anche alle plusvalenze realizzate da ETF che investono in azioni. Tuttavia, ci sono diverse sfumature da considerare, come la possibilità di compensare le plusvalenze con eventuali minusvalenze.

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