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La finanza etica è un tipo di finanza alternativa che collega gli investimenti a uno scopo etico o morale e può essere di natura laica o religiosa. In questo post spiegheremo cos'è la finanza etica e la sua importanza oggi.
La finanza etica è un approccio agli investimenti che unisce criteri finanziari a considerazioni sociali, ambientali ed etiche. Le sue origini risalgono al 1928 con la nascita del Pioneer Fund di Boston, considerato il primo fondo di investimento etico. Questo fondo intendeva escludere dai propri portafogli settori controversi come armi, alcol, gioco d’azzardo e tabacco.
Secondo diversi analisti, i veri precursori della finanza etica furono alcuni uomini d’affari statunitensi, motivati da convinzioni religiose e morali, che già nei primi decenni del XX secolo si rifiutavano di trarre profitto dal commercio di schiavi, armi, tabacco o alcol. Da queste premesse nacquero i primi investimenti socialmente responsabili, basati sull’esclusione di imprese considerate dannose per la società.
Questo orientamento etico anticipava alcuni principi oggi studiati dalla finanza comportamentale, che analizza come le decisioni d’investimento siano spesso influenzate da valori personali, percezioni morali ed emozioni, oltre che da logiche razionali. La finanza etica, dunque, rappresenta un ponte tra rendimenti finanziari e consapevolezza sociale, rispecchiando una visione più umana del comportamento economico.
Per comprendere davvero cos'è la finanza etica, è fondamentale considerare i criteri con cui valuta le imprese. Questo approccio analizza il rispetto dei diritti umani e dei diritti dei lavoratori, la qualità delle relazioni con i dipendenti e le comunità locali, la trasparenza fiscale, l’equità nella distribuzione degli stipendi (soprattutto quelli dei dirigenti) e l’assenza di pratiche corruttive.
Oltre a escludere settori ritenuti dannosi, la finanza etica si orienta sempre più verso l’impact investing, ovvero investimenti che mirano a generare un impatto sociale e ambientale positivo, misurabile e intenzionale, accanto a un rendimento finanziario. In questo senso, promuove la trasparenza, sostiene imprese impegnate nella sostenibilità e privilegia realtà attente al benessere dei lavoratori e alla responsabilità sociale.
Tra gli strumenti più efficaci utilizzati dalla finanza etica per generare impatto sociale rientra il microcredito. Introdotto dal bengalese Muhammad Yunus, vincitore del Premio Nobel per la Pace nel 2006, il microcredito consente a persone in condizioni economiche difficili di accedere a piccoli prestiti senza dover offrire garanzie patrimoniali.
L’obiettivo non è il profitto finanziario immediato, ma la valorizzazione del progetto personale che si intende realizzare. In questo modo, il microcredito diventa un potente strumento per combattere la povertà e restituire dignità e autonomia alle persone, in pieno allineamento con i valori della finanza etica.
La finanza etica indirizza gli investimenti verso aziende che operano in ambiti ritenuti socialmente responsabili, a prescindere dalla sola sostenibilità ambientale. Vengono favoriti settori come l’istruzione, le energie rinnovabili, la sanità accessibile, la microfinanza o l’agricoltura biologica.
Al contrario, vengono esclusi i cosiddetti sin stocks, ovvero titoli legati ad attività considerate moralmente controverse. Tra questi rientrano le imprese attive nella produzione e nel commercio di armi, tabacco, alcol, gioco d’azzardo, pornografia o combustibili fossili, così come aziende coinvolte in scandali legati a corruzione, evasione fiscale o violazioni dei diritti dei lavoratori.
Si possono trovare diversi tipi di finanza etica:
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