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Benjamin Graham: chi è il pioniere del value investing

Benjamin Graham, padre del value investing, ha rivoluzionato l’approccio agli investimenti. Scopri le sue teorie, i suoi contributi e l’influenza su investitori come Warren Buffett.
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Benjamin Graham è una figura emblematica nel mondo degli investimenti, spesso riconosciuto come il "padre del value investing". La sua filosofia di investimento, fondata sulla ricerca rigorosa e sulla prudenza, ha rivoluzionato il modo in cui generazioni di investitori approcciano i mercati finanziari. Non solo ha posto le basi per una metodologia di valutazione delle aziende basata sull'analisi fondamentale, ma ha anche educato e influenzato numerosi altri investitori di spicco, tra cui il suo celebre discepolo, Warren Buffett.

Nell'articolo che segue, ci immergeremo nella vita e nell'eredità di Graham, esplorando le sue teorie, i suoi contributi fondamentali al mondo della finanza e l'impatto duraturo della sua visione sugli investimenti moderni. Se si aspira a comprendere appieno l'arte e la scienza dell'investimento, non si può ignorare l'importanza e l'influenza di Benjamin Graham.

Ben Graham: studi, lavoro e carriera

Graham si rivela fin da subito un brillante studente. All'età di soli 20 anni si laurea alla “Columbia University”(1914) e grazie alla sua notevole partecipazione (2 ° della sua classe) gli fu offerto un lavoro come insegnante, ma lo rifiutò e decise di andare a New York dove trova un lavoro a “Wall Street.

I suoi esordi a Wall Street furono come fattorino nella società "Newburger, Henderson & Loeb", dove si dedicò all'apprendimento e ben presto iniziò ad emergere, al punto che in 6 anni era già partner dell'azienda e successivamente fondò la sua società chiamata “Graham & Newman Partnership”.

Tuttavia, non si è allontanato completamente dall'insegnamento, anche più biografie indicano che il suo lavoro fino al pensionamento è stato come professore di economia presso la “Columbia University School of Business. Il suo ruolo di insegnante è stato quello di trasmettere le sue conoscenze e il suo modello di investimento, che si basa sugli investimenti di valore "Value Investing" di cui è considerato "il padre", avendo l'opportunità di formare altri grandi investitori come Warren Buffett, Inving Kahn e Walter Schloss.

Graham morì il 21 settembre 1976 e viene ricordato come uno dei più riconosciuti e influenti investitori, professori e scrittori in materia economica.

Benjamin Graham: come valutare i titoli azionari

La strategia di valutazione dei titoli azionari di Benjamin Graham si riconnette al concetto di value investing.

Il concetto è quello di individuare quelle aziende sottovalutate dal mercato, prendendo in considerazione il valore intrinseco della società, che è desumibile da vari indici: i dividendi, la stabilità finanziaria dell'impresa, la qualità del management, gli utili conseguiti. L'obbiettivo è quello di non farsi trascinare dal rumore di fondo, da quelli che sono gli umori, di euforia o di pessimismo, tipici del mercato. Questo può portare a scelte di investimento che, sebbene siano caratterizzate da una coerenza di fondo, possono apparire controintuitive. Ad esempio, la scelta di titoli che in un dato momento storico sono poco popolari fra gli investitori.

Quindi, si tratta di una filosofia di investimento improntata alla prudenza e alla scrupolosa selezione dei titoli azionari sulla base di alcuni criteri, che vedremo di seguito.

Benjamin Graham: le 7 regole dell'investimento

Benjamin Graham era solito utilizzare, per l'individuazione della azioni su cui era necessario investire, 7 criteri o principi fondamentali, che potremmo denominare come "le 7 regole dell'investimento". Vediamole una per una.

1) Scegliere società con un rating stabile

Quando si valuta la stabilità di una società uno dei parametri che bisogna tenere in considerazione è quello del rating. Qui occorre però fare una precisazione: non è necessario scegliere la società con il rating più alto in assoluto, o quelle appartenenti solo ed esclusivamente al gruppo AAA né affidarsi totalmente al giudizio delle società di rating, che può essere talvolta impreciso. In linea di massima, il parametro è soddisfatto se la società ha un rating dal B in su. In tal caso è possibile procedere con la valutazione degli altri fattori.

Qui puoi approfondire la tematica e capire cos'è un'agenzia di rating e come funzionano.

2) La situazione finanziaria dell'azienda deve essere solida

Il che significa, scegliere società che non siano eccessivamente indebitate, che abbiano, cioè, un rapporto discreto fra gli asset posseduti e le situazioni debitorie. Una società con un basso livello di debito è più probabile che sia sostenibile sul lungo termine. Un parametro di valutazione è, ad esempio, quello del rapporto debito totale/attivo circolante. Se questo rapporto è superiore a 1.60 allora è considerato buono, se è inferiore a 1.10 è invece un cattivo segno per la futura stabilità finanziaria della società.

3) I guadagni aziendali devono essere stabili nel tempo

Punto auto-esplicativo. Deve esserci un trend di crescita, e tale trend di crescita deve essere stabile. Una curva di crescita con ampie variazioni, potrebbe, ad esempio, essere un segnale negativo. Solitamente si utilizza un periodo temporale di 5 anni come track record.

4) La società deve pagare i dividendi

Il pagamento dei dividendi è un segnale positivo per la stabilità dell'investimento. Una società che riduce o taglia il dividendo potrebbe segnalare che ha problemi. Inoltre, i dividendi contribuiscono alla creazione di un'entrata passiva. A questo principio c'è però da aggiungere una postilla: nell'odierno panorama finanziario, è possibile che alcune società scelgano di non distribuire dividendi per investire invece in sviluppo tecnologico e innovazione, caso tipico è quello delle FAANG.

5) Gli utili devono crescere in maniera costante

Una costante crescita degli utili della società è senza dubbio un segnale positivo per la stabilità della stessa e il suo valore sul mercato. Al contrario, una riduzione degli utili prodotto può essere un segnale negativo, soprattutto laddove si associ ad un alto livello di indebitamento.

6) Guardare al rapporto prezzo/utili

Il rapporto prezzo/utili è normale se è di circa 13/15 volte o meno, se è superiore il titolo potrebbe essere sopravvalutato dal mercato. Più è alto il multiplo, più probabilità di sopravvalutazione ci sono. Ad esempio un rapporto fra i 27 e i 30 indica quasi sicuramente sopravvalutazione. Mentre fra i 7/8 potrebbe esserci sottovalutazione e quindi è un buon segnale in ottica value.

7) Confrontare il valore di mercato con il valore contabile

Quando si opera in un'ottica value è importante tenere in considerazione sia l'aspetto contabile che il valore di mercato di una società, per comprendere se un determinato titolo è sottostimato, sovrastimato o in linea con il valore di mercato. A tal fine si utilizza il P/B, che si ricava dividendo il prezzo delle azioni di una società per il suo valore contabile per azione, definito come il totale delle attività sottratte le passività. Qui trovi la differenza tra valore contabile e valore di mercato.

In questo senso, anche il margine di sicurezza è un concetto centrale nel value investing e rappresenta la differenza tra il valore intrinseco stimato di un'azione e il suo prezzo di mercato attuale. Il concetto di margine di sicurezza enfatizza l'importanza di concentrarsi sul valore reale e intrinseco di un investimento piuttosto che sulle fluttuazioni temporanee del prezzo di mercato. Serve come promemoria per gli investitori di non pagare troppo per un'azione e di cercare opportunità di acquisto quando il mercato sottovaluta un'azienda (azioni sottovalutate).

Benjamin Graham e Warren Buffett

Benjamin Graham è stata una delle figure più influenti nell'ambito del value investing, nonché fondatore di questa nota filosofia di investimento. La famiglia si stabilirà poi a New York, dove il padre, Isaac, apre un'attività di import-export. Benjamin cresce in un ambiente difficile, fra la morte del padre e i problemi finanziari della famiglia. Dorothy, la madre di Benjamin, si trova infatti a dovere crescere da sola i suoi tre figli attanagliata dalle difficoltà economiche. Si pensa che questi eventi, che risalgono alle prime fasi della vita dell'economista, abbiano avuto un'influenza sul suo pensiero.I suoi insegnamenti, inoltre, avranno un'influenza notevole su Warren Buffett, influenzandone la filosofia di investimento.

Benjamin Graham: libri

Durante la depressione economica cadde in bancarotta, ma ben presto si riprese grazie alla sua assertività nell'analisi dei comportamenti di mercato, che lo ispirarono a scrivere i suoi due grandi lavori: "Security Analysis" con David Dood nel 1934 e ovviamente il suo capolavoro "The Intelligent Investor "nel 1949, che fu definito "il miglior libro mai scritto" dal famoso Warren Buffett.

Benjamin Graham: l'investitore intelligente

Questo è uno dei più famosi libri per investire in Borsa. In quest'opera Benjamin suddivide gli investitori in due categorie: investitori difensivi e aggressivi. Ad esempio, all'interno della prima categoria rientrano giovani e professionisti che, essendo poco esperti dei mercati finanziari, hanno poco margine di valutazione autonoma. Per questa categoria di investitori, Benjamin consiglia un approccio tendente all'investimento in società solide, con una lunga storia di operatività e successi alle spalle.

Nella seconda categoria, invece, rientrerebbero, gli investitori più esperti. Qui le possibilità di investimento si ampliano, ma l'approccio consigliato è tendente sempre e comunque alla prudenza, attraverso una valutazione delle società con il più alto valore intrinseco, in accordo con la strategia del value investing. Il libro introduce poi dei concetti chiave nella filosofia del value investing, fra cui quello di ignorare il rumore di fondo e dei criteri di valutazione, vale a dire i principi che abbiamo visto in questo articolo, per l'analisi delle azioni su cui vale la pena investire. Si tratta di un testo ancora rilevante nonostante siano passati ormai 70 anni.

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