Trading
Le azioni sono un'opzione di investimento popolare perché possono offrire potenziali rendimenti più elevati rispetto a investimenti a basso rischio come i conti di risparmio o i fondi obbligazionari. Tuttavia, le azioni sono anche considerate più rischiose rispetto a questi investimenti più stabili, poiché il loro prezzo può fluttuare in modo significativo a seconda delle condizioni del mercato. In questo articolo vedremo tutto sulle azioni, dall'investimento e alle forme di trading di azioni, incluse le migliori piattaforme e la tassazione.
Le azioni sono un tipo di investimento che rappresenta una quota di proprietà in una società. Quando una società desidera raccogliere denaro, può emettere azioni e vendere quote di proprietà ai potenziali investitori. Questi investitori diventano azionisti della società e hanno il diritto di votare su decisioni importanti e di ricevere una porzione dei profitti della società sotto forma di dividendi. Leggi qui per sapere nel dettaglio cosa sono le azioni.
Il prezzo delle azioni di una società è determinato dalla domanda e dall'offerta sul mercato, e può cambiare in base a molte variabili, come la performance finanziaria della società, le prospettive economiche, i cambiamenti nella concorrenza e le notizie politiche e economiche.
Le azioni possono essere di diversi tipi, le più diffuse sono le azioni ordinarie e quelle privilegiate. Qui puoi leggere le differenze tra azioni ordinarie e privilegiate.
Quando si acquista un’azione di una certa azienda si è possessori di una parte dell’azienda e quindi si ha diritto ad eventuali dividendi e alle partecipazioni ad assemblee ordinarie e straordinarie indette dalla società. Se vuoi saperne di più su 'cosa sono i dividendi', ti consigliamo di approfondire l'argomento.
Una società per azioni può chiedere di essere quotata in una certa borsa valori. In questo modo può vendere una parte delle proprie azioni, in genere attraverso una offerta pubblica di sottoscrizione ed in questo modo acquisisce capitali per sviluppare la propria attività. Questa offerta iniziale viene fatta su quello che viene chiamato il mercato primario. Successivamente le azioni passano al mercato secondario, e vengono quindi quotate, mercato che è quello delle normali contrattazioni, in cui chi vuole acquistare o vendere azioni di una certa società può immettere delle proposte di acquisto/vendita. In genere i mercati dove avviene tutto questo sono mercati regolamentati, come Borsa Italiana, in cui ci vogliono dei requisiti per poter quotare una certa società per azioni ed in cui per operare servono degli intermediari. Infatti quando si desideri acquistare/vendere delle azioni si deve utilizzare un broker che è abilitato ad operare sul mercato azionario.
Ci sarebbe una differente modalità di acquisto/vendita di azioni, ovvero il mercato non regolamentato (mercato Otc) dove lo scambio è diretto e non necessariamente con intermediari. Questi mercati non hanno regolamentazioni strette sia per le azioni che si scambiano, sia per gli eventuali intermediari, e generalmente sono meno liquidi e meno sicuri.
Il prezzo delle azioni in borsa è determinato da molteplici fattori, tra i quali i più importanti sono:
In sintesi, il prezzo delle azioni in borsa è il risultato di molteplici fattori interconnessi, che agiscono in modo complesso per determinare il valore di un'azione in un determinato momento.
Detto questo, è bene fare un passo indietro e fare un distinguo tra prezzo e valore del titolo.
Leggi di più su: differenza tra prezzo e valore di un'azione.
Investire in azioni e fare trading su azioni sono due approcci diversi alla negoziazione di azioni.
In sintesi, l'investimento in azioni è un approccio a lungo termine, mentre il trading su azioni è un approccio a breve termine.
INVESTIRE | FARE TRADING | ||||
Orizzonte temporale | Medio/Lungo termine | Breve termine | |||
Strumenti | Azioni | CFD, futures, opzioni | |||
Rischi | Capitale iniziale | Amplificato dalla leva |
Quando si investe in un titolo azionario significa che lo si acquista perché si considera il suo valore superiore al prezzo attuale in cui è scambiato in borsa. Pertanto si ipotizza che in tempi medio lunghi (mesi o anche qualche anno) il prezzo del titolo salirà verso il suo fair value. Inoltre si può anche acquistare un titolo poiché si valuta che nel futuro prossimo possa accrescere quote di mercato, fatturato, utili, dividendi e che tutte queste potenzialità non siano espresse nel prezzo attuale del titolo, ma nemmeno completamente nel fair value. Ricordo che il fair value è una modalità di calcolo con molte variabili e che porta a risultati differenti a seconda di chi li esegue.
Di rilievo possono essere i dividendi distribuiti, soprattutto se confrontati a quelli di un titolo di stato con scadenza da 1 anno in su. Quando il dividendo è elevato, è come se si finanziasse una parte dell’acquisto del titolo.
Per fare Trading su azioni invece si guardano soprattutto gli aspetti “tecnici” del titolo, senza porsi troppe domande sul suo valore. Di fatto quello che si cerca di individuare è il trend (tendenza) di mercato in una certa fase temporale. L’ipotesi di fondo è che se si individua un trend positivo per un certo titolo azionario, è più probabile che questo prosegua. Altrettanto, se si individua un trend negativo per un certo titolo, è più probabile che questi prosegua.
L’orizzonte temporale nel trading è normalmente la giornata (trading intraday) sino ad alcuni giorni o settimane (trading di medio lungo termine). Scopri qui tutti i tipi di trading.
Oltre ad operare direttamente sui titoli azionari, si può fare trading sugli Etf; ci sono anche quelli a leva finanziaria (Investire con gli ETF con leva). Se si opera in intraday, molti broker consentono di operare a leva sui singoli titoli, ma bisogna chiudere l’operazione in giornata.
Se si vuole operare al ribasso su un certo titolo, molti broker consentono anche la vendita allo scoperto, sia intraday che multiday, ovvero si vende un certo titolo, anche se non lo si possiede, grazie al prestito che il broker fa, cosa che ha un costo. Per chi volesse operare al di fuori degli orari canonici esiste anche la Borsa After Hours. Le regole sono le stesse per le contrattazioni negli orari canonici, l’unica differenza è che vi è un numero inferiori di titoli negoziabili. Di solito i volumi sono inferiori in questa sessione di mercato.
Quando si fa trading si possono aprire posizioni lunghe o corte e si può operare anche con i CFD, futures e opzioni.
Oltre all'acquisto diretto di azioni e agli ETF, per operare sulle azioni troviamo anche i CFD, i futures e le opzioni. È importante notare che ciascuno di questi strumenti presenta i propri rischi e le proprie opportunità. Per farlo vediamo questo esempio.
Vediamo un esempio di operatività sul titolo Eni.
In figura abbiamo dati giornalieri di Eni con anche una media mobile a 20 periodi. Un punto di ingresso al rialzo poteva essere dove c’è la freccia verso l’alto, con Eni che valeva circa 12 euro e che consideriamo come prezzo di acquisto. In quel punto Eni rompe al rialzo un’area di resistenza (vedi retta orizzontale verde) ed è ben sopra la sua media mobile a 20 periodi. Il titolo sale e la media mobile in figura fa da livello di uscita, qualora venga violata al ribasso. Ciò accade dove c’è la freccia in basso, con Eni che valeva circa 13,5 euro che quindi è il prezzo di vendita.
In totale si è avuto un utile di circa 1,5 euro per azione e quindi se si fossero acquistate 100 azioni si sarebbe avuto un utile di 150 euro. In termini percentuali l’utile sarebbe del 12,5%.
Oltre all’acquisto diretto di azioni, ci può essere un acquisto indiretto. Uno strumento può essere l’utilizzo dei CFD (contract for difference) che di fatto sono degli strumenti derivati. Con i Cfd è molto semplice mettersi al rialzo o al ribasso su un certo titolo azionario. Ricordo che se si tiene la posizione per più giorni (overnight) vi sono dei costi (limitati) da sostenere. Con i Cfd si può anche operare con la leva finanziaria. Per esempio, prendendo il grafico di Eni visto in precedenza, invece che spendere 12 euro per azione, il broker Cfd consente di operare su Eni dovendo mettere solo 1/10 della cifra (ma possono essere anche maggiori), ovvero 1,2 euro. L’utile che si può ottenere, prendendo l’esempio della figura precedente, è sempre di 1,5 euro per azione, meno i costi per tenere la posizione su più giorni. In termini percentuali l’utile è ben più elevato che operando direttamente sul titolo, anche se dobbiamo tenere presente che se il titolo Eni scende sotto il prezzo di acquisto, bisogna avere dei soldi da mettere a margine.
Un ulteriore modalità è l’utilizzo dei future su titoli. In questo caso il contratto future è inerente ad un certo numero di azioni, che nel caso di Eni sono 500. Pertanto non si ha la flessibilità di poter scegliere quanto denaro impiegare. Il vantaggio è che c’è un effetto leva che può essere intorno a 1:10, ovvero bisogna versare un margine iniziale pari al 10% circa del valore del contratto, dato dal prezzo di Eni moltiplicato per 500 azioni. Una ulteriore complicazione è che il future ha una scadenza, in genere i 2 mesi più vicini e le cadenze trimestrali classiche (marzo, giugno, settembre, dicembre). Pertanto, se si vuole tenere un’operazione aperta per tempi prolungati, bisogna ricordarsi su che scadenze si è operato.
Gli utili che si possono ottenere sono simili a quanto scritto nell’esempio iniziale in termini assoluti, mentre sono ben più alti in termini percentuali per il solito effetto leva. Come detto c’è il limite della quantità di azioni che si muovono ed il limite della scadenza del contratto future.
Ci sarebbe una ulteriore modalità per acquistare/vendere azioni, ovvero quella di acquistare una opzione put o call. Essendo questo uno strumento derivato ben più complesso del future, preferisco rimandarvi ad una sezione apposita in cui si approfondisce questo strumento derivato. Vi dico solo che qui c’è un limite ulteriore a quanto espresso più sopra parlando del future.
Con le opzioni si fissa immediatamente il valore a cui verrà eseguito il contratto, ovvero lo strike price. Nel caso di Eni, acquistando una opzione call, strike 13 euro, posso acquistare 500 azioni Eni a 13 euro entro la scadenza dell’opzione. Acquistando una opzione put, strike 11 euro, posso vendere 500 azioni Eni a 11 euro entro la scadenza dell’opzione.
Per fare delle scelte operative sull’acquisto/vendita di azioni ci sono numerosi strumenti che possono essere utilizzati. Vediamoli.
Per operare sulle azioni ci si avvale di un broker che consente di operare su mercati regolamentati (azioni, Etf) o su mercati non regolamentati. Come detto i broker possono consentire di operare a leva, soprattutto per posizioni intraday. Tra i broker per investire in azioni ne citiamo 3.
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*Il vostro capitale è a rischio. Si applicano altre commissioni. Per maggiori informazioni, visita il sito web.
Qui ti lasciamo una selezione più ampia dei migliori broker per fare trading su azioni.
Il value investing è un approccio all'investimento che mira a identificare azioni sottovalutate sul mercato e acquistarle con l'obiettivo di ottenere un rendimento superiore rispetto alla media del mercato. Il concetto alla base del value investing è che alcune azioni siano scambiate a prezzi inferiore al loro reale valore intrinseco, a causa di fattori temporanei o di percezioni errate del mercato. Il value investor cerca di identificare queste opportunità sottovalutate, valutando il valore intrinseco di un'azienda sulla base di fattori quali le sue finanze, la sua posizione competitiva, la crescita del mercato e la qualità del management.
L'obiettivo del value investing è quello di realizzare un rendimento a lungo termine, acquistando azioni a prezzi ragionevoli e mantenendole fino a quando il loro valore intrinseco non viene riconosciuto dal mercato. Questo approccio è spesso associato a investitori come Benjamin Graham e Warren Buffett, che sono considerati tra i più grandi investitori di tutti i tempi.
Il growth investing è un approccio all'investimento che mira a identificare aziende che stanno crescendo rapidamente e che hanno un potenziale di crescita futura elevato. Il focus del growth investor è sulle prospettive di crescita dell'azienda, piuttosto che sul suo valore attuale o sui suoi fondamentali finanziari.
Il growth investor cerca di identificare aziende che stanno investendo in ricerca e sviluppo, che hanno una forte posizione competitiva, che stanno crescendo rapidamente e che hanno un potenziale di crescita futura elevato. Queste aziende possono avere margini di profitto ridotti o anche essere in perdita, ma il growth investor crede che queste perdite saranno compensate da una crescita futura più rapida e dalla realizzazione di maggiori profitti.
L'obiettivo del growth investing è quello di realizzare un rendimento a lungo termine, acquistando azioni di aziende con un elevato potenziale di crescita e mantenendole fino a quando la loro crescita non viene riconosciuta dal mercato. Questo approccio è spesso associato a investitori che hanno una prospettiva a lungo termine e che sono disposti a sopportare fluttuazioni a breve termine del prezzo delle azioni, nella speranza di realizzare un rendimento superiore a lungo termine.
Il dividend investing è un approccio all'investimento che mira a identificare aziende che pagano regolari dividendi ai loro azionisti. Il focus del dividend investor è sul reddito attuale e sul reddito futuro che può essere generato dai dividendi delle azioni.
Le aziende che pagano dividendi hanno solitamente finanze solide, con una posizione finanziaria stabile e un flusso di cassa consistente. Il dividend investor cerca di identificare queste aziende e di acquistare le loro azioni con l'obiettivo di generare un flusso di reddito costante.
L'obiettivo di investire in dividendi è quello di realizzare un rendimento a lungo termine, sia attraverso i dividendi regolari che attraverso la crescita del prezzo delle azioni. Questo approccio è spesso associato a investitori che cercano un flusso di reddito costante per finanziare le loro spese quotidiane o che vogliono diversificare la loro portfolio di investimenti. Tuttavia, è importante tenere presente che le aziende che pagano dividendi possono decidere di ridurre o di sospendere i loro pagamenti in futuro, quindi è importante valutare attentamente le prospettive finanziarie di ogni azienda prima di investire.
L'investimento SRI (Socially Responsible Investing) è un approccio all'investimento che mira a integrare considerazioni sociali, ambientali e di governance (ESG) nella selezione delle attività da investire. Gli investitori SRI cercano di investire in aziende che non solo hanno una buona performance finanziaria, ma che anche soddisfano determinati criteri sociali e ambientali.
Gli investimenti SRI possono essere fatti in una vasta gamma di attività, tra cui azioni, obbligazioni, fondi comuni di investimento e altri strumenti finanziari. Gli investitori SRI possono anche evitare di investire in aziende che hanno pratiche negative per la società o per l'ambiente, come la produzione di armi, l'utilizzo di fonti energetiche inquinanti o la violazione dei diritti umani.
L'investimento SRI è motivato da considerazioni etiche e di responsabilità sociale, ma gli investitori SRI credono anche che le aziende che soddisfano i loro criteri ESG possono essere aziende più stabili e sostenibili a lungo termine, con maggiori probabilità di successo finanziario. Inoltre, gli investimenti SRI possono anche aiutare a sostenere e a promuovere pratiche sostenibili e responsabili, a livello globale.
Le azioni generano redditi di capitale per la componente dividendi mentre generano redditi diversi per la componente prezzo. La tassazione in entrambi i casi, sia per azioni che per dividendi, è pari al 26%, l’aliquota ordinaria a cui vengono tassati i redditi finanziari. Diverso è il discorso per le azioni e i dividendi non italiani. Leggi tassazione plusvalenza delle azioni per approfondire.
Per quanto riguarda la tassazione italiana sulle operazioni di trading online è in linea con quella prevista dalla maggior parte dei paesi europei, specie se la si confronta con le altre economie più grandi.
Le imposte di riferimento sono:
I CFD sono dei derivati soggetti alla semplice imposta sulle plusvalenze (il 26%) ma mantengono l’esenzione dall’imposta di bollo. La Tobin Tax si paga solo sui CFD su azioni ed indici italiani.
Dunque, per pagare meno tasse ed evitare la Tobin Tax, possiamo scegliere di non fare trading sulle azioni italiane delle aziende più capitalizzate e sugli indici di azioni italiane. Considerando che tutti gli altri strumenti, dalle aziende americane al Forex, non prevedono il pagamento della Tobin Tax, è spesso più conveniente investire sui titoli su cui non è dovuta l’imposta.
FAQ
Disclaimer:
Investire comporta il rischio di perdite.
XTB
Il 76% dei conti perde denaro con il trading di CFD offerto da questo fornitore.
Il 68 % dei clienti perde denaro nel trading di CFD.
Il 74% dei conti degli investitori perde denaro negoziando CFD con questo fornitore.
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