logo RankiaItalia

Prossima riunione FED: calendario 2026 e decisioni di politica monetaria

Le riunioni della FED influenzano mercati globali e politiche economiche. Il calendario 2026 delle riunioni è cruciale per gli investitori, con decisioni attese su tassi d’interesse.
Edificio della Federal Reserve al tramonto, Washington D.C.

La FED è la banca centrale degli Stati Uniti. Si tratta di una delle istituzioni più influenti al mondo. Vediamo cosa si è deciso nell'ultima riunione della Banca Centrale USA, il calendario delle riunioni FED 2026 e vediamo che impatto hanno le riunioni della FED sui mercati.

Vediamo cosa possiamo aspettarci che faccia la Federal Reserve, non solo nella sua prossima riunione, ma per il resto dell'anno. Senza dubbio, è una delle questioni più seguite dagli investitori, dato che non solo incide direttamente sull'evoluzione dei mercati (azioni, valute, indici), ma anche sull'economia stessa.

Ultima riunione della FED del 2025: taglio dei tassi, divisioni interne e prospettive per il 2026

Il 10 dicembre 2025, la Federal Reserve ha deciso di ridurre il tasso d’interesse di 25 punti base, portandolo a un intervallo compreso tra 3,50% - 3,75%. Questo taglio, il terzo consecutivo del 2025, risponde alla necessità di adattare la politica monetaria a una realtà economica in evoluzione, caratterizzata da una continua pressione inflazionistica (seppur in calo) e da incertezze globali.

La decisione, come previsto, ha trovato una grande attenzione nei mercati, che avevano già incorporato questa aspettativa nelle proprie valutazioni.

Ma la vera domanda che sorge da questo intervento è: la Fed sta semplicemente reagendo a un contesto economico incerto o sta cercando di tracciare una rotta di lungo termine?

In sostanza, la Federal Reserve ha agito in un periodo di rallentamento economico, con segnali contrastanti provenienti dal mercato del lavoro e da altri indicatori macroeconomici. L'inflazione, pur scendendo dai livelli estremi raggiunti nel 2022, si mantiene sopra il target del 2%.

A novembre 2025, l’indice dei prezzi al consumo si è attestato al 3,7%. Tuttavia, la banca centrale ha preferito ridurre i tassi non solo per cercare di stimolare una crescita più robusta, ma anche per mitigare i rischi di stagnazione che stavano cominciando a emergere.

Nel 2026, la Fed dovrà affrontare una sfida delicata: continuare a stimolare l'economia senza che la pressione sui prezzi torni a salire.

Una Fed in bilico tra stimolo e cautela

Il presidente della Fed, Jerome Powell, ha sottolineato che la politica della banca centrale è pensata per “sostenere la crescita senza compromettere il controllo dei prezzi”.

Jerome Powell FED

Powell ha parlato di una "prudenza calibrata", consapevole che un eccessivo alleggerimento della politica monetaria potrebbe rimettere in gioco i rischi inflazionistici. Questa cautela, tuttavia, riflette anche la consapevolezza che l’economia statunitense sta affrontando un periodo di transizione.

La crescita globale resta incerta, con economie emergenti che stanno ancora recuperando, e l'instabilità geopolitica non è destinata a svanire presto. Questo crea una situazione fluida per la Fed, che, pur mantenendo un approccio di stimolo, deve rimanere attenta a non alimentare rischi secondari.

Anche per questo, sebbene la maggior parte dei membri del comitato fosse favorevole al taglio, ci sono stati contrasti significativi, che hanno portato a un voto di 9 contro 3:

  • Stephen Miran voleva un taglio più aggressivo, di 50 punti base,
  • Austan Goolsbee e Jeffrey Schmid, invece, hanno votato contro il taglio, preferendo lasciare i tassi invariati.

Questo fatto è emblematico del compromesso interno che la Fed sta cercando di raggiungere: da un lato la necessità di stimolare un’economia che mostra segni di rallentamento, dall’altro la necessità di non abbassare troppo rapidamente i tassi per evitare che l’inflazione possa tornare a salire.

Il Dot Plot della Fed

Uno degli elementi più importanti che emergono dalle riunioni della FED è il dot plot, che fornisce una proiezione delle aspettative sui tassi d’interesse per il futuro.

Il dot plot è uno strumento chiave per comprendere come i membri del FOMC vedono l’evoluzione della politica monetaria nei prossimi anni. Sebbene la Fed abbia tagliato i tassi nel 2025, il dot plot indica che non ci si aspetta un ulteriore abbassamento massiccio nel 2026. Al contrario, le proiezioni suggeriscono che la banca centrale prevede di mantenere i tassi su livelli stabili, con una lieve tendenza al rialzo solo se i dati sull'inflazione e la crescita lo giustificheranno.

grafico dot plot previsioni 2026 e lungo termine

Anche questa visione del dot plot contribuisce a riflettere la prudenza della Fed: i membri del FOMC, pur essendo favorevoli al taglio dei tassi, non sono pronti a intraprendere un’ulteriore accelerazione verso una politica più accomodante.

La maggior parte delle proiezioni dei membri del comitato, infatti, indicano un livello di tassi sostanzialmente stabile per il 2026, con il possibile avvio di una pausa sui tagli a meno che i dati futuri non suggeriscano un ulteriore intervento.

Le reazioni dei mercati

L’annuncio della Fed ha, com'è ovvio, avuto una reazione immediata sui mercati finanziari, che hanno accolto positivamente la mossa. In particolare, gli indici azionari statunitensi hanno registrato guadagni significativi:

  • S&P 500 è salito di +0,7%, arrivando a 6.886,68 punti.
  • Dow Jones Industrial Average ha guadagnato +1%, chiudendo a 48.057,75 punti.
  • Nasdaq Composite è salito di +0,3%, fermandosi a 23.654,16 punti.
  • Russell 2000, l'indice delle piccole e medie imprese, ha visto un aumento del +1,3%.

Questi rialzi riflettono una risposta positiva degli investitori alla continua politica accomodante della Fed, percepita come un segno di maggior liquidità e maggiori opportunità per le imprese.

La reazione è stata particolarmente significativa poiché ha confermato delle aspettative di una stabilizzazione economica sostenuta da tassi più bassi. Il messaggio è chiarissimo: questo aumento non è un segno di euforia, ma una valutazione equilibrata dei prossimi mesi, dove gli investitori stanno ancora aspettando segnali più concreti di una crescita sostenibile.

Nel settore dei titoli di stato, la risposta è stata simile: il cambio di sentiment sui Treasury tende a far scendere i rendimenti quando i mercati prezzano tassi più bassi.

A fronte di questi sviluppi, il mercato ha reagito positivamente anche nei settori legati ai beni di consumo e alle costruzioni, particolarmente stimolati dal calo dei tassi di interesse. Ad esempio, l’iShares U.S. Home Construction ETF, che traccia il mercato delle costruzioni residenziali, ha visto un incremento del +3,3%.

L’andamento positivo di questo tipo di ETF è un chiaro segnale che i mercati sono ottimisti riguardo alle prospettive di crescita a lungo termine, soprattutto per i settori che dipendono direttamente dai costi di finanziamento.

A riprova di ciò, anche lo strumento FedWatch del CME, che riporta le opinioni dei trader (in base ai loro movimenti di capitale) sui tassi di interesse attesi nei prossimi mesi, la maggior parte degli investitori sta già scontando una pausa iniziale dei tassi, che durerà almeno fino al primo trimestre, con un notevole consenso sul fatto che i tassi non saranno toccati a gennaio.

opinioni dei trader sulle prospettive dei tassi di interesse della fed per il 2026

Cosa aspettarsi dal 2026?

Con questo ulteriore taglio dei tassi, la Fed ha preso una decisione strategica per navigare in un contesto economico instabile.

Tuttavia, la vera sfida non è solo l’adeguamento dei tassi a breve termine, ma le proiezioni più a lungo termine che riguardano il 2026 e oltre: sebbene la Fed stia cercando di evitare un’azione monetaria troppo aggressiva, l'incertezza che caratterizza l'economia globale e le sfide interne degli Stati Uniti potrebbero influenzare pesantemente la politica monetaria.

Il dot plot della Fed, come abbiamo visto, mostra che la maggior parte dei partecipanti al comitato prevede una stabilità relativa dei tassi durante il prossimo anno. Si aprono quindi diverse possibilità di scenario:

  • I tassi potrebbero rimanere invariati a lungo termine, salvo sorprese nei dati macroeconomici. Molti analisti concordano sul fatto che la Fed sarà cauta nel ridurre ulteriormente i tassi, in particolare a causa della persistente pressione inflazionistica globale.
  • Se l’inflazione dovesse scendere significativamente e rimanere sotto controllo, potrebbe esserci spazio per un ulteriore abbassamento di 25 punti base nel corso del 2026, ma questo sarebbe il massimo previsto.
  • Gli esperti vedono comunque improbabile un nuovo taglio drastico, con una maggioranza di economisti che scommettono su un approccio “pausato” che manterrebbe i tassi nell’intervallo attuale di 3,50% - 3,75% fino a metà del 2026, se i dati non suggeriranno necessità di intervento.

La parola che più spaventa tutti è sempre la stessa: inflazione. Su quella si gioca tutto.

La maggiore preoccupazione riguarda i settori vulnerabili come l’energia e l’alimentare, che potrebbero causare rallentamenti più rapidi nell'inflazione, ma anche potenziali riprese improvvise in caso di discontinuità nelle politiche globali.

Prospettive per il dollaro e per il mercato del lavoro

Oltre alla politica monetaria, la politica fiscale degli Stati Uniti giocherà un ruolo sempre più rilevante.

Le politiche di stimolo fiscale o di austerità possono influenzare le decisioni della Fed, come dimostrato dalla risposta che i governi stanno dando alla recessione e ai livelli di debito. Se gli Stati Uniti dovessero intraprendere un percorso fiscale più espansivo nel 2026, la Fed potrebbe trovarsi nella posizione di dover intervenire più drasticamente per evitare il rischio di sovraccaricare ulteriormente l'inflazione.

A livello geopolitico, l'andamento della guerra in Ucraina, la politica monetaria di altre grandi economie (come la BCE o la BOJ) e le tensioni commerciali potrebbero avere ripercussioni sui tassi d'interesse statunitensi. La Fed dovrà adattarsi rapidamente a questi cambiamenti, modificando se necessario la sua politica monetaria. In questo scenario, la Fed potrebbe anche dover agire in maniera più reattiva alle fluttuazioni economiche globali, piuttosto che seguire un piano predefinito.

Nel 2026, i mercati si preparano a una possibile continuazione della debolezza del dollaro, se la politica monetaria degli Stati Uniti dovesse rimanere relativamente accomodante rispetto ad altre economie avanzate. Un dollaro più debole potrebbe stimolare le esportazioni, ma potrebbe anche aumentare i costi delle importazioni, con impatti diretti sull’inflazione.

Il mercato del lavoro sarà un altro fattore determinante: se l'occupazione dovesse rimanere elevata, ma con un rallentamento nella crescita dei salari, la Fed potrebbe trovare spazio per ulteriori riduzioni. Se invece i tassi di disoccupazione aumentassero significativamente o i salari dovessero continuare a salire, la Fed potrebbe mantenere i tassi stabili per evitare un riscaldamento dell’economia.

  • Apertura del conto veloce.
  • Varietà di piattaforme e strumenti disponibili.
  • Ottimo servizio clienti.
  • Nessun deposito minimo.
Visita

Il 72.2% dei conti degli investitori perde denaro con il trading CFD con questo fornitore.

Calendario riunioni FED 2026

La Federal Reserve si riunisce 8 volte all'anno con una separazione di circa 40 giorni tra ogni riunione. Le date ufficiali delle riunioni vengono presentate con grande anticipo, motivo per cui già possiamo tenere a mente il calendario delle riunioni 2026 della FED.

  • 27-28 Gennaio.
  • 17-18 Marzo.
  • 28-29 Aprile.
  • 16-17 Giugno.
  • 28-29 Luglio.
  • 15-16 Settembre.
  • 27-28 Ottobre.
  • 8-9 Dicembre.

Se sei interessato alle politiche delle banche centrali potresti consultare anche il calendario delle riunioni della BCE.

Le riunioni della FED: FOMC meeting

Quando parliamo della Federal Reserve, per capire tutto ciò che succede nelle sue riunioni, dobbiamo conoscere quattro concetti:

  • FOMC: è il comitato di politica monetaria della Federal Reserve. È composto da 12 membri. Si occupa delle strategie di politica monetaria per poter raggiungere gli obiettivi. Si riunisce 8 volte all'anno, ogni 6 settimane circa, a Washington. Generalmente, delle 8 volte che si riunisce in un anno, nella metà offre successivamente una conferenza stampa.
  • Verbali della FED: riassumono in dettaglio tutti gli argomenti che il FOMC ha trattato nelle sue riunioni. I verbali vengono pubblicati 3 settimane dopo ogni riunione del FOMC e mostrano le opinioni di tutti i membri che hanno partecipato alle riunioni.
  • Libro Beige: è un insieme di dati che il FOMC utilizza nelle sue riunioni per prendere decisioni. Circa 2 settimane prima delle riunioni del FOMC vengono pubblicati.
  • Dot plot: è un grafico in cui compaiono una serie di punti. Questo grafico viene pubblicato gratuitamente dopo ogni riunione della Federal Reserve e riflette cosa pensa ogni membro riguardo se nei restanti mesi dell'anno e negli anni successivi i tassi di interesse aumenteranno o diminuiranno, e di quanto. Ha avuto origine alla fine del 2011 con Ben Bernanke come presidente della Banca.

Molto dipenderà anche dalla politica hawkish o dovish dei banchieri FED attualmente in carica.

Che impatto hanno sul mercato le riunioni della FED?

La FED è quindi un'istituzione cruciale per la salute economica degli Stati Uniti e ha un impatto significativo sui mercati finanziari globali. La riunioni della FED, dove avviene la determinazione delle politiche monetarie, soprattutto in relazione ai tassi di interesse, possono avere un impatto rilevante sui mercati finanziari.

  • Basse commissioni di trading.
  • Interessi in EUR/USD.
  • 150 mercati globali disponibili in 27 valute.
  • Una delle selezioni più complete di prodotti e borse internazionali.
Visita

Investire nei prodotti finanziari implica un certo livello di rischio.

Che succede quando c'è un aumento dei tassi di interesse?

Quando la FED opta per un aumento dei tassi di interesse, oppure per altre politiche volte a ridurre la liquidità nel sistema, nell'ottica del contenimento del livello dei prezzi, determina un rallentamento dell'economia.

L'aumento dei tassi di interesse, infatti, scoraggia i prestiti, rendendoli più "costosi". Il che a sua volta ha un effetto negativo sulla domanda aggregata e il livello dei consumi.

aumento tassi fed
Relazione tra tassi di interesse e S&P 500

La riduzione della liquidità ha un effetto anche sul mercato azionario. Meno liquidità implica meno risorse per gli investimenti. Quindi, in linea generale, all'aumento dei tassi di interesse si associa una riduzione del valore delle azioni. E viceversa. Tuttavia, in alcuni casi, il mercato potrebbe avere già "scontato" l'effetto del rialzo, il che avviene quando, come accade di solito, la FED anticipa già le sue intenzioni di politica monetaria prima della decisione ufficiale. In questi casi, l'effetto sul mercato potrebbe essere più moderato.

In tempi di incertezza, come quelli che seguono all'innalzamento dei tassi di interesse, l'investimento in azioni difensive può rivelarsi un'ottima strategia. Anche beni rifugio, che mostrano una scarsa correlazione con il ciclo economico, come investire in oro, possono costituire una buona strategia di investimento.

Cosa succede quando i tassi di interesse vengono abbassati?

Al contrario, quando c'è una riduzione dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve (Fed) o di qualsiasi altra banca centrale, si cerca generalmente di ottenere l'effetto opposto di un aumento dei tassi. Le principali conseguenze di un abbassamento dei tassi d'interesse sono:

  • Stimolo dell'economia: una riduzione dei tassi di interesse rende più conveniente prendere in prestito denaro. Ciò può incoraggiare sia le imprese che i consumatori a contrarre maggiori prestiti, rispettivamente per gli investimenti o i consumi.
  • Aumento dei consumi: rendendo meno costoso il prestito, i consumatori possono essere più inclini a fare acquisti importanti, come case o automobili, che a loro volta possono aumentare la domanda aggregata nell'economia.
  • Impatto sui mercati azionari: la riduzione dei tassi può avere un effetto positivo sui mercati azionari. Riducendo i costi di finanziamento e aumentando i consumi e gli investimenti, le aziende possono vedere migliorare le loro aspettative di profitto, che spesso si riflettono in un aumento dei prezzi delle azioni.
  • Svalutazione della valuta: in alcuni casi, una riduzione dei tassi di interesse può portare a una svalutazione della valuta nazionale rispetto ad altre valute, poiché gli investitori cercheranno rendimenti più elevati in altri mercati, vendendo così la valuta locale.
  • Rischio di inflazione: se da un lato la riduzione dei tassi mira a stimolare l'economia, dall'altro un effetto collaterale potrebbe essere l'aumento dell'inflazione. Con l'aumento dei consumi e degli investimenti, i prezzi potrebbero iniziare a salire, soprattutto se l'offerta non riesce a soddisfare l'aumento della domanda.

In breve, questo è il calendario delle prossime riunioni della Fed, per non perderne nessuna e per poter reagire sul mercato ai dettami della Fed, siano essi espansivi o restrittivi.

Cerchi un broker per il trading?

  • Basse commissioni di trading.
  • Interessi in EUR/USD.
  • 150 mercati globali disponibili in 27 valute.
  • Una delle selezioni più complete di prodotti e borse internazionali.
Visita

Investire nei prodotti finanziari implica un certo livello di rischio.

  • Apertura del conto veloce.
  • Varietà di piattaforme e strumenti disponibili.
  • Ottimo servizio clienti.
  • Nessun deposito minimo.
Visita

Il 72.2% dei conti degli investitori perde denaro con il trading CFD con questo fornitore.

  • Piattaforme comode e intuitive sia per professionisti che per neofiti.
  • Mette a disposizione TradingView.
  • Regime fiscale amministrato disponibile.
  • Servizio clienti preparato e veloce.
Visita

Il 75% dei clienti perde denaro nel trading di CFD.

👉🏼 Guarda il video: l'impatto delle banche centrali sui mercati

FAQ

Pubblicità
Articoli correlati