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La FED è la banca centrale degli Stati Uniti. Si tratta di una delle istituzioni più influenti al mondo. Vediamo cosa si è deciso nell'ultima riunione della Banca Centrale USA, il calendario delle riunioni FED 2025 e vediamo che impatto hanno le riunioni della FED sui mercati.
Vediamo cosa possiamo aspettarci che faccia la Federal Reserve, non solo nella sua prossima riunione, ma per il resto dell'anno. Senza dubbio, è una delle questioni più seguite dagli investitori, dato che non solo incide direttamente sull'evoluzione dei mercati (azioni, valute, indici), ma anche sull'economia stessa.
La Federal Reserve ha deciso di tagliare i tassi d’interesse di 25 punti base, portandoli nel range del 4%-4,25%, nella prima riduzione dal dicembre 2024.
Ma al di là della misura in sé, ciò che conta davvero è stato il cambio di priorità: il comunicato e le parole di Jerome Powell hanno chiarito che il raffreddamento del mercato del lavoro è diventato la grande preoccupazione, relegando l’inflazione in secondo piano.
“I rischi per l’occupazione sono aumentati e non possiamo ignorarli.”
In conferenza stampa, ha inoltre riconosciuto che la trasmissione dei dazi sui prezzi “sta avvenendo più lentamente del previsto”.
Con questa decisione, sembra che la FED pieghi il ginocchio sulla questione dei tassi d’interesse e su Trump, ed è disposta a tollerare un certo grado di inflazione, cercando però di evitare che l’economia entri in una spirale di debolezza occupazionale.
Detto ciò, non tutto è stato rose e fiori: il nuovo dot plot ha trasmesso un messaggio più restrittivo rispetto a quanto si aspettava il mercato. La FED prevede due ulteriori tagli quest’anno, ma appena uno in più nel 2026, contro i tre che il mercato dei futures (attraverso CME) aveva già scontato. Addirittura, un gruppo maggioritario di governatori ha puntato a non toccare più i tassi il prossimo anno.
A questo punto, la nota discordante è arrivata da Stephen Miran, nuovo governatore nominato da Trump, che ha difeso un taglio “jumbo” di 50 punti base, e ha proiettato fino a cinque ulteriori riduzioni quest’anno, allineandosi con le pressioni della Casa Bianca.
Il movimento della FED arriva infatti in un contesto dominato dalla politica economica di Donald Trump.
Da un lato, i dazi stanno spingendo i prezzi verso l’alto e riaccendendo le tensioni inflazionistiche; dall’altro, le deportazioni di massa di immigrati con lavoro stanno riducendo l’offerta di manodopera e indebolendo il mercato occupazionale.
Il risultato è uno scenario di stagflazione insolito, in cui si combina una strana relazione tra prezzi in crescita e creazione di posti di lavoro congelata. Non a caso, Powell lo ha spiegato chiaramente:
“Vogliamo che l’aumento dei prezzi provocato dai dazi sia un salto temporaneo e che non si diffonda a tutta l’economia.”
Tuttavia, il calo simultaneo nel numero di offerte di lavoro e nella disponibilità di lavoratori mostra che la situazione inizia a mettere sotto pressione l’altro mandato della FED: la piena occupazione. Ecco perché, nonostante l’inflazione resti sopra l’obiettivo, la banca centrale ha deciso di dare priorità alla stabilità del mercato del lavoro.
Con tutto questo, lo scenario si complica ulteriormente per le tensioni politiche all’interno della stessa banca centrale, dovute alla fine del mandato di Jerome Powell come presidente della FED a maggio 2026, e al dubbio se Trump sceglierà di rinnovarlo o nominare un successore più allineato. A ciò si aggiungerà la sostituzione, a febbraio, dei presidenti delle banche regionali, il che lascia presagire un anno di scosse interne e grande incertezza sul futuro della politica monetaria statunitense.
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Dopo il recente Dot Plot pubblicato, così come le dichiarazioni del Presidente della FED secondo cui prevede altri due tagli entro la fine del 2025 (e quindi nelle due riunioni rimaste), non sembra esserci molto margine.
Tutto lascia intendere che vivremo un periodo di riduzioni di 25 punti base in ognuna delle due prossime riunioni.
Tuttavia, e in via eccezionale, il mercato, attraverso i futures del CME, sembra anticipare uno scenario un po’ più prudente e, al massimo, sconta un taglio dei tassi nella riunione di dicembre 2025 (peraltro con scarso consenso). Infatti, non sembra voler credere che il mandato dell’inflazione, quell’indicatore contro cui la FED combatte da oltre 4 anni, stia per passare in secondo piano.
La Federal Reserve si riunisce 8 volte all'anno con una separazione di circa 40 giorni tra ogni riunione. Adesso, vediamo il calendario delle riunioni 2025 della FED.
Se sei interessato alle politiche delle banche centrali potresti consultare anche il calendario delle riunioni della BCE.
Quando parliamo della Federal Reserve, per capire tutto ciò che succede nelle sue riunioni, dobbiamo conoscere quattro concetti:
Molto dipenderà anche dalla politica hawkish o dovish dei banchieri FED attualmente in carica.
La FED è quindi un'istituzione cruciale per la salute economica degli Stati Uniti e ha un impatto significativo sui mercati finanziari globali. La riunioni della FED, dove avviene la determinazione delle politiche monetarie, soprattutto in relazione ai tassi di interesse, possono avere un impatto rilevante sui mercati finanziari.
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Quando la FED opta per un aumento dei tassi di interesse, oppure per altre politiche volte a ridurre la liquidità nel sistema, nell'ottica del contenimento del livello dei prezzi, determina un rallentamento dell'economia.
L'aumento dei tassi di interesse, infatti, scoraggia i prestiti, rendendoli più "costosi". Il che a sua volta ha un effetto negativo sulla domanda aggregata e il livello dei consumi.
La riduzione della liquidità ha un effetto anche sul mercato azionario. Meno liquidità implica meno risorse per gli investimenti. Quindi, in linea generale, all'aumento dei tassi di interesse si associa una riduzione del valore delle azioni. E viceversa. Tuttavia, in alcuni casi, il mercato potrebbe avere già "scontato" l'effetto del rialzo, il che avviene quando, come accade di solito, la FED anticipa già le sue intenzioni di politica monetaria prima della decisione ufficiale. In questi casi, l'effetto sul mercato potrebbe essere più moderato.
In tempi di incertezza, come quelli che seguono all'innalzamento dei tassi di interesse, l'investimento in azioni difensive può rivelarsi un'ottima strategia. Anche beni rifugio, che mostrano una scarsa correlazione con il ciclo economico, come investire in oro, possono costituire una buona strategia di investimento.
Al contrario, quando c'è una riduzione dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve (Fed) o di qualsiasi altra banca centrale, si cerca generalmente di ottenere l'effetto opposto di un aumento dei tassi. Le principali conseguenze di un abbassamento dei tassi d'interesse sono:
In breve, questo è il calendario delle prossime riunioni della Fed, per non perderne nessuna e per poter reagire sul mercato ai dettami della Fed, siano essi espansivi o restrittivi.
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