Fondi

Negli ultimi anni, i fondi obbligazionari sono tornati al centro dell’attenzione degli investitori, complice il forte rialzo dei tassi d’interesse e il successivo cambio di rotta delle banche centrali. Rendimenti potenzialmente più interessanti, maggiore volatilità rispetto al passato e un ruolo chiave nella costruzione del portafoglio rendono fondamentale capire come funzionano, quali rischi comportano e come scegliere i prodotti più adatti.
In questa guida analizziamo nel dettaglio cosa sono i fondi obbligazionari, come funzionano, le principali tipologie, i rendimenti attesi, i rischi e i criteri pratici per investirci in modo consapevole.
I fondi obbligazionari sono strumenti di investimento collettivo che investono prevalentemente in titoli di debito, emessi da Stati, enti sovranazionali o società private.
Acquistando quote di un fondo obbligazionario, l’investitore partecipa indirettamente a un portafoglio diversificato di obbligazioni, gestito da un team professionale che si occupa di selezione degli emittenti, gestione della duration e controllo del rischio.
Rispetto all’acquisto diretto di singoli bond, il fondo obbligazionario consente di:
Dal punto di vista operativo, un fondo obbligazionario funziona così:
Tra gli elementi da valutare nel funzionamento di un fondo obbligazionario rientrano:
I fondi obbligazionari possono essere classificati secondo diversi criteri:
Tra le principali tipologie di fondi obbligazionari possiamo incontrare le seguenti categorie.
I fondi high yield (o high yield bond funds) investono in obbligazioni corporate con rating inferiore all’investment grade (BB+ e sotto secondo le scale S&P/Moody’s/ Fitch). L’obiettivo è generare rendimenti superiori alla media del mercato obbligazionario a fronte di un rischio di credito più elevato.
| Caratteristiche | - Cedole generalmente più alte, come compensazione per il maggior rischio di insolvenza. - Maggiore volatilità rispetto ai fondi investment grade: i prezzi risentono sia del ciclo economico sia del sentiment di mercato. - Duration spesso breve o moderata, anche se non esiste una regola fissa. | ||
| Rischi specifici | - Rischio di credito/default: probabilità più elevata che l’emittente non onori cedole o capitale. - Rischio di liquidità: nelle fasi di stress, i bond high yield possono essere difficili da vendere senza forti sconti. - Rischio di mercato: correlazione crescente con le azioni nelle fasi recessive. - Rischio di spread: l’allargamento degli spread creditizi può causare significative perdite di prezzo. | ||
| Quando usarli in portafoglio | - Per investitori con orizzonte medio-lungo e tolleranza al rischio elevata, come componente di rendimento aggiuntivo nella parte obbligazionaria. - Di solito in una quota contenuta (es. 5–15% del portafoglio) all’interno della componente a reddito fisso. |
| Caratteristiche | - Cedole generalmente più alte, come compensazione per il maggior rischio di insolvenza. - Maggiore volatilità rispetto ai fondi investment grade: i prezzi risentono sia del ciclo economico sia del sentiment di mercato. - Duration spesso breve o moderata, anche se non esiste una regola fissa. |
| Rischi specifici | - Rischio di credito/default: probabilità più elevata che l’emittente non onori cedole o capitale. - Rischio di liquidità: nelle fasi di stress, i bond high yield possono essere difficili da vendere senza forti sconti. - Rischio di mercato: correlazione crescente con le azioni nelle fasi recessive. - Rischio di spread: l’allargamento degli spread creditizi può causare significative perdite di prezzo. |
| Quando usarli in portafoglio | - Per investitori con orizzonte medio-lungo e tolleranza al rischio elevata, come componente di rendimento aggiuntivo nella parte obbligazionaria. - Di solito in una quota contenuta (es. 5–15% del portafoglio) all’interno della componente a reddito fisso. |
Esempio pratico: in un portafoglio 60/40 azioni/obbligazioni, si può destinare una sottoquota delle obbligazioni (ad es. 5–10% del totale) ad un fondo high yield per aumentare il rendimento, sapendo che in forte stress di mercato quella componente sarà la prima a soƯrire.
Investono prevalentemente in titoli di Stato (government bonds) di paesi sviluppati o emergenti. Sono tradizionalmente considerati la componente più “difensiva” del reddito fisso.
| Caratteristiche | - Bassa probabilità di default (soprattutto per paesi sviluppati). - Rischio di tasso rilevante: i prezzi sono sensibili alle variazioni dei tassi d’interesse; il valore dipende molto dalla duration media del fondo. - Possibilità di hedging macro: spesso i titoli governativi performano bene nelle fasi di flight to-quality. | ||
| Rischi specifici | - Rischio di tasso/duration: un rialzo dei tassi riduce il prezzo dei bond governativi; i fondi a lunga duration sono più sensibili. - Rischio paese/sovrano: nei paesi emergenti o in casi di squilibri fiscali l’emittente sovrano può diventare rischioso. - Rischio inflazione: l’inflazione erode il valore reale delle cedole e del capitale. | ||
| Quando usarli in portafoglio | - Per stabilizzare il portafoglio e ridurre la volatilità complessiva. - Come copertura (hedge) contro correzioni azionarie: i governativi di qualità tendono a salire in fasi di stress se i tassi scendono. - Scegliere duration breve se ci si aspetta rialzi dei tassi; duration lunga per scenari di discesa tassi. |
| Caratteristiche | - Bassa probabilità di default (soprattutto per paesi sviluppati). - Rischio di tasso rilevante: i prezzi sono sensibili alle variazioni dei tassi d’interesse; il valore dipende molto dalla duration media del fondo. - Possibilità di hedging macro: spesso i titoli governativi performano bene nelle fasi di flight to-quality. |
| Rischi specifici | - Rischio di tasso/duration: un rialzo dei tassi riduce il prezzo dei bond governativi; i fondi a lunga duration sono più sensibili. - Rischio paese/sovrano: nei paesi emergenti o in casi di squilibri fiscali l’emittente sovrano può diventare rischioso. - Rischio inflazione: l’inflazione erode il valore reale delle cedole e del capitale. |
| Quando usarli in portafoglio | - Per stabilizzare il portafoglio e ridurre la volatilità complessiva. - Come copertura (hedge) contro correzioni azionarie: i governativi di qualità tendono a salire in fasi di stress se i tassi scendono. - Scegliere duration breve se ci si aspetta rialzi dei tassi; duration lunga per scenari di discesa tassi. |
Esempio pratico: un investitore conservativo (bassa tolleranza al rischio) può avere una larga fetta (50–80%) in strumenti governativi a breve/medio termine per preservare capitale e avere liquidità.
Investono in obbligazioni emesse da società con rating investment grade (AAA–BBB). Offrono un compromesso tra rendimento e rischio rispetto ai governativi e agli high yield.
| Caratteristiche | - Rendimenti maggiori dei governativi (spread creditizio), con rischi di default relativamente bassi. - Esposizione a settori differenti: il rischio di portafoglio dipende dalla concentrazione settoriale (banche, utilities, industria, ecc.). - Sensibilità ai tassi: la duration è ancora rilevante; i corporate a lunga scadenza soƯrono con rialzi tassi. | ||
| Rischi specifici | - Rischio di credito: pur basso rispetto all’high yield, resta presente (downgrade di emittenti). - Rischio di spread: ampliamenti di spread in periodi di stress possono danneggiare i prezzi. - Rischio di liquidità: meno accentuato rispetto all’high yield ma possibile in particolari frangenti. | ||
| Quando usarli in portafoglio | - Come nucleo della componente obbligazionaria per investitori che vogliono rendimento moderato con rischio controllato. - Possono sostituire o completare i governativi per migliorare il rendimento nominale del portafoglio senza assumere il livello di rischio di un fondo high yield. |
| Caratteristiche | - Rendimenti maggiori dei governativi (spread creditizio), con rischi di default relativamente bassi. - Esposizione a settori differenti: il rischio di portafoglio dipende dalla concentrazione settoriale (banche, utilities, industria, ecc.). - Sensibilità ai tassi: la duration è ancora rilevante; i corporate a lunga scadenza soƯrono con rialzi tassi. |
| Rischi specifici | - Rischio di credito: pur basso rispetto all’high yield, resta presente (downgrade di emittenti). - Rischio di spread: ampliamenti di spread in periodi di stress possono danneggiare i prezzi. - Rischio di liquidità: meno accentuato rispetto all’high yield ma possibile in particolari frangenti. |
| Quando usarli in portafoglio | - Come nucleo della componente obbligazionaria per investitori che vogliono rendimento moderato con rischio controllato. - Possono sostituire o completare i governativi per migliorare il rendimento nominale del portafoglio senza assumere il livello di rischio di un fondo high yield. |
Esempio pratico: in una allocazione bilanciata 60/40, usare un fondo corporate per la parte obbligazionaria (ad es. 3040% del totale) e accoppiare con governativi a breve per ridurre la duration complessiva.
Non esiste un “miglior fondo obbligazionario” valido in assoluto: la scelta dipende da profilo di rischio, orizzonte temporale, obiettivi e situazione di mercato. Di seguito vediamo tre esempi di fondi noti a livello internazionale, con strategie differenti.
Prima di investire in uno specifico fondo è sempre necessario consultare prospetto, KID/KIID e documentazione ufficiale aggiornata, oltre a valutare la coerenza con il proprio profilo di rischio.
Si tratta di un fondo obbligazionario globale flessibile, che investe in più di 15 segmenti del reddito fisso e in oltre 50 Paesi, combinando titoli governativi, corporate investment grade, high yield e mercati emergenti.
L’obiettivo è ottenere un total return interessante nel medio-lungo periodo tramite una gestione attiva molto ampia, sia geografica sia settoriale.
È adatto a investitori che cercano una soluzione “one-stop” globale, consapevoli però della maggiore complessità e volatilità rispetto a un semplice fondo governativo in euro.
Questo fondo è focalizzato sul segmento global investment grade credit, puntando a massimizzare il rendimento totale con un’attenzione particolare alla protezione del capitale.
Investe principalmente in obbligazioni corporate di emittenti globali con rating investment grade, con un’ampia diversificazione settoriale e geografica.
È pensato per chi desidera esporsi al credito corporate di qualità, con una gestione professionale e un profilo di rischio intermedio.
Il fondo Amundi Euro Corporate Bond investe prevalentemente in obbligazioni corporate denominate in euro con rating investment grade, emesse da società di Paesi OCSE.
L’obiettivo è superare il proprio benchmark obbligazionario euro corporate nel lungo periodo, con un’attenzione crescente ai criteri ESG nei portafogli più recenti.
È adatto a investitori che desiderano una soluzione focalizzata sull’area euro, riducendo il rischio di cambio e puntando sul segmento corporate di qualità.
Il rendimento di un fondo obbligazionario dipende da diversi fattori:
Dopo il forte rialzo dei tassi del 2022–2023, i fondi obbligazionari sono ripartiti da yield a scadenza mediamente più elevati, ma con maggiore volatilità dei prezzi.
Nel 2024 e nella prima parte del 2025, in Italia, le performance dei fondi obbligazionari hanno mostrato differenze significative tra categorie: ad esempio, nei primi mesi del 2025 i fondi EUR Corporate Bond hanno registrato rendimenti medi prossimi allo zero, mentre gli EUR High Yield sono rimasti leggermente positivi, e i fondi EUR Government Bond hanno sofferto di più per il movimento dei tassi.
Le previsioni sui fondi obbligazionari nel 2025–2026 ruotano attorno a pochi driver chiave:
In generale, con tassi ancora su livelli storicamente non bassissimi, i fondi obbligazionari partono da rendimenti attesi più interessanti rispetto al periodo 2015-2021, ma non sono esenti da rischi di oscillazione dei prezzi. Nessuna previsione può essere considerata certa: è importante ragionare in ottica di orizzonte pluriennale e diversificazione.
Le principali categorie e i rendimenti medi attesi a fine 2025

Sebbene vengano spesso percepiti come strumenti “difensivi”, i fondi obbligazionari non sono privi di rischi.
Pro
Contro
Comprendere questi rischi è essenziale per collocare correttamente il fondo nel portafoglio complessivo.
Investire in fondi obbligazionari significa innanzitutto:
L’accesso ai fondi può avvenire tramite:
Per confrontare costi e offerta di fondi ed ETF obbligazionari è possibile utilizzare piattaforme che consentono di costruire portafogli diversificati con importi anche ridotti.
In un contesto di gestione patrimoniale, i fondi obbligazionari svolgono principalmente tre funzioni:
A sua volta, la scelta del fondo deve dipendere da: l’orizzonte temporale dell’investitore, la tolleranza al rischio, le condizioni macroeconomiche (inflazione, politica monetaria, spread).
Ad esempio, in un contesto di rialzo dei tassi, è preferibile privilegiare fondi a duration breve; viceversa, in fase di discesa dei rendimenti, fondi con duration più lunga possono beneficiare dell’aumento di prezzo dei titoli in portafoglio.
Sia i fondi che gli ETF obbligazionari investono in portafogli di bond, ma presentano alcune differenze chiave:
| Caratteristiche | Fondi obbligazionari | ETF obbligazionari | |||
| Struttura e quotazione | I fondi tradizionali hanno un NAV calcolato a fine giornata. | Gli ETF sono quotati in borsa e possono essere acquistati/venduti in tempo reale durante la seduta. | |||
| Commissioni | I fondi attivi hanno costi generalmente più elevati, ma con maggiore flessibilità nella gestione. | Gli ETF sono spesso più economici (TER più basso), in particolare gli ETF indicizzati. | |||
| Gestione | Molti fondi obbligazionari sono a gestione attiva. | La maggior parte degli ETF obbligazionari replica indici di mercato (gestione passiva), anche se esistono ETF attivi. | |||
| Accessibilità e operatività | I fondi si sottoscrivono solitamente tramite banca, SGR o piattaforma, con modalità di sottoscrizione/rimborso diverse. | Gli ETF si comprano e vendono come un’azione tramite un broker, con eventuali costi di negoziazione. |
| Caratteristiche | Fondi obbligazionari | ETF obbligazionari |
| Struttura e quotazione | I fondi tradizionali hanno un NAV calcolato a fine giornata. | Gli ETF sono quotati in borsa e possono essere acquistati/venduti in tempo reale durante la seduta. |
| Commissioni | I fondi attivi hanno costi generalmente più elevati, ma con maggiore flessibilità nella gestione. | Gli ETF sono spesso più economici (TER più basso), in particolare gli ETF indicizzati. |
| Gestione | Molti fondi obbligazionari sono a gestione attiva. | La maggior parte degli ETF obbligazionari replica indici di mercato (gestione passiva), anche se esistono ETF attivi. |
| Accessibilità e operatività | I fondi si sottoscrivono solitamente tramite banca, SGR o piattaforma, con modalità di sottoscrizione/rimborso diverse. | Gli ETF si comprano e vendono come un’azione tramite un broker, con eventuali costi di negoziazione. |
In pratica, i fondi obbligazionari possono essere preferiti da chi desidera una gestione più discrezionale e servizi di consulenza, mentre gli ETF obbligazionari sono spesso scelti da investitori più autonomi, attenti ai costi e alla possibilità di operare in modo flessibile.
Investire comporta rischi di perdite.
Investire comporta rischi. Accesso soggetto a test di appropriatezza. Promo soggetta a T&C
Gli investimenti comportano rischi e il valore può variare, con possibili perdite.