logo RankiaItalia

Fondi obbligazionari: cosa sono, rendimenti, rischi e come investire

Investimento in fondi obbligazionari

Negli ultimi anni, i fondi obbligazionari sono tornati al centro dell’attenzione degli investitori, complice il forte rialzo dei tassi d’interesse e il successivo cambio di rotta delle banche centrali. Rendimenti potenzialmente più interessanti, maggiore volatilità rispetto al passato e un ruolo chiave nella costruzione del portafoglio rendono fondamentale capire come funzionano, quali rischi comportano e come scegliere i prodotti più adatti.

In questa guida analizziamo nel dettaglio cosa sono i fondi obbligazionari, come funzionano, le principali tipologie, i rendimenti attesi, i rischi e i criteri pratici per investirci in modo consapevole.

Cosa sono

I fondi obbligazionari sono strumenti di investimento collettivo che investono prevalentemente in titoli di debito, emessi da Stati, enti sovranazionali o società private.  

Acquistando quote di un fondo obbligazionario, l’investitore partecipa indirettamente a un portafoglio diversificato di obbligazioni, gestito da un team professionale che si occupa di selezione degli emittenti, gestione della duration e controllo del rischio.

Rispetto all’acquisto diretto di singoli bond, il fondo obbligazionario consente di:

  • accedere a una maggiore diversificazione per area geografica, settore, emittente e scadenza;
  • operare con tagli minimi più contenuti;
  • delegare le scelte di investimento a un gestore professionale.

Come funzionano

Dal punto di vista operativo, un fondo obbligazionario funziona così:

  • Gli investitori conferiscono il proprio capitale al fondo acquistandone le quote.
  • Il gestore investe il patrimonio complessivo in un portafoglio di titoli obbligazionari coerente con la politica di investimento indicata nel prospetto (area geografica, rating minimo, duration, valuta, ecc.).
  • Ogni giorno viene calcolato il valore della quota (NAV) in base al valore di mercato del portafoglio e delle cedole incassate.
  • L’investitore guadagna tramite:
    • aumento del valore della quota (capital gain in caso di vendita a un prezzo superiore a quello di acquisto);
    • cedole sottostanti, che possono essere distribuite (fondi a distribuzione) o reinvestite nel fondo (fondi ad accumulazione).

Tra gli elementi da valutare nel funzionamento di un fondo obbligazionario rientrano:

  • Commissioni: in particolare il TER (Total Expense Ratio), eventuali commissioni di ingresso/uscita e, nei fondi a gestione attiva, le commissioni di performance.
  • Regime fiscale: i proventi sono generalmente tassati come redditi di capitale e diversi, secondo la normativa italiana vigente (verifica sempre con una fonte aggiornata o un consulente).
  • Liquidità: la maggior parte dei fondi è rimborsabile quotidianamente al valore di quota, ma il valore può oscillare in funzione del mercato.

Tipologie

I fondi obbligazionari possono essere classificati secondo diversi criteri:  

  • Area geografica: fondi governativi USA, europei, dei Paesi emergenti, globali.
  • Tipologia di emittente: governativi, corporate investment grade, high yield.
  • Duration: breve termine (1–3 anni), medio-lungo termine (oltre 5 anni).
  • Valuta: fondi in euro, in dollari o multivaluta.
  • Stile di gestione:
    • gestione attiva (ricerca di valore relativo, posizionamento sui tassi, selezione degli emittenti);
    • gestione passiva (fondi indicizzati o ETF che replicano un indice obbligazionario)

Tra le principali tipologie di fondi obbligazionari possiamo incontrare le seguenti categorie.

Fondi obbligazionari High Yield  

I fondi high yield (o high yield bond funds) investono in obbligazioni corporate con rating inferiore all’investment grade (BB+ e sotto secondo le scale S&P/Moody’s/ Fitch). L’obiettivo è generare rendimenti superiori alla media del mercato obbligazionario a fronte di un rischio di credito più elevato.  

Caratteristiche- Cedole generalmente più alte, come compensazione per il maggior rischio di insolvenza.
- Maggiore volatilità rispetto ai fondi investment grade: i prezzi risentono sia del ciclo economico sia del sentiment di mercato.
- Duration spesso breve o moderata, anche se non esiste una regola fissa.
Rischi specifici- Rischio di credito/default: probabilità più elevata che l’emittente non onori cedole o capitale.
- Rischio di liquidità: nelle fasi di stress, i bond high yield possono essere difficili da vendere senza forti sconti.
- Rischio di mercato: correlazione crescente con le azioni nelle fasi recessive.
- Rischio di spread: l’allargamento degli spread creditizi può causare significative perdite di prezzo.
Quando usarli in portafoglio  - Per investitori con orizzonte medio-lungo e tolleranza al rischio elevata, come componente di rendimento aggiuntivo nella parte obbligazionaria.
- Di solito in una quota contenuta (es. 5–15% del portafoglio) all’interno della componente a reddito fisso.

Esempio pratico: in un portafoglio 60/40 azioni/obbligazioni, si può destinare una sottoquota delle obbligazioni (ad  es. 5–10% del totale) ad un fondo high yield per aumentare il rendimento, sapendo che in forte  stress di mercato quella componente sarà la prima a soƯrire. 

Fondi obbligazionari Governativi  

Investono prevalentemente in titoli di Stato (government bonds) di paesi sviluppati o emergenti.  Sono tradizionalmente considerati la componente più “difensiva” del reddito fisso.  

Caratteristiche- Bassa probabilità di default (soprattutto per paesi sviluppati).  
- Rischio di tasso rilevante: i prezzi sono sensibili alle variazioni dei tassi d’interesse; il valore  dipende molto dalla duration media del fondo.  
- Possibilità di hedging macro: spesso i titoli governativi performano bene nelle fasi di flight to-quality.  
Rischi specifici- Rischio di tasso/duration: un rialzo dei tassi riduce il prezzo dei bond governativi; i fondi a  lunga duration sono più sensibili.  
- Rischio paese/sovrano: nei paesi emergenti o in casi di squilibri fiscali l’emittente sovrano  può diventare rischioso.  
- Rischio inflazione: l’inflazione erode il valore reale delle cedole e del capitale. 
Quando usarli in portafoglio  - Per stabilizzare il portafoglio e ridurre la volatilità complessiva.  
- Come copertura (hedge) contro correzioni azionarie: i governativi di qualità tendono a salire in fasi  di stress se i tassi scendono.  
- Scegliere duration breve se ci si aspetta rialzi dei tassi; duration lunga per scenari di discesa tassi.  

Esempio pratico: un investitore conservativo (bassa tolleranza al rischio) può avere una larga fetta (50–80%) in strumenti governativi a breve/medio termine per preservare capitale e avere liquidità.  

Fondi obbligazionari Corporate (Investment Grade)  

Investono in obbligazioni emesse da società con rating investment grade (AAA–BBB). Offrono un compromesso tra rendimento e rischio rispetto ai governativi e agli high yield.  

Caratteristiche- Rendimenti maggiori dei governativi (spread creditizio), con rischi di default relativamente  bassi.  
- Esposizione a settori differenti: il rischio di portafoglio dipende dalla concentrazione  settoriale (banche, utilities, industria, ecc.).  
- Sensibilità ai tassi: la duration è ancora rilevante; i corporate a lunga scadenza soƯrono  con rialzi tassi.  
Rischi specifici- Rischio di credito: pur basso rispetto all’high yield, resta presente (downgrade di  emittenti).  
- Rischio di spread: ampliamenti di spread in periodi di stress possono danneggiare i prezzi. 
- Rischio di liquidità: meno accentuato rispetto all’high yield ma possibile in particolari  frangenti.  
Quando usarli in portafoglio  - Come nucleo della componente obbligazionaria per investitori che vogliono rendimento moderato con rischio controllato.
- Possono sostituire o completare i governativi per migliorare il rendimento nominale del portafoglio senza assumere il livello di rischio di un fondo high yield.  

Esempio pratico: in una allocazione bilanciata 60/40, usare un fondo corporate per la parte obbligazionaria (ad es. 3040% del totale) e accoppiare con governativi a breve per ridurre la duration complessiva. 

I migliori fondi obbligazionari

Non esiste un “miglior fondo obbligazionario” valido in assoluto: la scelta dipende da profilo di rischio, orizzonte temporale, obiettivi e situazione di mercato. Di seguito vediamo tre esempi di fondi noti a livello internazionale, con strategie differenti.

Prima di investire in uno specifico fondo è sempre necessario consultare prospetto, KID/KIID e documentazione ufficiale aggiornata, oltre a valutare la coerenza con il proprio profilo di rischio.

JPMorgan Global Bond Opportunities Fund

Si tratta di un fondo obbligazionario globale flessibile, che investe in più di 15 segmenti del reddito fisso e in oltre 50 Paesi, combinando titoli governativi, corporate investment grade, high yield e mercati emergenti.

L’obiettivo è ottenere un total return interessante nel medio-lungo periodo tramite una gestione attiva molto ampia, sia geografica sia settoriale.

È adatto a investitori che cercano una soluzione “one-stop” globale, consapevoli però della maggiore complessità e volatilità rispetto a un semplice fondo governativo in euro.

PIMCO GIS Global Investment Grade Credit Fund

Questo fondo è focalizzato sul segmento global investment grade credit, puntando a massimizzare il rendimento totale con un’attenzione particolare alla protezione del capitale.

Investe principalmente in obbligazioni corporate di emittenti globali con rating investment grade, con un’ampia diversificazione settoriale e geografica.

È pensato per chi desidera esporsi al credito corporate di qualità, con una gestione professionale e un profilo di rischio intermedio.

Amundi Euro Corporate Bond

Il fondo Amundi Euro Corporate Bond investe prevalentemente in obbligazioni corporate denominate in euro con rating investment grade, emesse da società di Paesi OCSE.

L’obiettivo è superare il proprio benchmark obbligazionario euro corporate nel lungo periodo, con un’attenzione crescente ai criteri ESG nei portafogli più recenti.

È adatto a investitori che desiderano una soluzione focalizzata sull’area euro, riducendo il rischio di cambio e puntando sul segmento corporate di qualità.

Rendimenti

Il rendimento di un fondo obbligazionario dipende da diversi fattori:

  • Livello dei tassi d’interesse e loro variazioni (duration).
  • Cedole dei titoli in portafoglio.
  • Andamento degli spread creditizi (soprattutto per corporate e high yield).
  • Scelte del gestore (duration, selezione emittenti, coperture).
  • Costi di gestione, che riducono il rendimento netto per l’investitore.

Dopo il forte rialzo dei tassi del 2022–2023, i fondi obbligazionari sono ripartiti da yield a scadenza mediamente più elevati, ma con maggiore volatilità dei prezzi.

Nel 2024 e nella prima parte del 2025, in Italia, le performance dei fondi obbligazionari hanno mostrato differenze significative tra categorie: ad esempio, nei primi mesi del 2025 i fondi EUR Corporate Bond hanno registrato rendimenti medi prossimi allo zero, mentre gli EUR High Yield sono rimasti leggermente positivi, e i fondi EUR Government Bond hanno sofferto di più per il movimento dei tassi.

Andamento e previsioni

Le previsioni sui fondi obbligazionari nel 2025–2026 ruotano attorno a pochi driver chiave:

  • Decisioni delle banche centrali europea e statunitense (Fed, BCE) su tagli o rialzi dei tassi.
  • Inflazione: se rimane sotto controllo, i tassi reali possono diventare più interessanti.
  • Crescita economica: uno scenario di rallentamento ordinato tende a favorire il reddito fisso di qualità, mentre fasi recessive possono mettere sotto pressione il credito high yield.
  • Spread creditizi: eventuali allargamenti possono creare volatilità nel breve ma opportunità di ingresso nel medio periodo.

In generale, con tassi ancora su livelli storicamente non bassissimi, i fondi obbligazionari partono da rendimenti attesi più interessanti rispetto al periodo 2015-2021, ma non sono esenti da rischi di oscillazione dei prezzi. Nessuna previsione può essere considerata certa: è importante ragionare in ottica di orizzonte pluriennale e diversificazione.

Le principali categorie e i rendimenti medi attesi a fine 2025 

Rischi e vantaggi

Sebbene vengano spesso percepiti come strumenti “difensivi”, i fondi obbligazionari non sono privi di rischi.

Pro

  • Diversificazione immediata su decine o centinaia di obbligazioni.
  • Gestione professionale di duration, allocazione geografica e selezione emittenti.
  • Accesso a segmenti difficili da raggiungere per il singolo investitore (es. mercati emergenti, corporate globali).
  • Possibilità di flussi di reddito periodici (cedole distribuite indirettamente tramite il fondo).

Contro

  • Rischio di tasso: quando i tassi salgono, il valore di mercato delle obbligazioni scende, penalizzando il valore della quota (tanto più quanto più alta è la duration).
  • Rischio di credito: l’emittente può avere difficoltà a rimborsare capitale e interessi, con conseguenti perdite sul prezzo del titolo.
  • Rischio di cambio: presente nei fondi che investono in valute diverse da quella dell’investitore, se non è presente copertura valutaria.
  • Rischio di liquidità: in fasi di forte tensione sui mercati, la vendita di alcuni titoli obbligazionari può avvenire a condizioni meno favorevoli.
  • Rischio di gestione: nei fondi attivi, scelte errate del gestore su duration, credito o valute possono penalizzare la performance.

Comprendere questi rischi è essenziale per collocare correttamente il fondo nel portafoglio complessivo. 

Come investire in fondi obbligazionari

Investire in fondi obbligazionari significa innanzitutto:

  1. Definire l’obiettivo: protezione del capitale, generazione di reddito, diversificazione rispetto ad azioni e altre asset class.
  2. Valutare l’orizzonte temporale: breve (1-3 anni), medio (3-5 anni) o lungo termine.
  3. Determinare la propria tolleranza al rischio: fondi governativi area euro e a breve duration sono di norma meno rischiosi di high yield globali o mercati emergenti.
  4. Scegliere la categoria di fondo coerente con il profilo (governativi, corporate investment grade, global bond flessibili, high yield, ecc.).
  5. Analizzare i costi (TER), la storicità del gestore, la politica di distribuzione (accumulo vs distribuzione) e l’eventuale presenza di copertura valutaria.

L’accesso ai fondi può avvenire tramite:

Per confrontare costi e offerta di fondi ed ETF obbligazionari è possibile utilizzare piattaforme che consentono di costruire portafogli diversificati con importi anche ridotti.

Come utilizzare i fondi obbligazionari in un portafoglio diversificato  

In un contesto di gestione patrimoniale, i fondi obbligazionari svolgono principalmente tre  funzioni:  

  • Stabilizzazione e riduzione della volatilità complessiva: la componente obbligazionaria  tende a muoversi in modo meno volatile rispetto all’azionaria, contribuendo all’equilibrio  del portafoglio.  
  • Generazione di reddito: attraverso le cedole sottostanti, possono fornire flussi periodici  utili soprattutto in ottica di rendita.  
  • Diversificazione intermarket: l’inclusione di obbligazioni con diverse scadenze, valute o  aree geografiche riduce la dipendenza del portafoglio da un singolo driver economico. 

A sua volta, la scelta del fondo deve dipendere da: l’orizzonte temporale dell’investitore, la tolleranza  al rischio, le condizioni macroeconomiche (inflazione, politica monetaria, spread).  

Ad esempio, in un contesto di rialzo dei tassi, è preferibile privilegiare fondi a duration breve; viceversa, in fase di discesa dei rendimenti, fondi con duration più lunga possono beneficiare  dell’aumento di prezzo dei titoli in portafoglio.  

Fondi obbligazionari vs ETF obbligazionari

Sia i fondi che gli ETF obbligazionari investono in portafogli di bond, ma presentano alcune differenze chiave:

CaratteristicheFondi obbligazionariETF obbligazionari
Struttura e quotazioneI fondi tradizionali hanno un NAV calcolato a fine giornata.Gli ETF sono quotati in borsa e possono essere acquistati/venduti in tempo reale durante la seduta.
CommissioniI fondi attivi hanno costi generalmente più elevati, ma con maggiore flessibilità nella gestione.Gli ETF sono spesso più economici (TER più basso), in particolare gli ETF indicizzati.
GestioneMolti fondi obbligazionari sono a gestione attiva.La maggior parte degli ETF obbligazionari replica indici di mercato (gestione passiva), anche se esistono ETF attivi.
Accessibilità e operativitàI fondi si sottoscrivono solitamente tramite banca, SGR o piattaforma, con modalità di sottoscrizione/rimborso diverse.Gli ETF si comprano e vendono come un’azione tramite un broker, con eventuali costi di negoziazione.

In pratica, i fondi obbligazionari possono essere preferiti da chi desidera una gestione più discrezionale e servizi di consulenza, mentre gli ETF obbligazionari sono spesso scelti da investitori più autonomi, attenti ai costi e alla possibilità di operare in modo flessibile.

100 trades gratis con il codice OM100RA
  • Operatore solido e quotato in Borsa.
  • 100 ordini gratuiti con il codice: OM100RA
  • Puoi riunire servizi bancari e di trading in un solo conto.
  • Piattaforma efficiente.
Visita

Investire comporta rischi di perdite.

Miglior broker per ETF 2025
  • Investi a livello globale con oltre 43.000 azioni ed ETF.
  • ETF Covered Call con rendimento obiettivo 8-12%
  • Apri un conto, versa i fondi e ottieni fino a 20 azioni in regalo.
  • Idee di investimento settimanali con rendimento storico 16%.
  • Cresci con fiducia con un broker scelto da oltre 500.000 clienti.
Visita

Investire comporta rischi. Accesso soggetto a test di appropriatezza. Promo soggetta a T&C

  • 3,5% annuo di interessi sulla liquidità.
  • PAC a partire da 1 euro.
  • Possibilità di investire in frazioni di criptovalute.
Visita

Gli investimenti comportano rischi e il valore può variare, con possibili perdite.

FAQ

Articoli correlati